Piacenza: “Gli orrori del Secondo conflitto mondiale nel libro di Arzani e Chiesa in Fondazione”, articolo di Anna Anselmi
Non solo la rievocazione di come un piacentino, il borgonovese Federico Chiesa, oltre settant’anni fa si trovò a essere testimone, in prima persona, della tragedia degli eventi sul fronte orientale. All’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano la presentazione del libro Scendea fischiando feroce sorella morte (Poesie e note di guerra 1937-1945) di Claudio Arzani e Fausto Chiesa è partita da lì, dalla storia che si fa vicenda spunti e alle sollecitazioni forniti dalla giornalista del quotidiano piacentino Libertà Antonella Lenti, che ha coordinato l’incontro, a temi come il desiderio di pace contrapposto all’apparente ineluttabilità delle guerre, nonostante chi ne abbia subito le conseguenze denunci l’orrore del conflitto; il divario tra i resoconti dei soldati e le parole della propaganda, fino a toccare la questione dibattuta della guerra vista quale male necessario.
Nella copertina del volume edito da Scritture compare infatti un disegno di Edoardo Arzani (che ha illustrato il libro con tavole, i cui originali sono stati esposti in Fondazione accanto a fotografie del padre, Claudio Arzani, scattate ad Auschwitz e Auschwitz-Birkenau), dove un fucile che svetta piantato sugli altri vuole proprio esprimere il fatto che le armi possano venire imbracciate non esclusivamente per attaccare, ma per difendersi dagli aggressori e per affermare un ideale di libertà.
I fatti però dimostrano – ha rilevato Claudio Arzani – che permane sempre il rischio di innescare circoli viziosi di violenza senza fine.
Considerazioni che sono riecheggiate tra i moniti anti-retorici delle pagine del diario di Federico Chiesa lette da Dalila Ciavattini.
Il Diario di Federico, pubblicato da Scritture nel 2012 in un’edizione curata dal figlio Fausto Chiesa, raccontava in presa diretta come la guerra si era intromessa nella sua esistenza. Quel libro era stato protagonista di una serata di letture al Municipio di Gropparello, nella quale le annotazioni registrate da Federico tra il gelo dell’Ucraina nel 1943 si erano alternate con le poesie di Claudio Arzani, ispirate a guerre lontane e vicine, dalle bombe cadute sui civili a Guernica al massacro di militari polacchi a Katyn, al sangue sparso in Iraq. Scendea fischiando feroce sorella morte racchiude i testi di quell’iniziativa.
Antonella Lenti ha osservato l’importanza di documenti come il diario di Federico Chiesa, in quanto mostrano cosa sia la guerra attraverso gli occhi di chi in quel momento si deve adeguare ad agire in nome di scelte non sue, scagliandosi contro un nemico che non conosce. Eppure il diario contempla anche sprazzi di generosa umanità da parte del popolo ucraino, pur se invaso dagli eserciti stranieri.
Il libro, oltre alle poesie di Arzani, ai brani dal diario di Federico Chiesa e all’inquadramento storico fornito da Fausto Chiesa, comprende una nota di Carmelo Sciascia sul valore della memoria e l’importanza della condivisione dei ricordi di chi ha vissuto certe esperienze. La prospettiva dei relatori in Fondazione – dove sono state proposte all’ascolto anche musiche eseguite da Nelio Pavesi e dal gruppo Dolci armonie diretto da Giovanni Boccaccio – si è rivolta poi al nostro tribolato oggi, quale occasione per riflettere sul futuro che aspetta l’uomo, se continuerà a rivelarsi incapace di dire no alla violenza a cominciare dai comportamenti quotidiani.
An. Ans.