Novità letterarie da Infinitestorie.it (3/12) con un dipinto di Giuseppe Pecoraro, presente in fb gruppo ArtInsieme

Venere, olio su tela di Pecoraro Art Giuseppe

Per tutti

* Il colore della memoria *di Care Santos

(Ed. Salani, trad. di Claudia Marseguerra, pp. 580, euro 18,60) Barcellona, 1932. In una vigilia di Natale apparentemente simile alle altre, Maria del Roser Golorons vedova Lax esce con la fedele domestica Conchita per trascorrere tutta la giornata ai Grandi Magazzini El Siglo, inconsapevole degli eventi che stanno per travolgere la sua famiglia e la sua città. Pochi anni più tardi, alle soglie della guerra civile, il celebre pittore modernista Amadeo Lax dipinge il suo capolavoro in ricordo della moglie Teresa che lo ha abbandonato: un affresco superbo, fatto di luci intense e contrasti imprevisti, che nella sensualità del tratto nasconde un’oscurità indecifrabile. Quasi ottant’anni dopo, l’esperta d’arte Violeta Lax, nipote di Amadeo, riceve un misterioso invito da una sconosciuta signora italiana che afferma di avere importanti notizie da comunicarle. Incuriosita, Violeta decide di incontrarla, ma prima vuole fermarsi a Barcellona per visitare la casa di famiglia, ormai in stato di abbandono, e ammirare per l’ultima volta l’affresco realizzato da suo nonno prima che venga rimosso. Inizia così per Violeta un viaggio nel tempo sulle tracce della storia familiare, lungo i vicoli e le strade eleganti di una Barcellona scintillante e piena dell’energia irrefrenabile dell’inizio del Novecento; lungo le fortune e le disgrazie dei Lax, segnate dall’arte di Amadeo, genio crudele che interpreta nelle sue opere tutta l’inquietudine, la brama di certezze e la brutalità della nuova epoca. E un viaggio in un passato pieno di figure femminili tenere e straordinarie, visionarie e appassionate, custodi di una Storia fatta di gesti quotidiani e sublimi, di delitti e di passioni indimenticabili.

* La macchina della morte *

di AA.VV. a cura di Ryan North, Matthew Bennardo, David Malki

(Ed. Guanda, trad. di Giovanni Garbellini, pp. 550, euro 19,00) È stato inventato un congegno in grado di definire come si morirà, ma non quando. Non fornisce date, né altri dettagli. Tramite un semplice prelievo del sangue, la macchina è in grado di dirvi come morirete. Sembra strano, ma ha sempre ragione. Che cosa succede però se questa “cabina” pronta a svelare il vostro destino comincia a emettere impietosi verdetti? A dare risposte a dir poco ambigue? Dopo il prelievo, il congegno si limita a sputare un foglio con stampate in maiuscoletto, a lettere nitide, le parole “esplosione”, “mela avvelenata”, “vecchiaia” e molto altro ancora. Ma morire di “vecchiaia” può anche voler dire essere uccisi investiti da un anziano signore. “La macchina della morte, notizie da un mondo in cui le persone sanno di che morte morire”, è un’idea nata nel 2005 da tre giovani artisti americani che hanno raccolto sul loro blog i racconti più divertenti, arrivati numerosi dopo il lancio dell’idea nel web.

Per gli appassionati del genere “Cultura”

* Il mondo libero *di David Bezmozgis

(Ed. Guanda, trad. di Corrado Piazzetta, pp. 352, euro 18,50)

È l’estate del 1978 quando i Krasnanskij, una famiglia di ebrei lettoni, lasciano l’Unione Sovietica e trascorrono cinque mesi a Roma in attesa del visto per trasferirsi in America. Divenuti prigionieri del limbo della burocrazia, i Krasnankij fanno della capitale italiana una stazione intermedia e il loro purgatorio. Immersi così nella variopinta sarabanda dell’emigrazione, tra le promesse e i pericoli del “mondo libero”, tra nostalgia e alienazione, i membri della famiglia emergono sullo sfondo di un’epoca di grande complessità storica. Ci sono il patriarca Samuil, vecchio comunista nostalgico; il figlio maggiore Karl con moglie e bambini, ansiosi di cogliere le meravigliose opportunità offerte dall’emigrazione; il figlio minore Alec interessato soprattutto alle donne; e sua moglie Polina che ha rotto con la famiglia d’origine per questa nuova vita. Attraverso il racconto di tre generazioni di ebrei, intrappolati tra il gelo del regime brezneviano e le folle radunate in piazza San Pietro, David Bezmozgis con sguardo acuto ed empatico attinge a vicende autobiografiche creando il ritratto preciso di un’epoca tumultuosa e dando vita a personaggi indimenticabili.

