“Le locandine del bicipoint: una mostra in Biblioteca”. Perché visitarla. L’opinione di Carmelo Sciascia

Alberto Spagnoli, in arte Alberto Esse con il bicipoint

Comunemente si pensa e si dice che la storia sia fatta da grandi eventi. Ma a pensarci bene, si può affermare che la storia non sia altro che una cronaca quotidiana stratificata. Lasciamo stare Benedetto Croce e la sua filosofia, che comunque molto ha scritto sull’argomento, e limitiamoci al quotidiano, ai fatti che accadono ogni giorno e che determinano gli avvenimenti salienti che la storia riporterà poi negli annali. Attraverso questi fatti avremo il quadro completo ed esatto di un determinato periodo storico.

Il numero di biciclette che si muovono in città ogni giorno ci dà il senso di una mobilità alternativa, una mobilità ecosostenibile. Una bicicletta che si muove con affisse due locandine, una per lato, adeguatamente sostenute da una leggera struttura in compensato, ci suggerirà dell’altro, cos’altro? Stiamo parlando di una mostra che è stata allestita in questi giorni alla Biblioteca Passerini Landi, e che ci dimostra come la bicicletta in questione sia non solo uno strumento di locomozione ma qualcosa di diverso, una creazione artistica che ci racconta il presente e che, facendo cronaca, scrive la storia.

Sono state scelte per questa mostra un centinaio di locandine, quelle realizzate dal 2016 ad oggi sono molte di più. Le cento grafiche sono allineate nell’apposita parete della Biblioteca, mentre la bicicletta, completa della sua struttura-galleria, si lascia ammirare immobile nella sua statica posizione da rastrelliera. Guardando l’insieme ci rendiamo conto che questa bici non rappresenta solo una protesta ecologica sulla mobilità a Piacenza, ma è un vero e proprio fenomeno artistico. Questa esposizione è una manifestazione di arte povera o popolare, una galleria d’arte, che ha viaggiato per anni sulle due ruote di una bicicletta: il bicipoint. La creazione artistica è di Alberto Spagnoli in arte Alberto Esse. La mostra, inaugurata il 2, resterà fino al 13 maggio.

Il bicipoint è la cronaca di quasi vent’anni di avvenimenti della vita politica locale e nazionale, a volte anche internazionale. Il bicipoint è uno strumento che denuncia le malefatte dei politici adoperando la satira. È lo strumento che può permettersi chiunque per manifestare le proprie opinioni: tecnicamente ed economicamente sostenibile. Questa mostra è il grido di dolore dell’uomo della strada che cerca in tutti modi di far capire alla politica le ragioni della giustizia, della pace, della solidarietà. Il bicipoint è uno strumento, , di propaganda politica che inquieta, semina dubbi, suscita reazioni, a volte violente, perché se da un lato suscita accondiscendenza, dall’altro dà fastidio e quindi genera anche ingiustificate reazioni violente, perciò diverse volte si è cercato di farlo tacere, con le buone e con le cattive: con le multe, con le denunce, perfino con la distruzione fisica bell’e buona!

Si sa che una voce libera, fuori dal coro, dà fastidio. La società del pensiero unico non ammette deroghe alla propaganda totalitaria e totalitarista del potere. Ricordano queste locandine i famosi dazbao di lontana memoria cinese. Oppure di più vicina memoria storica: il nostro sessantotto. Con la differenza che alla scrittura manuale è subentrato l’uso di una buona grafica computerizzata.

Questa mostra va visitata perché, diciamocelo con molta franchezza e sincerità, si può pure dissentire da alcune prese di posizioni politiche dell’Autore, ma resta l’indubbio valore creativo ed artistico del manufatto.

Possiamo inscrivere di diritto queste locandine negli annali della storia piacentina, perché sono in primis lo specchio della nostra realtà politica. Una politica che ha spesso schiaffeggiato il cittadino comune, l’uomo della strada che si opponeva alle scelte delle varie amministrazioni che si sono alternate negli anni e che hanno continuato ad imporre lo stesso modello di sviluppo economico ed urbanistico.

Visitare questa mostra vuol dire rivivere alcuni momenti della nostra storia, costringerci a riflettere, a partecipare, a dire no! Io non ci sto! Io dico no alla miseria della politica ed alla politica della miseria. Io non sono il fantasma che si aggira per le vie cittadine, voglio essere un cittadino, cittadino come storicamente lo intendevano i greci, cioè un uomo libero che intende discutere e partecipare a tutte le manifestazioni e le decisioni che riguardano la polis.

Ed allora ci auguriamo che continui a scorrazzare per le piazze cittadine questa bici-galleria, questa public-art, questa satira che, se non seppellirà il potere, avrà il merito di informare, di insinuare dubbi, di far riflettere.

Carmelo Sciascia

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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