Novità letterarie da InfiniteStorie.it (36/13) con foto e versi da Incontro di anime, pagina in facebookproverbi da Torino

I grandi pensieri….vengono dal cuore. Luc de Clapiers de Vauvenargues [Da Incontri di anime, pagina in facebook]

Per tutti

* Di Ilde ce n’è una sola * di Andrea Vitali (Ed. Garzanti, pp. 160, euro 14,90). In luglio a Bellano fa un caldo della malora. L’aria è densa di umidità e il cielo una cappa di afa. Eppure l’acqua che scorre rombando tra le rocce dell’Orrido è capace di tagliare in due il respiro, perché è fredda gelata, certo, ma anche perché nelle viscere della roccia il fiume cattura da sempre i segreti, le passioni, gli imbrogli, le bugie e le verità che poi vorrebbe correre a disperdere nel lago, sempre che qualcuno non ne trovi prima gli indizi. Come per esempio una carta d’identità finita nell’acqua chissà come e chissà perché. Brutta faccenda. Questione da sbrigare negli uffici del comune o c’è sotto qualcosa che compete invece ai carabinieri? Alla fine, a sbrogliare la matassa ci pensa Oscar, operaio generico, capace cioè di fare tutto ma niente di preciso, che da sei mesi è in cassa integrazione e snocciola le giornate sul divano con addosso le scarpe da lavoro, con la punta grossa. In quel luglio del 1970, offuscato dal caldo e dalle ombre tetre della crisi economica, armato della sua curiosità ottusa Oscar fa luce sui movimenti un po’ sospetti di Ilde, la giovane moglie dal caratterino per niente facile, che forse sta soltanto cercando il modo di tirare la fine del mese come può.

* Il calice della vita * di Glenn Cooper (Ed. Nord, trad. di Roberta Zuppet, pp. 410, euro 19,60). Inghilterra, XV secolo. Non è la prigione a gettare Thomas Malory nel più nero sconforto: è la consapevolezza di avere fallito, proprio come tutti coloro che lo hanno preceduto. Ormai ha una sola ragione di vita: proteggere la chiave che dà accesso a un segreto antichissimo. E ha un solo modo per farlo: scrivere un’opera sulle gesta di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Nell’Inghilterra di oggi Arthur Malory è sconvolto. Prima ha visto il suo migliore amico, Andrew, morire per mano di un assassino, poi è sfuggito per miracolo all’incendio che ha distrutto la sua casa. E tutto ha avuto inizio con una telefonata, quella in cui Andrew gli annunciava di avere novità sensazionali riguardo alla loro grande passione comune: il Graal. Da quel momento, Arthur è diventato il bersaglio di uomini senza scrupoli, determinati a completare una missione iniziata in Palestina, la notte in cui Gesù ha bevuto dal sacro calice, durante l’Ultima Cena. La sua unica possibilità di salvezza è trovare il Graal prima di loro. E, per riuscirci, dovrà rintracciare e seguire una catena d’indizi lasciata dal suo illustre antenato, Thomas Malory. Ma la sfida più grande che attende Arthur è la natura stessa del potere del Graal. Un potere che risale all’origine dell’universo, un potere che va oltre la Chiesa, oltre la morte di Cristo, oltre la vita…

* Lo zio Oswald * di Roald Dahl (Ed. Longanesi, trad. di Silvia Piraccini, pp. 248, euro 14,90). Discepolo di Don Giovanni, ma con un occhiuto senso degli affari e una robusta conoscenza dell’animo maschile, oltre che di un vastissimo catalogo di corpi femminili, Oswald Hendryks Cornelius è un raffinato viveur insaziabilmente devoto al culto del bello. La sua avventura inizia da una scoperta accidentale, che lo porta a conoscenza delle insospettabili virtù afrodisiache dello scarabeo vescicante sudanese. Complici il potente filtro d’amore e un’incantevole partner d’affari di nome Yasmin, Oswald tenta di rapire “con destrezza” il seme dei più grandi geni dell’epoca – da Picasso a Freud, da Proust a Puccini e molti altri ancora -, al fine di perpetuarne l’estro. Già apparso in due racconti, il personaggio dello zio Oswald diventa protagonista di un intero romanzo finora inedito in Italia, un piccolo gioiello che ancora una volta consacra Roald Dahl maestro dello humour raffinato.

* Il grande manoscritto * di Zoran Zivkovic (Ed. Tea, trad. di Jelena Mirkovic e Elisabetta Boscolo Gnolo, pp. 266, euro 13,00). Un appartamento vuoto, chiuso dall’interno: questo è il mistero che è chiamato a risolvere l’ispettore Dejan Lukic. Che cosa è accaduto alla famosa autrice di best seller che viveva in quella casa? E che cos’è successo al manoscritto, appena completato, del suo nuovo, attesissimo libro? A mano a mano che Lukic si addentra nel mistero, cominciano a farsi largo nell’indagine personaggi bizzarri che, come l’ispettore, sono sulle tracce del prezioso manoscritto scomparso. Un’irascibile agente letteraria, un pittore cieco, un abilissimo scassinatore, diversi editori senza scrupoli, persino una squadra dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale partecipano al caleidoscopico gioco di inganni che circonda l’inedito romanzo che tutti sembrano desiderare. Soltanto l’ispettore Lukic, però, si trova nella posizione di poter risolvere questo rompicapo poliziesco e letterario.

