Piacenza alle urne da il benservito a PdL, legaioli forcaioli mani lunghe e ai ragazzotti suicidi e ingenui di SEL divorati dai volponi di RiFo

Paolo Dosi: un ultimo scatto in avanti per Piacenza

Piacenza, città moderatamente moderata con venature progressiste alle urne non ha riservato particolari sorprese. Paparo, trascorsi di lontana memoria in AN, nonostante il doppiopetto e l’accattivante placido sorriso, non convince. Alla faccia di quanti, anche nel centrosinistra, lo davano vincente già al primo turno: purtroppo per lui l’azzurro non tira più e, in tendenza con il resto della Nazione, i piacentini voltano le spalle a faina Tomaso Foti, all’aspirante reuccio Filiberto Putzu e naturalmente al gran visir Ilvio Berlusconi col principino Alfano.
Non meno disastroso il risultato di Massimo Polledri, legaiolo al quale nulla è servito un gran sfoggio di scope, turbinio di pulmini con gli altoparlanti al Massimo volume e perfino l’esaltazione delle Messe in latino, quelle con il celebrante che volge le spalle ai fedeli tanto per prospettare un ritorno al tardo medioevo. Con buona pace di quel mio omonimo Claudio Arzani ormai di tradizione schierato dalla parte sbagliata.

Dorati nel loro isolamento snobbistico antipartito ‘grillini’ e ambientalisti spinti: entreranno in consiglio comunale tanto per far presenza senza incidere sulle scelte dell’una o dell’altra maggioranza. Con un pregio, però, per quanto agli amanti delle stelle: l’essere giovani, neofiti nell’agone della politica amministrativa con la speranza sappiano farsi portatori non solo di inutili massimalismi superficiali ma di buone idee che i governanti potranno talvolta far proprie.
Sembrerebbe inevitabile il favore dell’elettorato con conferma al ballottaggio del favore all’alfiere PD Paolo Dosi, trascorsi scudocrociati vicinisssimo alla Curia (gestisce una libreria in piazza Duomo, proprio a fianco della residenza vescovile), in linea con il carattere della città: moderatamente moderato con timide venature progressiste. Un buon placido ometto di vocazione mediana. Un po’ noioso e poco incline al combattimento? Del resto questa è la città, sempre più spesso vittima delle mire espansionistiche della capitale del Ducato, Parma. Se il Sindaco uscente, Roberto Reggi, che sostiene il Paolo a spada tratta, fosse stato così placido probabilmente non avremmo avuto la tangenziale, almeno nel tratto (utile a tutti) che ha tagliato il sentierino al servizio degli interessi del proprietario (singolo) di Villa Braghieri. Nel mediano sta la virtù. Vedremo, se così sarà o se Piacenza sarà definitivamente assorbita dalla vorace vicina Parma che nel frattempo già ha portato a casa l’accentramento della Cassa di Risparmio, della gestione dei parchi, della centrale operativa 118 e chissà quanto altro nel prossimo futuro (già si da per certo l’assorbimento dell’Ente Provincia).
Significativo infine il suicidio di noi ‘attempati ragazzotti’ di SEL, campioni di insipienza politica, nel nome dell’unità dei seguaci reduci del glorioso PCI accodati con i volponi politici di Rifondazione Comunista. Grazie ad una campagna che, dal punto di vista mediatico, ovviamente ha concesso i riflettori alle volpi e ai lupi avvezzi alle logiche della politica, tralasciando gli ingenui agnellini predisposti all’arrosto, i seguaci del Nicky a Piacenza portano a casa, in totale controtendenza rispetto al resto della Nazione, l’assoluta invisibilità. Eppure, irriducibili, vantano piena soddisfazione e speranze di ottenere assessorati con volpi e lupi che, a loro dire, dopo aver portato a casa il consenso e i voti di preferenza degli elettori, si tireranno in disparte. Chissà, forse un giorno piccoli ingenui politici cresceranno, proprio come le piccole donne dei romanzi rosa di Liala. Nell’attesa RiFo siede al tavolo con l’aspirante Sindaco Dosi e fa politica. Tratta lo spazio e la poltrona per imporre le proprie idee e i propri programmi. Così fa chi governerà, chi politica fa.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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