Per gli appassionati dei generi “Cultura” e “Sentimenti”

* Romancing Miss Brontë *di Juliet Gael

(Ed. TEA, trad. di Claudio Carcano, pp. 430, euro 14,00) Chi erano davvero le sorelle Brontë? Charlotte, Emily e Anne erano tre sorelle che a metà dell’Ottocento decisero di infrangere i tabù della società inglese e inseguire il proprio sogno scrivendo romanzi e irrompendo in un contesto di esclusivo appannaggio del genere maschile. Con gli pseudonimi di Ellis, Acton e Currer Bell le tre sorelle pubblicarono i propri capolavori: “Jane Eyre”, “Cime tempestose” e “L’inquilino di palazzo Wildfell”. Attraverso la figura di Charlotte, la maggiore di età tra le sorelle Brontë, l’autrice racconta la loro storia fatta di passioni e di dolori, di rinunce e di solitudini. Perché nonostante l’importanza dei loro romanzi per la letteratura inglese, le tre autrici non riuscirono a essere universalmente accettate dalla società vittoriana e furono costrette a continuare la propria vita nell’isolamento del paesino di Haworth, nello Yorkshire. Spaziando tra realtà storica e finzione narrativa, il romanzo di Juliet Gael restituirà al lettore un ritratto unico e inedito delle sorelle Brontë.

Per gli appassionati del genere “Thriller, Horror, Noir”

* Tutto cospira a tacere di noi * di Daniela Ranieri

(Ed. Ponte alle Grazie, pp. 366, euro 16,80) Quando Luigi Trevor, ex promessa della fisica, ora membro del collettivo di “sovversione informatica” Nuclei Digitali Dissidenti, riesce a farsi assumere dalla società di comunicazione Fantasy Mix con l’intento di sabotarne i legami con le multinazionali della repressione, viene assegnato alla postazione di quella che ribattezzerà “Arianna”, ex ricercatrice universitaria e impiegata dell’azienda, improvvisamente scomparsa. Frugando fra i documenti – lettere, pagine di diario, riflessioni, persino una bozza di romanzo – che riesce miracolosamente a ripescare dal suo computer, Trevor s’innamora perdutamente di Arianna – figura indimenticabile di intellettuale e amante, ironica e tragica – e si lascia guidare da lei alla scoperta delle connessioni criminali della Fantasy Mix. Attraverso la porta stretta di una complicità rivoluzionaria e di un’adorazione amorosa che mai potranno essere ricambiate, Trevor vincerà la sua battaglia ma arriverà a perdersi (definitivamente?) e Arianna, forse, a ritrovarsi. Intensa storia d’amore, noir politico, riflessione acuminata e irridente sul lavoro precario e sul culto della Rete, “Tutto cospira a tacere di noi” è la rivelazione di una vera scrittrice in grado di restituire alla letteratura la sua capacità pienamente moderna di reinterpretazione del mondo.

* L’inchiesta * di Philippe Claudel

(Ed. Ponte alle Grazie, trad. di Francesco Bruno, pp. 208, euro 16,80). Giunto in città per indagare su un’ondata di suicidi tra i dipendenti di una fantomatica Azienda, l’Inquirente si ritrova catapultato in una realtà surreale, ai limiti dell’assurdo, inizialmente grottesca ma poi sempre più inquietante e sinistra. E così, quella che in prima battuta sembrava una missione come tante compiute in passato, per il povero Inquirente si trasforma in un’impresa impossibile, dove l’ordine normale delle cose è sovvertito, i confini tra il bene e il male diventano labili e la possibilità di far luce su quelle morti ormai passate in secondo piano una speranza sempre più flebile. Attraverso pagine di fortissimo impatto emotivo, a fronte di uno stile essenziale, quasi lapidario, Philippe Claudel mette in scena un mondo non poi così distante dall’abominio di un certo nostro presente, dove l’individuo, a partire dal suo essere lavoratore, ha perso gran parte della dignità, è stato trasformato in una creatura robotomizzata, anello anonimo all’interno di un meccanismo imperscrutabile, che tutto controlla e tutto decide in maniera inappellabile. Traendo spunto dai drammatici fatti di cronaca che hanno sconvolto la Francia tra il 2008 e il 2009, con l’arte innegabile che lo ha consacrato a livello internazionale, Claudel tesse in questo romanzo una delicata e sapiente riflessione filosofica sull’odierna condizione umana.

