Novità letterarie da InfiniteStorie.it (32/13) con le indicazioni per scaricare l’Antologia ‘100 Thousand Poets for Change’

Collegandoti con il sito www.albeggiedizioni.com puoi scaricare in formato pdf il libro con i 29 poeti che in Italia hanno partecipato all’evento internazionale: Lucianna Argentino, Claudio Arzani, Fabio Barcellandi, Carlo Bordini, Marisa Cecchetti, Marco Cinque, Massimiliano Damaggio, Andrea Garbin, Giuseppe Iannarelli, Giovanna Iorio, Roberta Lipparini, Gianmario Lucini, Gabriella Modica, Paola Musa, Benny Nonasky, Guido Oldani, Paolo Polvani, Valeria Raimondi, Riccardo Raimondo, Ottavio Rossani, Francesco Sassetto, Adriana Scanferla, Jamshid Shahpouri, Christian Sinicco, Angelo Tonelli, Caterina Trombetti, Claudia Zironi, Terri Carrion e Michael Rothenberg

Per tutti

* La stella di pietra * di Marco Buticchi (Ed. Longanesi, pp. 320, euro 16,40). È il 1985 e l’Italia è da tempo sull’orlo della destabilizzazione. La tensione è provocata da un semplice simbolo: una stella a cinque punte. Ma, alla sua ombra, si concentrano connivenze, intrighi internazionali, alleanze inconfessabili, misteri e insabbiamenti. Sara Terracini non sa ancora quanto le oscure trame del terrorismo la toccheranno da vicino: è il giorno della sua laurea, e Sara è alle prese con una verità sconvolgente. I suoi studi sul Laocoonte, il famoso gruppo statuario attribuito alla produzione classica, indicano che la mano che l’ha scolpito potrebbe invece appartenere a uno degli artisti più famosi di ogni tempo… È il 1487 e il giovane Michelangelo Buonarroti, a bottega dal Ghirlandaio, si distingue sia per il talento incontrastato sia per il carattere impetuoso e irriverente. Un carattere che, insieme all’invidia e all’avidità che da sempre circondano gli accoliti dei potenti, negli anni lo porterà a guadagnarsi non pochi nemici. Ma è una burla senza precedenti, un falso di sua creazione, a rischiare di fargli perdere tutto. E a poco o nulla servirà nascondere i bozzetti del Laocoonte che potrebbero incriminarlo. Anzi, proprio da questo ha inizio una scia di morte che arriva… fino ai giorni nostri, sino cioè agli Anni di Piombo, e sino a mettere in pericolo la vita di Sara Terracini. E se i bozzetti di Michelangelo fossero un tesoro servito a finanziare le operazioni più inconfessabili del terrorismo? Il segreto sta per riaffiorare e travolgere decine di inconsapevoli protagonisti. Insieme a un inaspettato personaggio, Sara è costretta ad affrontare una corsa contro il tempo per cercare di impedirlo. Un romanzo disseminato di verità storiche che emergono tra le righe a risvegliare i ricordi della nostra memoria collettiva.

Per gli appassionati del genere “Thriller, Horror, Noir”

* Il respiro della cenere * di Jean-Christophe Grangé (Ed. Garzanti, trad. di Doriana Comerlati, pp. 448, euro 18,60). Parigi. Nel buio di un garage viene ritrovato il corpo di una donna brutalmente assassinata. Nei paraggi, un paio di guanti da chirurgo ancora intrisi di sangue. L’ennesimo spietato delitto del serial killer che da mesi spaventa la città. La sola persona in grado di occuparsi di un’indagine così complessa è il solitario ispettore Olivier Passan. L’uomo sta attraversando il periodo più difficile della sua vita: la separazione dalla moglie giapponese Naoko, la madre dei suoi due figli. Eppure non può permettersi distrazioni, perché il modus operandi dell’assassino fa pensare a una mente malata e pericolosa. Tutto porta verso un unico sospettato: Patrick Guillard, un ermafrodito abbandonato dalla madre alla nascita. Passan è convinto che il colpevole sia lui. Ma ha tra le mani pochi indizi, non c’è nessuna prova schiacciante. Proprio quando sta per incastrarlo, Guillard si dà fuoco, portando a termine il suo piano folle. Un piano che si ispira alla leggenda mitologica dell’Araba Fenice: l’uccello che una volta morto rinasce dalle proprie ceneri. Tutto sembra perduto. In realtà per Passan è soltanto l’inizio. Il caso non è affatto concluso e una minaccia incombe su ciò che ha di più caro: i suoi figli. L’ispettore ha bisogno di risposte. Risposte che solamente Naoko, fuggita in Giappone, può dargli. Risposte che affondano le radici in quella tradizione millenaria che li univa: l’arte dei samurai.

