“Paul Delvaux e il surrealismo”, a Mamiano di Traversetolo (Pr) fino al 30 giugno: Commenti e impressioni

Les courtisanes, olio su tela di Paul Delvaux

Vale sempre la pena, un viaggio destinazione Mamiano di Traversetolo, 15 kilometri nella campagna che da Parma si stende verso l’appennino. Innanzitutto per ammirare il patrimonio artistico della villa dello splendore che ospita il museo voluto dalla Fondazione Magnani-Rocca.

Il sogno, olio su tela di Paul Delvaux

La collezione permanente propone opere di Manet, Goya, Renoir, Fontana, Canova ma è deliziosa anche la visita al parco, specie se si ha la fortuna di trovare una generosa giornata di sole. Una passeggiata nei viali, all’ombra di alberi secolari, tra gli splendidi coloratissimi vanitosissimi pavoni. Piccoli istanti di piacere e di serenità che rendono più facile la nostra permanenza in questa valle di lacrime.

Il dialogo, olio su tela di Paul Delvaux

E, a proposito di piacere, va ricordato il vicinissimo paesotto che si chiama Bannone. Sosta consigliatissima alla trattoria ove s’assapora la cucina di donna  Valeria. Non dimentichiamo che, a pochi kilometri, stanno il regno del prosciutto (Langhirano) e quello del salame (Felino). Ma il menù di donna Valeria è tutto da apprezzare. Antipasto, primi, secondi, fino ai dolci ideati dal figlio. Insomma, ‘pancia vostra  fatti capanna‘!

Leda, olio di Paul Delvaux

Ma alfin si giunga alla mostra visitabile fino al 30 giugno. Paul Delvaux, belga nato nel 1897 ci ha lasciati nel 1994 dopo una vita (artistica) vissuta tra le polemiche. Negli anni cinquanta venne proibita la visita ai preti di una sua personale a Venezia. Il censore? Il futuro pontefice Giovanni XXIII, motivo il pericolo che le giovani toghe nere potevano restare turbati, di frente alle tele. Qualche anno dopo, a Berlino, l’ingresso veniva vietato ai minori di 18 anni. Conseguenze di quell’immagine del corpo femminile che l’arte del pittore belga, grande amico di Magritte, ci trasmette.

Le amiche, opera di Paul Delvaux

Le sue donne sono inserite in una dimensione onirica, in uno spazio metafisico che si riconduce a De Chirico e a Magritte per proseguire in uno stile tutto personale. Il corpo femminile risulta infuso di mistero, diafano e spettrale e sicuramente sensuale, di una sensualità trasparente e dichiarata che viene ritratta nell’incontro ora con l’uomo ed ora con l’amica. Anticipando il tema (conturbante) d’un amore che supera le barriere della differenza di sesso. 

La stazione di Luxemburg, olio su tela di Paul Delvaux

L’intrigante femmineo, dunque. Ma attenzione: sono molti ‘i volti’ dell’arte di Paul. Da bambino dalla sua casa, nel lontano 1900, vedeva i primi tram sferragliare nelle vie della città. E le stazioni. Quel bambino (Delvaux aveva tre anni), era affascinato dai treni, dalle vetture che passano sui viadotti sopra ai tetti delle case, dalle stazioncine con le sale d’aspetto di seconda e terza classe, dalle locomotive e dal fumo che tutto anneriva. Da bambino voleva fare il capostazione, forse per questo nei sogni che ci ha poi lasciato da adulto un grande ruolo hanno proprio loro, le stazioni, i treni che possono portarci verso il mondo altro, verso i sogni, verso l’indefinito lontano che ciascuno di noi nasconde nel cuore come speranza.

Alla stazione – Quai des Rimes, olio su tela di Paul Delvaux

Per concludere, gli scheletri. Delvaux, da ragazzetto, con la scuola, venne portato in visita ad un museo dove, per la prima volta, vide uno scheletro umano. Ne fu spaventatissimo, tanto da raccontarne poi in serata alla madre. Divenuto adulto visitò un museo di scienze e storia naturale, con le sale stracolme di scheletri animali. E lì fu folgorato, capì che gli scheletri non fanno paura. Che sono semplicemente la vita che subentra dopo la morte, la vita che prosegue oltre la vita, semplicemente senza più il limte della carne.

Conversazione, olio su tela di Paul Delvaux

Ed è con la sorprendente interpretazione della Crocifissione dove Gesù diventa scheletro con la Maddallena e tutte le vittime del barbaro episodio. Scheletri. Contrapposti ai soldati romani in carne ed ossa. Come a significare che solo per gli scheletri la vita continua, va oltre. Mentre quei soldati si sono macchiati di un crimine e come tali sono loro, i veri morti. Un avvertimento per tutti i Signori delle guerre. Il Regno dei cieli, la vita oltre la morte della carne? Solo per i giusti, per i puri di cuore e di spirito. E dunque, chissà, forse qualcuno andando a Traversetolo, incontrerà lo scheletro di Paul Delvaux, per mangira insieme un buon piatto a Bannone, alla cucina di donna Valeria.

La Crocifissione, olio su tavola di Paul Delvaux

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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