“Non potremo mai rispettare chi indossa una divisa”, e la Rai concede la parola all’idiozia ultrà.

Domenica scorsa l’idiozia è passata in prima serata tv con l’intervista del tg ad un paio di ultrà, tifosi del Piacenza football club.

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Motivo la scritta demenziale apparsa sabato sui muri dello stadio da rugby della città padana: “Catania -1”, firmato da A.C.A.B., all cops are bastard, tutti i poliziotti sono bastardi, organizzazione che di fatto condivide e giustifica l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti.

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Naturalmente di spalle e con il cappuccio tirato sulla testa come ogni buon vigliacco, i due hanno rilasciato dichiarazioni allucinanti nella loro stupidità.

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Avendo subito più di una volta dei torti da parte della polizia, non potrò mai rispettare chi indossa una divisa”.

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Il rapporto tra ultras e polizia non si può cambiare, è come quello tra guardie e ladri. Noi abbiamo le nostre colpe, ma il movimento ultras ha le sue regole e fra queste c’è anche lo scontro fisico”.

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Inevitabile, per chi frequenta lo stadio, riconoscere i due portati all’onore delle cronache dai giornalisti Rai e basterebbe già questo a spegnere lo schermo non senza una certa indignazione.

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Personaggi noti per le frequentazioni e le simpatie per quanti, anche politicamente, esaltano la cultura della violenza (anche solo verbale) e delle discriminazioni più o meno razziali, da Forza Nuova alla Lega Nord, mai avrebbero potuto sperare in un momento di protagonismo e di riconoscimento come quello loro offerto dal tg.

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Personaggi noti nella loro marginalizzazione culturale e sociale ai quali forse meglio si risponderebbe con il silenzio, specie negando platee nazionali come quella televisiva, evitando di trasformarli in eroi agli occhi di qualche mente debole.

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Non solo: sarebbe forse meglio che gli schermi della scatola magica evitassero non solo le interviste a questi imbecilli, ma si negassero come cassa di risonanza dei teppisti, smettendola di mostrarci le “eroiche gesta” degli scontri di piazza catanesi, scontri senza senso alcuno (nemmeno quello del tifo calcistico) se non il disordine fine a sé stesso.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a ““Non potremo mai rispettare chi indossa una divisa”, e la Rai concede la parola all’idiozia ultrà.”

  1. E’ la Catania della prima foto che ci piace ricordare, quella con l’Etna che contiene i suoi bollori per evitare di far male alla città…

    Buona serata Conte

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