Ancora possibile visitare la mostra fotografica di Prospero Cravedi allestita nell’ex monastero di Santa Chiara sullo Stradone Farnese prorogata fino al 13 novembre. 200 scatti che ripercorrono la Piacenza dagli anni Cinquanta a tutti gli anni Settanta, anni di grandi cambiamenti per la nostra città. Il percorso, suddiviso in sezioni, documenta eventi sportivi, la vita quotidiana della città, la politica, il rapporto con il Po, le missioni umanitarie in Africa, i volti celebri dello spettacolo.
Testimone del tempo, per decenni fotografo per Libertà, scomparso nel 2015 a ottant’anni, da dietro l’obiettivo ha raccontato i protagonisti e la gente comune, i grandi eventi e la quotidianità: la mostra è un percorso a ritroso attraverso decenni di vita di una intera comunità. Prospero ci ha lasciato un archivio sterminato di oltre un milione di negative frutto di una vita di lavoro e la cui sistemazione, conservazione e valorizzazione è stata avviata dalla famiglia, dalla moglie Angela e dai figli Gianni ed Ettore.
In Santa Chiara possiamo ammirare il risultato di una prima selezione di immagini che rappresentano la storia della città, un racconto appassionato di un pezzo importante della piacentinità, ma soprattutto un’idea di umanità senza confini: un telo scostato sul palco del vissuto e della memoria perché, ovunque ci fosse Piacenza, Prospero c’era. Anche dove chi ha selezionato le immagini non ha voluto o ritenuto mostrare.
Prospero era, orgogliosamente, un compagno del P.C.I. e questo, nel passare da una stanza all’altra di Santa Chiara, lo si nota. Incontriamo immortalato l’ex Sindaco Felice Trabacchi per poi, in epoca di compromesso storico, trovare tanti personaggi cresciuti all’ombra del bianco fiore che erano all’epoca corteggiati dall’establishment con la falce e martello. Non mancano le grandi manifestazioni del ’68 e del ’69, compagni rivoluzionari alla fine rientrati nel gioco del “sistema della sinistra comunista” e quindi riabilitati.
Sono invece certo, anche perché lo canzonavo, che Prospero fosse presente, con la sua macchina fotografica, ad immortalare i giovani del Movimento Lavoratori per il Socialismo che sfilavano (era il 1977?) sotto le finestre della sede comunista di via Chiapponi fischiando la politica di Berlinguer. Sono certo che, il 1° maggio 1978, fosse presente quando in piazza Cavalli l’onorevole Mario Cravedi mi onorava di un’ombrellata per esserci frapposti, noi socialisti a favore della trattativa per salvare la vita di Aldo Moro, tra i compagni comunisti e i ragazzi del M.L.S. pronti allo scontro. Ma, questi, sono dettagli legati ad un rapporto personale ‘di strada‘. Resta comunque grande l’emozione nell’ammirare le immagini del grande Piacenza che giocava all’olandese con G.B.Fabbri, segnava gol su gol e magari più ne prendeva ma sempre divertendo e appassionando. Almeno per un anno intero, quello della promozione in serie B e della rapida retrocessione dopo l’ultima partita, quella con l’Atalanta, quando nonostante tutto l’allenatore venne portato in trionfo.