Notizie letterarie (12/09) da Infinitestorie.it, con immagini da Lisbona di Enlis, accompagnate da liriche dei poeti portoghesi

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Per gli appassionati dei generi “Cultura” e “Attualità”
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* La borsa delle tenebre *
di Giorgio Taborelli
(Ed. Ponte alle Grazie, pp. 144, euro 12,00)

 Il sogno americano è ormai divenuto un incubo, e il mondo scivola inesorabilmente verso un’altra catastrofe. Il demone dei mutui subprime e dei derivati aleggia sugli Stati Uniti e travolge con sé il resto del pianeta, come un cancro globalizzato per cui non esiste una cura. È lo scenario apocalittico di questo romanzo breve narrato in prima persona da un massaggiatore afroamericano, spettatore dell’ascesa e del declino del suo mentore Marlon Morgan, un tempo amico d’infanzia e poi spregiudicato finanziere newyorkese. Senatori, faccendieri, alti prelati passano dal suo lettino per rilassarsi ma soprattutto per confessarsi, come se soltanto lì potessero guardare in faccia la verità. Un racconto della crisi attuale, ma anche dell’insanabile miraggio del denaro che genera altro denaro, in una spirale apparentemente infinita che porta soltanto disperazione e annullamento. Un’epica negativa, una recessione umana ancor prima che economica, fatta di ipocrisia, paura, morte. Sarà proprio l’io narrante, figura dell’innocenza in mezzo a tanta devastazione, a suggerire un segno di speranza.
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* La filosofia di Lost *
di Simone Regazzoni
(Ed. Ponte alle Grazie, pp. 168, euro 12,00)
 Un luogo tra la vita e la morte, tra fiction e realtà. Questo è “Lost”: ciò che si trova alle radici stesse del domandare. Perché l’Isola non dà risposte, non possiede la verità. Piuttosto, ne incarna l’enigma. E lo fa con una narrazione al contempo complessa e popolare, sfruttando i canali aperti dalla transmedialità, dilatando all’infinito l’orizzonte della partecipazione. La serie tv creata da J.J. Abrams e Damon Lindelof è a tal punto legata alla filosofia che alla filosofia non restano che due scelte. Spiare da dietro il buco della serratura il dispiegarsi di quello che è, a tutti gli effetti, un mondo. Oppure accantonare ogni falso pudore, ed esplorare l’Isola. Simone Regazzoni sceglie questa seconda via, e s’imbarca a bordo del volo 815 col preciso intento di precipitare insieme a Jack, John, Kate, Hurley, Sayid, Sawyer. E a tutti i fan della serie. Accampato sulla spiaggia o perso nella foresta, l’autore apre botole, progetta mappe, sfida mostri e ridicolizza pregiudizi. Naufrago tra i naufraghi, decide di far abitare al discorso filosofico lo spazio dell’erranza. Qualcuno, certo, storcerà il naso. Ci vuole tempo per sentirsi perduti. L’Isola ce l’ha. La filosofia anche.
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All’ora X, al Caffè Portogallo
di Mario Cesariny de Vasconcellos (Trad. A. Tabucchi)

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All’ora X, al Caffè Portogallo
al tavolino Z, sempre la stessa scena:
una talpa alza la manina e saluta…
Due picchi discutono entusiasmatissimi:
che la ditta-tura dura, che non dura
la detta ditta-tura dura, disdetta!
Un uccello canterino dice che peccato
e un signor struzzo ingolla uova al tegamino

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Per tutti

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* Che cosa è successo a mister Dixon? *
di Ian Sansom
(Ed. Tea, trad. di C. Carcano, pp. 240, euro 10,00)
 È la vigilia di Pasqua e il primo giorno della mostra itinerante sulla storia del più importante emporio di Tundrum, il leggendario Dixon & Pickering’s, che compie ben cento anni. E Israel Armstrong, bibliotecario itinerante della città e curatore dell’esposizione, è di ottimo umore. Anche se piove, lui non ha bevuto il suo caffè e la gente del luogo sembra fare di tutto per rendergli la vita impossibile (come sempre, del resto). Ma dove è finito Mr. Dixon? E che cosa ne è stato delle centomila sterline che custodiva nella sua cassaforte? Inutile dire che il sospettato numero uno è proprio Israel, che nel giro di poche ore si ritrova ammanettato, accusato di rapimento e furto, e per giunta senza lavoro. Riuscirà Israel a trovare la chiave di quella sparizione, salvare il posto e non trascorrere i prossimi anni in una cella dell’Irlanda del Nord? E poi perché Gloria non risponde mai alle sue telefonate? E si può sapere perché a Tundrum sembrano avercela tutti con lui? Ma, soprattutto, c’è nessuno qui che ha sentito parlare di Franz Kafka?
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A mio favore
di Alexandre O’Neill (Trad. A. Tabucchi)
A mio favore
Ho il verde segreto dei tuoi occhi
Alcune parole d’odio alcune parole d’amore
Il tappeto che partirà per l’infinito
Stanotte o una notte qualsiasi
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A mio favore
Le mura che insultano passo-passo
Sicuro rifugio sopra il mormorio
Che ancor venga dalla vita in corsa
La barca nascosta dal fogliame
il giardino dove l’avventura ricomincia.

