“Klimt, l’uomo, l’artista, il suo mondo” a Piacenza, Centro Arte Contemporanea XNL di via Santa Franca, fino al 24 luglio

Ritratto di signora, di Gustav Klimt

Sinceramente l’arte di Gustav Klimt non mi ha mai entusiasmato e lo stesso posso dire di tutto il movimento del quale fu parte, la Secessione Viennese. Bene. Vista la mostra di Piacenza, magnificata per il ritrovamento del ‘Ritratto di signora‘, il dipinto trafugato misteriosamente nel 1997 e ritrovato altrettanto misteriosamente a dicembre 2019 da due addetti alla manutenzione del parco che circonda la Galleria d’arte Ricci Oddi, devo fare ammenda.

Gustav Klimt con Emilie Flöge

Ammenda forse perché a Piacenza finalmente grazie all’organizzazione da parte di Arthemisia, si è pensato in grande, letteralmente un’approccio all’arte da campionato di serie A. Forse non a livello di scudetto ma sicuramente di una decorosa posizione di centro-alta classifica. Con un tema di fondo, appunto ritratti di signore rappresentati da Klimt e dagli artisti della ‘secessione viennese‘, omaggi alla bellezza femminile e talvolta al mistero del volto e dell’immagine della donna che comunque esprime sensualità.

Giuditta II (dettaglio), di Gustav Klimt

Intanto, grazie all’audioguida compresa nel prezzo del biglietto, ho potuto approfondire la conoscenza con l’uomo Gustav Klimt. Secondo di sette fratelli, fu trasgressivo o almeno amante dell’amore per tutta la vita. Ebbe numerose relazioni e almeno quattordici figli salvo trovare fedelmente al fianco fino alla morte Emilie Flöge (stilista). Insomma, sicuramente uno spirito libero, alternativo, lontano dal conformismo borghese degli ambienti e della cultura dei nobili austriaci.

Ritratto di signora in bianco di Gustav Klimt

In sostanza un modo d’essere e un modello di vita che alla fine caratterizzano il suo stesso essere artista, entra in contrasto con i rigidi canoni accademici e nel 1897 fonda insieme ad altri diciannove artisti la Wiener Sezession (secessione viennese), Gli artisti della Secessione aspiravano a una rinascita delle arti e dei mestieri: non vi era uno stile prediletto, sicché sotto l’egida di questo gruppo si riunirono i simbolisti, i naturalisti e i modernisti e fu trionfo di immagini visionarie, enigmatiche, dionisiache che sottintendono le angosce e le aspirazioni dell’uomo moderno.

Il sogno del melograno, di Felice Casorati

Di tutto questo troviamo ampia testimonianza nella bella mostra piacentina che, si evidenzia, racconta uno dei periodi più entusiasmanti della storia dell’arte del primo ‘900 non solo attraverso le opere del maestro fondatore del movimento ma anche degli altri protagonisti proponendo 160 opere tra dipinti, sculture, grafica, manufatti d’arte decorativa dedicati alla figura femminile di signora e, tra questi, ne scelgo due che potete ammirare, di Casorati e di Munch ma naturalmente che questo sia di stimolo per andare alla mostra o quantomeno per procurarvi il catalogo: in questo caso, ne vale la pena!

La vanità, di Edvard Munch

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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