“Mio padre era fascista”, testimonianza di Pierluigi Battista, Oscar Mondadori, 2016

Il padre, fascista, combattente con la R.S.I., reduce di Salò convinto delle sue scelte, delle sue battaglie, dei suoi valori, fedelissimo di Mussolini. Il figlio, Pierluigi Battista, giornalista (già vicedirettore al Corriere della Sera, collaborazioni con La Stampa e Panorama), ‘militante’ nelle organizzazioni extraparlamentari della sinistra rivoluzionaria e antifascista negli anni post ’68: il rapporto non può che essere conflittuale, impossibile trovare un punto d’equilibrio, momenti d’incontro, di comunanza, di anche minima parziale condivisione non appena il discorso politico venga anche solo sfiorato. Fino al momento della morte (per vecchiaia) del padre, quando Pierluigi ne scopre il diario e non può far altro che rammaricarsi della rigidità giovanile, dell’aver perso l’occasione per tentare di capire quel padre in fondo legato ai valori coi quali era cresciuto in un’Italia di piazze piene ad osannare il mascellone salvo, in grande maggioranza, prontamente indossare diverse casacche ‘al momento giusto’, quello della convenienza camaleontica (come spiegare, altrimenti, i cinquantanni di balena bianca, di Andreotti, della DC?). I fedelissimi del Duce restano dunque uno sparuto gruppetto che tuttavia, a ben guardare, seguendo le indicazioni del libro stesso, ritroviamo in posizioni di tutto rispetto nella società che si vorrebbe democratica e alternativa rispetto al regime. Una società colma di contraddizioni e di contrapposizioni che portano ad eccessi come il rogo di Primavalle, l’appartamento messo a fuoco dove muoiono i fratelli Mattei, colpevoli di stare dalla parte dei ‘neri’. Libro interessante, a prescidnere dalla condivisione ma anzi da lasciare al giudizio di ogni singolo lettore e comunque utile per conoscere il passato recente del nostro Paese cercando di interpretare e di conoscere il presente dove una parte del passato sembra ritornare in auge trovando disponibilità in molti nostalgici, eredi di quanti, come il padre di Battista, sostanzialmente pubblicamente silenti, tornano a farsi vivi mistificando una realtà che ha portato solo lutti e dolore nel BelPaese.-

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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