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Per gli appassionati del genere “Thriller, Horror, Noir”

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* Miserere *
di Jean-Christophe Grangé
(Ed. Garzanti, trad. di Doriana Comerlati e Giulio Lupieri, pp. 538, euro 18,60)
 Parigi, chiesa armena di Saint-Jean-Baptiste. Nell’aria riecheggiano ancora le terrificanti grida dell’esule cileno Wilhelm Goetz, organista e direttore del coro di voci bianche, appassionato cultore del Miserere di Gregorio Allegri. Il corpo dell’uomo giace ormai inerte in una pozza di sangue, riverso sull’organo, i timpani perforati con indicibile violenza. Accanto al cadavere, le impronte di un bambino. Lionel Kasdan, parrocchiano di quella chiesa e poliziotto in pensione, segugio d’altri tempi, testardo quanto acuto, è il primo ad accorrere sulla scena del delitto. Un delitto apparentemente inspiegabile, considerata la reputazione di Goetz, un uomo tranquillo e riservato, dedito soltanto alla musica con una passione quasi maniacale. Ma dietro quell’immagine immacolata ben presto Kasdan, insieme a Cédric Volokine, poliziotto della Squadra protezione minori, capisce che c’è ben altro. Ci sono rapporti ambigui e oscuri che Goetz instaurava con gli allievi del coro delle voci bianche. Ci sono anche verità inconfessabili, ferite insanabili risalenti agli anni della dittatura in Cile. E mentre prosegue l’indagine, gli interrogativi si rincorrono: Goetz era veramente un testimone contro i torturatori del regime di Pinochet o un attivo collaboratore dei fascisti? Le risposte vanno trovate, e in fretta. Perché i delitti si susseguono, uno dopo l’altro, tutti orchestrati secondo le stesse modalità. Bisogna fermare quella voce bianca che uccide nelle chiese di Parigi e si eleva solitaria nella musica celestiale del Miserere.
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* La formula Stradivari *
di Inaki Biggi
(Ed. Nord, trad. di Claudia Marinelli, pp. 500, euro 18,60)
 Cremona, 1680. Un alto prelato convoca Antonio Stradivari, gli consegna un’enorme somma di denaro e, dopo avergli rivelato un’oscura formula musicale, gli ordina di costruire dodici strumenti dal suono e dal potere divino. A quell’incarico il giovane liutaio dedicherà tutta la vita, portando con sé nella tomba il segreto della formula e degli strumenti. Nel 2003, in una villa alle porte di Madrid viene ucciso un magnate greco. Tutto lascerebbe pensare a un furto finito in tragedia, ma quando si scopre che nella stessa notte, a Ginevra, anche la casa del nipote della vittima era stata messa a soqquadro, il commissario Herrero intuisce che c’è qualcosa di più dietro il delitto. Che cosa cercavano, dunque, gli assassini? Herrero non ha nessun indizio concreto su cui basare le indagini, finché non viene contattato da un rabbino secondo il quale l’omicidio del greco è solo l’ultimo di una catena di crimini e abili depistaggi: fin dalla Seconda guerra mondiale, un gruppo di nazisti è alla ricerca di dodici Stradivari, custodi di un codice che rivelerebbe il mistero della creazione dell’universo.
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Per gli appassionati dei generi “Ragazzi” e “Thriller, Horror, Noir”

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* C’è qualcuno in casa *
di Serge Quadruppani
(Ed. Salani, trad. di Maruzza Loria, pp. 96, euro 11,00)
 È notte fonda, tre ragazzini sono soli nella loro grande casa appena fuori dal paese: la mamma ha il turno di notte in ospedale e il papà non c’è più. Improvvisamente sentono un rumore di passi provenire dalla soffitta. La portafinestra è stata forzata, ci sono tracce di sangue sul pavimento. Che ci sia qualcun altro in casa oltre a loro?
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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “Notizie letterarie (12/09) da Infinitestorie.it, con immagini da Lisbona di Enlis, accompagnate da liriche dei poeti portoghesi”

  1. oh conte,

    carissimo conte,

    tanta acqua è passata

    ma sempre vivo è il ricordo

    di ogni nostra chiacchierata.

    Buone nuove ti chiedo

    ma non qui,

    ti mando subito

    un pvt ;)*

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