* La perfezione del male * di David Morrell (Ed. Nord, trad. di Roberta Zuppet, pp. 384, euro 14,90). Londra, 1811. Nel giro di alcuni giorni, due famiglie vengono trucidate nelle loro case. La popolazione è terrorizzata e chiede a gran voce alla polizia di chiudere il caso. Sebbene le prove siano controverse e indiziarie, viene arrestato un certo John Williams, che s’impicca in prigione prima del processo. Nessuno scoprirà mai se fosse davvero lui il colpevole… Londra, 1854. Thomas De Quincey è tornato in città. È passato molto tempo da quando, nei salotti dell’aristocrazia e della ricca borghesia, il suo nome era sulla bocca di tutti, a causa dello scandaloso pamphlet “L’assassinio come una delle belle arti”, in cui lo scrittore aveva avuto l’ardire di lodare la perizia omicida di John Williams. Eppure proprio quel libro provocatorio, che all’epoca lo aveva reso una celebrità, rischia adesso di costargli molto caro. Perché qualcuno ha sterminato un’intera famiglia, replicando fin nei minimi dettagli gli omicidi di quarantatré anni prima. È inevitabile che De Quincey diventi subito il principale indiziato, non soltanto della polizia, ma soprattutto dell’opinione pubblica, ansiosa di sfogare la propria rabbia contro di lui. Aiutato dalla giovane nipote e da un investigatore di Scotland Yard, De Quincey ha un’unica possibilità per dimostrare di essere innocente: scoprire chi è il vero assassino. Un assassino colto e raffinato che ha consacrato la sua vita all’arte del delitto, un assassino sfuggente come la nebbia notturna che striscia lungo le strade della città, un assassino che ha già pianificato ogni mossa per colpire la sua prossima vittima: Thomas De Quincey.

* Skin Trade * di Laurell K. Hamilton (Ed. Nord, trad. di Alessandro Zabini, pp. 576, euro 18,60). Anita Blake è abituata alle sorprese inquietanti, persino a ricevere minacce di morte, ma questa volta è troppo anche per lei: alla sede della Animators Inc. è arrivato un pacco con dentro la testa mozzata di un agente di polizia di Las Vegas. Tuttavia non è quel macabro spettacolo a spaventare la Sterminatrice, bensì la firma sul biglietto di accompagnamento: Vittorio, il vampiro-killer che, dopo aver ucciso più di dieci persone, aveva fatto perdere le sue tracce. Ora è tornato e ha lanciato un guanto di sfida ad Anita. Lei non ha nessuna intenzione di lasciarsi sfuggire quell’occasione per fermarlo, però sa bene di non poterci riuscire da sola. Con Jean-Claude fuori dai giochi – il potentissimo master di Las Vegas non accetterebbe mai la presenza di un rivale nel suo territorio -, rimane un’unica alternativa: Edward, l’assassino di creature della notte. Ci vuole un serial killer per trovarne un altro, e Edward potrebbe rivelarsi un alleato prezioso. Sempre che non ricada nelle vecchie abitudini e non inizi anche lui a seminare morte e terrore tra la popolazione inerme.

Per gli appassionati del genere “Letteratura al femminile”

* Una luna magica a New York * di Suzanne Palmieri (Ed. Garzanti, trad. di Serena Lauzi, pp. 308, euro 14,90). New York. Fiocchi di neve si posano leggeri sul tetto e i due comignoli fumanti si intravedono appena. Eleanor è davanti alla vecchia casa. L’ultima volta che è stata lì da bambina la luce della luna colorava d’argento le foglie dell’acero in giardino. Eppure i ricordi di quella lontana estate sono avvolti in una fitta nebbia. L’unico particolare rimasto impresso nella sua memoria è l’intenso aroma di caffè che avvolgeva le stanze. Eleanor ha dimenticato ogni altra cosa. E sa che da allora tutto è cambiato. La madre l’ha portata via da quel luogo, dalle donne della sua famiglia e dal loro dono speciale: prevedere il futuro. Un dono che è anche una pericolosa maledizione. Ma adesso è qui che Eleanor ha deciso di trovare rifugio. Ha scoperto di essere incinta e il suo solo desiderio è fuggire. Fuggire dalle sue paure, dalla madre e dal fidanzato per proteggere il suo bambino. Un misterioso richiamo la spinge verso il suo passato. Verso il posto da cui provengono le sue radici. Eleanor sente che la nonna e le prozie possono darle il sostegno di cui ha bisogno. Perché, nonostante il passare degli anni, le anziane donne non hanno mai smesso di volerle bene. Giorno dopo giorno tra quelle mura, nel silenzio di una buia soffitta, la nebbia intorno ai ricordi di Eleanor a poco a poco si rischiara e ciò che è rimasto celato per tanto tempo aspetta soltanto di essere svelato. Eleanor è pronta a scoprirlo per ritrovare se stessa. Per sapere finalmente la verità sulla storia della sua famiglia. Perché il peso dei segreti è troppo forte da sopportare ancora.