* Il vangelo dell’assassina* di Amanda Lind

(Ed Longanesi, trad. di Sara Culeddu, pp. 419, euro 17,60). Francy ha trentacinque anni, è una moglie e una madre. La sua vita è apparentemente normale e ben organizzata secondo un ordine maniacale, anche se i problemi di certo non le mancano. Il figlio Adrian è in crisi adolescenziale precoce e preferisce la compagnia della baby-sitter alla sua, il marito sembra fare altrettanto e lei deve affrontare la gravidanza della piccola Belle. Ma al di là dei problemi quotidiani un pensiero ossessivo la angoscia costringendola a tormentarsi le mani appoggiate al pancione di otto mesi: scoprire chi è la talpa che sta mandando gambe all’aria la sua organizzazione. Perché Francy non è soltanto una moglie e una madre, è un manager a capo di un impero criminale. Così, un giorno, durante le festività natalizia, quando si vede recapitare in dono la testa mozzata di un suo collaboratore, decide finalmente che la misura è colma. Chi è lo spietato assassino che vorrebbe farle le scarpe? Chi è l’uomo che le vuole sottrarre il suo impero? Francy ha deciso che scoverà chi la tradisce e gli darà in pasto la morte.

  Finché vita non ci separi *di Julia Crouch

(Ed. Garzanti, trad. di Gianni Pannofino, pp. 390, euro 18.60). È uno sbaglio, Rose lo sa. Ma non può rifiutare. Lei e Polly sono amiche di sangue, quasi sorelle. Le loro vite sono ormai divise, ma le loro anime sono indissolubilmente unite. Unite per sempre, da un segreto e un silenzio. La telefonata è giunta all’improvviso. Polly, un’ex cantante ribelle, è disperata, ha bisogno di ospitalità. Rose è l’unica in grado di aiutarla. È sempre stato così, fin da piccole. Ma quando Polly si presenta alla porta del cottage, è da subito evidente che non è quello che sembra. Dimostra fin troppo interesse per i vestiti di Rose. Per la sua casa. Le sue figlie. Suo marito. Rose inizia a sospettare che lo scopo di Polly non sia soltanto quello di essere consolata. Strani incidenti si susseguono. Il vecchio gatto di casa scompare, la figlia piccola di Rose si salva per un soffio da un avvelenamento. Giorno dopo giorno l’inquietudine di Rose cresce, ma nessuno la aiuta, nessuno le crede, nemmeno Gareth, suo marito. Finché una cosa non appare chiara: una volta che Polly è entrata, sarà molto difficile farla andare via. Il castello di certezze di Rose e la sua stessa vita sono in pericolo, ma lei non ha nessuna intenzione di farsele strappare tanto facilmente. Anche a costo di far riemergere la parte più oscura di sé, la parte che da anni nasconde dietro la facciata di madre perfetta e moglie esemplare.

Per gli appassionati del genere “Storie vere”

* Nei tuoi occhi di bambino * di Tiberio Timperi

(Ed. Longanesi, pp. 164, euro 11,60) Un romanzo lieve e toccante, una storia intima, drammatica e ricca di elementi autobiografici. Leonardo è diventato un padre a metà, come ce ne sono tanti, troppi. Ogni giorno è scandito dalla solitudine, dal peso di un matrimonio fallito, dalle beghe legali, dalle ore contate nell’attesa di rivedere il figlio. Giocare, accompagnarlo all’asilo, insegnargli a vivere. Giorni trascorsi nel desiderio di poter semplicemente fare il padre. Leonardo è un uomo alla ricerca di un equilibrio fragile e prezioso, da raggiungere e difendere giorno dopo giorno, finché un incontro insperato gli offrirà una semplice, ma importantissima opportunità. Tiberio Timperi ci accompagna dentro la vita di un padre che non ha perso la speranza e la voglia di lottare, rendendoci partecipi delle difficoltà incontrate e delle amarezze vissute, ma anche delle piccole conquiste quotidiane e dei rari momenti di gioia.

* Bella tutta! I miei grassi giorni felici * di Elena Guerrini

(Ed. Garzanti, pp. 230, euro 15.20) “Bella tutta!” è una storia vera, quella di Elena Guerrini, della sua adolescenza e dei suo amori sfigati. È la sua storia e quella dei suoi chili. Sua e della sua Pancia, con la P maiuscola. Sua e della sua gara con le diete. Soltanto dopo aver provato sessantotto diete diverse, contato per anni le calorie di ogni cibo ingerito, letto settanta manuali su come dimagrire per essere felici, ha deciso di essere felice lo stesso, senza dimagrire. Ha smesso di fare diete, non ha più comprato creme miracolose e pillole magiche, non ha fatto digiuni estenuanti seguiti da abbuffate svuotafrigo. E ha buttato quell’infido attrezzo sadomaso che è la bilancia. Un giorno si è svegliata e ha deciso che poteva impiegare quei soldi e quel tempo per lei. Non soltanto per la sua linea o per combattere la cellulite, ma per lei, per la sua persona tutta intera. Non è cambiato il peso, è cambiato lo sguardo.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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