Una serata in un certo senso a rovescio con il bel libro di Maria Rita (detta Mita, soprannome “meritato” ai tempi delle superiori e poi mantenuto fino agli attuali 60 anni), scivolato un pò in secondo piano di fronte al dibattito che si è sviluppato in merito alla difficoltà di rapportarsi oggi ai giovani. A partire dalla scuola: quale ruolo educativo è possibile se basta una valutazione negativa o un richiamo per avere reazioni un tempo inconcepibili. Da parte dello studente interessato ma anche da parte dei genitori che semplicemente non riconoscono autorevolezza all’insegnante.
Certo, non bisogna generalizzare, gli episodi che hanno interessato le cronache recenti restano comunque circoscritti a pochi casi ma il rischio è l’emulazione, la tendenza dei ragazzi a fare gruppo seguendo leader non propriamente d’esempio. Cosa fare dunque, quale ruolo spetta ai genitori? Chiara la risposta da parte di Mita, pedagogista, educatrice sociale nell’ambito della disabilità: stare vicini ai propri figli, seguirli, interagire con i loro stessi interessi. Offrire loro strumenti educativi dedicati come può essere appunto un libro fatto di fiabe e di atmosfere magiche rispetto a videogiochi troppo spesso basati sulla violenza delle armi o della forza bruta.
Così, dopo l’intenso dibattito, é tornato protagonista il libro con le sue dieci favole che vedono la bambina Noemi affrontare situazioni tipiche dei bambini che a 9-10 anni entrano nella pre-adolescenza, periodo importante nel quale mettere le basi per il successivo turbolento periodo dell’adolescenza. Solitudine, amicizia, ingordigia, empatia, diversità, giustizia, comprensione, verità sono i temi affrontati da Noemi (tramite la penna di Mita) navigando in mondi apparentemente fantastici ma con la capacità di trovare soluzioni adeguate alla realtà.
E qui casca l’asino. Quale l’invito ai genitori e agli adulti presenti? L’invito all’acquisto del libro per regalarlo a figli e nipoti, oppure l’acquisto per una lettura che risvegli il bambino in fondo presente nell’anima di ogni adulto? Certo, risposta positiva ad entrambe le domande ma non basta. Il vero invito profondo che Mita ha rivolto ai presenti é stato quello di leggere le storie di Noemi con e per i nostri figli e nipoti, discutendo, creando un rapporto sincero, autentico, accogliente ma autorevole e motivante, riscoprendo insieme il valore dei piccoli gesti.