Per gli appassionati del genere “Memoir”

* Città d’ombra * di André Aciman (Ed. Guanda, trad. di Valeria Bastia, pp. 270, euro 18,00). “La vita comincia da qualche parte con il profumo della lavanda”. Partendo così da un ricordo ispirato dalla fragranza del dopobarba del padre, il maestro della nostalgia André Aciman esplora il concetto di memoria e l’esperienza della perdita in tutte le loro sfaccettature: dall’infanzia perduta ad Alessandria sotto l’abbagliante sole egiziano agli anni vissuti a Roma da ragazzino, dove adorava perdersi per i meravigliosi vicoli in acciottolato del centro; dalle visite al padre nella Parigi “collerica e piovosa di Baudelaire”, in cui ha sempre sognato di vivere, agli studi universitari a Cambridge; dall’armonioso caos di Barcellona alla “caccia” agli scorci dei quadri di Monet a Bordighera. Un dedalo di impressioni, tra gli angoli sperduti di un’esistenza vissuta in esilio permanente prima di stabilirsi a Manhattan, nella speranza di riuscire finalmente a cogliere e fissare la propria identità, laddove invece, come in una fotografia, l’immagine vera è soltanto “un’infinita sovrapposizione di immagini instabili”.

Per gli appassionati dei generi “Storie vere” e “Avventura”

* La grande avventura * di Stefano Ardito (Ed. Corbaccio, pp. 234, euro 18,60). Nell’agosto 1913 un gruppo di austeri signori attrezzati con pendoli, termometri, palloni sonda e teodoliti, si imbarca a Marsiglia e approda a Bombay per un lungo viaggio nel cuore dell’Asia, destinato a interrompersi inaspettatamente nell’agosto del 1914, con la notizia dello scoppio della guerra in Europa. A ideare e dirigere questa spedizione straordinaria è il quarantaquattrenne medico torinese Filippo De Filippi, già noto nel mondo dei viaggiatori dell’epoca per aver accompagnato il Duca degli Abruzzi in Alaska e al K2. De Filippi e i suoi compagni esplorano le valli del Karakorum, dell’Himalaya occidentale e del Turkestan cinese, facendo tappa a Skardu, a Leh, sul ghiacciaio Rimu, sull’altopiano del Dèpsang e a Kashgar, in pieno deserto del Taklamakan: luoghi dai nomi ancor oggi non del tutto familiari, ma che ai primi del Novecento significano un tuffo nell’ignoto. La passione che li muove ha molte componenti: spirito di avventura, rigore scientifico, curiosità tutta umanistica per i popoli e le culture che incontreranno per via. Mappano territori inesplorati, raccolgono campioni di rocce, effettuano rilevazioni gravimetriche, studiano le società e le economie locali di Baltì, Ladakhi, Uiguri, Kirghisi… Eredi di Marco Polo, apriranno la strada ad altri grandi viaggiatori del Novecento come Ardito Desio. E il loro viaggio, anche se non si è concluso come avrebbero voluto, resta una “grande avventura” che a cent’anni di distanza continua a interessare e affascinare.

Per gli appassionati del genere “Attualità”

* L’odore della carta * di Ian Sansom (Ed. Tea, trad. di F. Iannelli, pp. 272, euro 13,00). Immaginiamo per un momento che la carta stia per scomparire. Che cosa andrebbe perduto? La risposta è semplice: tutto. La carta è tutt’intorno a noi. E non pensiamo soltanto ai libri, alle lettere, ai quotidiani; pensiamo ai certificati, alle carte da gioco, ai tovagliolini, ai biglietti da visita, agli imballi dei telefoni cellulari e alle bustine del tè. Siamo gente di carta. Tuttavia, si dice, l’epoca della carta è al tramonto: si vendono più ebook che libri cartacei, i biglietti elettronici hanno rimpiazzato quelli tradizionali, gli archivi vengono digitalizzati. Il mondo in cui viviamo è stato costruito con la carta, nondimeno ovunque guardiamo la carta sta scomparendo e stiamo entrando in un nuovo mondo, senza carta. In questo libro, Ian Sansom esplora tutti i paradossi di questo eccezionale materiale inventato dall’uomo e la sua presenza, silenziosa e ininterrotta, dietro ogni aspetto della nostra vita. Un’opera divertente e stracolma di curiosità e informazioni, una riflessione di straordinaria attualità. Un libro.

* Morti di fama. Iperconnessi e sradicati tra le maglie del web * di Giovanni Arduino e Loredana Lipperini (Ed. Corbaccio, pp. 144, euro 19,90). Benvenuti nella Nuova Rete, il tendone da circo sotto il quale folle oceaniche si creano un’identità e fanno di loro stesse un prodotto da promuovere, un marchio. Benvenuti dove miliardi di utenti documentano, condividono, amplificano e pubblicizzano ogni istante della loro vita e delle loro attività. Dove si alleano con altri marchi simili e alimentano la loro micronotorietà attraverso blog, Facebook, Twitter e decine di piattaforme e applicazioni, sfruttando l’approvazione d’impulso tipica dei social network. E dove rischiano di trasformarsi in ridicoli fenomeni da baraccone, condannati a venire presto dimenticati. Gli autori, attenti frequentatori e osservatori del web, attingendo da una massa imponente di dati e interviste, raccontano quanto sia mutato il significato della fama. E sottolineano con stile arguto e provocatorio come siano stati stravolti il concetto di identità e il nostro modo di confrontarci con gli altri: da penso dunque sono a ho tanti “mi piace” quindi esisto.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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