Più di 1600 piacentini se ne sono andati e ieri il quadro che li ricorda dall’atrio dell’ospedale se n’è andato pure lui

IMPORTANTE: DIMENTICARE, NEGARE, OCCULTARE

Quel cche disturba è quando la politica diventa parole di circostanza. Ieri i defunti per Covid sono stati celebrati e ricordati pubblicamente nel “Giardino di Vita” tra via Portapuglia e via dell’Orsina. Presenti Sindaca, Vescovo, rappresentanti di varie realtà pubbliche e, per l’Ausl, il Direttore Sanitario molto critico verso gli episodi in crescita di violenza contro i sanitari e verso le indagini avviate dalla magistratura per la verifica di quanto fatto all’epoca per i pazienti ipotizzando possibili errori.

Bene, sicuramente. Tuttavia se nel contempo il simbolo del ricordo di quei giorni di tragedia viene fatto sparire dall’atrio dell’ospedale, le parole nelle celebrazioni pubbliche svolte nel luogo lontano dalla tragedia vissuta da tanti piacentini, rischiano di suonare vuote, addirittura urticanti.

DIventa così impossibile dimenticare che quel quadro per mesi era stato dimenticato a terra dietro un vaso con pianta e che solo di recente mano anonima l’aveva pietosamente risistemato. Indubbiamente infastidendo qualcuno. Così però rendendo poco credibile la celebrazione in pompa magna al “Giardino di Vita”.

AGGIORNAMENTO DI DOMENICA 19 MARZO ORE 15.09: il quadro è tornato nell’atrio dell’ospedale, misteriosa libera uscita finita.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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