Solo quando e se le maschere cadono, possiamo renderci conto se chi abbiamo incontrato era una persona… o una delle sue innumerevoli maschere. [Da Incontri di anime, pagina in facebook]

Per gli appassionati del genere “Cultura”

* La stanza dei fantasmi * di Corrado Stajano (Ed. Garzanti, pp, 280, euro 18,80). Accade ancora che ci siano libri “necessari”, non soltanto per chi li scrive. Libri che sembrano generarsi da soli, per energia spontanea dell’istanza narrativa, così come un’essenza arborea nasce talvolta in un terreno insolito per la sua specie. Libri quasi mai catalogabili nei generi tradizionali (narrativa, testimonianza, saggio) e che a lettura ultimata lasciano nel lettore un germe che si sviluppa col passare del tempo. “La stanza dei fantasmi” appartiene a questa sorta di libri. Ci sono alcuni oggetti sulle scansie di una libreria privata, quella dell’autore: un misterioso pezzo di legno verniciato di rosso; la riproduzione dell’Auriga di Delfi; una foto, famosa, di alcuni signori che sfogliano i volumi di una biblioteca londinese semidistrutta dalle bombe; uno strano aggeggio veterinario; il ritratto di una giovane donna “dolce ridente” sotto un pergolato di glicine; altri reperti da rigattiere. Attorno a essi si aggrumano ricordi, ipotesi, fantasie; si cristallizzano storie individuali; passa la grande Storia del Novecento. Grazie alla scrittura, ricca e rigorosa, i ricordi diventano esperienza vissuta e narrazione partecipabile: i vari racconti, profondamente personali anche se mai autobiografici, confluiscono in quello che si potrebbe definire “romanzo storico”. In queste pagine c’è la forza di uno sguardo che entra nelle cose e negli eventi, vi si mescola carnalmente, e a sua volta ne riceve il riflesso.

Guardami in faccia…il mio nome è ” Avreipotutoessere.” Io mi chiamo anche” Nonpiù”… “Troppotardi”…” Addio.” Ma che importa… Sorrido ancora ai miei sogni. Incredibile… Guardami in faccia; il mio nome è anche” Illusione” ma tanto a sognare non costa niente. DANTE GABRIEL ROSSETTI. [Da Incontri di anime, pagina in facebook]

Per gli appassionati dei generi “Letteratura al femminile” e “Sentimenti”

* Neve a primavera * di Sarah Jio (Ed. Nord, trad. di Patrizia Spinato, pp. 334, euro 16,60). È tutto bianco. Il cielo, i tetti, le strade. Claire Aldridge è come ipnotizzata davanti a quello scenario. Mai si sarebbe aspettata una tempesta di neve a primavera, un evento rarissimo anche in una città fredda come Seattle. L’ultima volta che si è verificato, infatti, è stato nel lontano 1933, e proprio in quello stesso giorno di maggio. È una coincidenza troppo singolare per non stuzzicare l’interesse giornalistico di Claire, che comincia subito a fare delle ricerche. Ed è così che s’imbatte in un vecchio rapporto di polizia, in cui una donna di nome Vera Ray denuncia la scomparsa del figlio Daniel. Una denuncia che, per Claire, diventa una sfida: riuscirà a scoprire cos’è successo al piccolo Daniel e a ritrovarlo, dopo tutti questi anni? Percorrendo un sentiero tracciato nel labirinto del tempo, Claire inizia quindi a ricostruire, tassello dopo tassello, una storia drammatica eppure struggente. La storia di Vera, una giovane madre che, nella Seattle messa in ginocchio dalla grande depressione, è stata costretta a lasciare solo il suo bambino per andare al lavoro; una donna povera ma orgogliosa, che ha sempre affrontato la vita con coraggio e che non si è mai arresa, nemmeno quando gli ostacoli sembravano insormontabili. La storia di un uomo ricco e generoso che, a dispetto delle tradizioni e delle convenzioni sociali, ha sempre seguito la voce del cuore e che non ha mai saputo di essere diventato padre. La storia di un amore profondo e impossibile, di una famiglia pronta a tutto per evitare uno scandalo, di un segreto che nessuno avrebbe mai dovuto svelare.

* Contratto di passione * di Jennifer Probst (Ed. Corbaccio, trad. di Olivia Crosio, pp. 336, euro 13,90). Carolina Conte è innamorata fin da quando era piccola del migliore amico del fratello Michael, Max Gray. Ma benché adesso sia cresciuta, si sia laureata e lavori nell’azienda di Michael di cui Max è CEO, la sua famiglia continua a trattarla come il brutto anatroccolo di casa e Max sembra notarla appena. Finché, complice una conferenza con cena a seguire, Carolina e Max trascorrono insieme una notte di passione cui segue, per imposizione della famiglia, un matrimonio riparatore. Max si sente in trappola, Carolina è furiosa, il matrimonio inizia con una guerra… combattuta in camera da letto senza esclusione di colpi.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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