Interessantissima mostra organizzata nel Nevaio della Galleria d’Arte Biffi in via Chiapponi giunta agli ultimi giorni di apertura (prevista la chiusura a fine settimana). Werter Dallaglio, reggiano di nascita, arrivato a Piacenza nel 1971 in breve é stato affascinato e conquistato dalla città che rappresenta e propone in una serie di dipinti didascalici. L’artista innanzitutto definisce (come da copione ormai standardizzato) Piacenza una città nascosta, schiva, che esita a concedersi, per molti aspetti chiusa e che come tale può sembrare grigia: basti pensare alla tristezza esteriore di certi palazzi del centro che tuttavia, superato il portone o la cancellata d’ingresso, rivelano giardini di inusuale bellezza e accoglienza.
“L’arte non riproduce ciò che é visibile, ma rende visibile ciò che non lo é“, diceva Paul Klee e i dipinti di Werter vanno assolutamente in questa direzione utilizzando i colori che sembrano dar vita agli angoli cittadini apparentemente più in ombra suscitando nel visitatore intense emozioni visive. Come non restare affascinati dal Farnese, misterioso castello che immaginiamo vivo di rumori, canti, di vita, visto attraverso gli alberi, punto di vista assolutamente inusuale.
Naturalmente inevitabile il passaggio a costeggiare il Grande Placido Fiume, ricordando di quando l’acqua tutto sommato era azzurra, il fiume era il mare di casa nostra e l’isolotto Maggi la spiaggia a disposizione dei piacentini.
Tralasciando opere da lasciare alla ammirazione e alla sorpresa del visitatore come il “Mercato in piazza Vescovado“, “Le Torricelle“, “Il cavallo in piazza“, “Via Venti“, “Porta Borghetto” tra le altre, l’attenzione cade su due tele che rappresentano statue sul fronte degli edifici di abituale frequentazione mai notate: “Fronte biblioteca” e “La Madonnina in piazza”, dimostrazione di come, forse per timidezza, la città nasconde spesso le sue meraviglie anche all’abitante distratto forse per il logorio del tempo moderno che difficilmente concede il tempo per un’osservazione attenta a quanto pure é perfettamente in vista. Resta da stabilire se il problema é nostro, della nostra fretta, della nostra disattenzione, oppure sia la città stessa a negarsi rendendosi disponibile solo a chi con passione s’avvicina anche al più bui degli angoli.