“Mio nonno era un partigiano”, lirica di Stefano Drakul Canepa, poeta in Pavia

Mio nonno non era un soldato, era un agricoltore, ma un giorno quando arrivò la cartolina che chiamava mio padre che aveva 13 anni ad un servizio militare assurdo, prese il fucile ed il figlio e sali’ sulle colline con lo sguardo deciso. Mori’ che avevo 6 anni, e mi ricordo solo una frase sua. “Non è detto che un uomo, solo perchè indossi una divisa, sia migliore, o più coraggioso di te” . Stefano Canepa, 25 aprile 2010

Nonno avevi mani grandi per stringere la terra
ed un giorno stringesti il fucile con lo sguardo
di chi rende l’anima al cielo, prendesti le tue cose
e sulle colline nel freddo di mille inverni al buio.
 
I primi tramonti erano quelli dei prati innevati
e delle nebbie che al primo velo sembrano argento
che si leva e poi muore nel respiro di un vento nero.
Gli uomini non sono mai soli se guardano le nuvole.
 
E tu guardavi le scarpe di tela e le pallottole prese
per la caccia nei boschi di casa, quando con amici
ridevi del tempo. Poi la marea nera e lo stato nemico
che chiedeva sangue, e morte al declivio di un’idea.
 
Nessun uomo con una divisa era più coraggioso di te,
che avevi combattuto il vento ed il sole in mille mattini
nelle estati della valle isolata al cuore. Non sparasti
un colpo, ma salvasti le stelle, il respiro dei tuoi cari.
 
Non sparasti un colpo ma eri là, sulle colline del sole.

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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