“Il Vicolo della Polvere Rossa”, romanzo di Qiu Xiaolong, Marsilio editore

Sessanta anni di vita in Cina attraverso i racconti degli abitanti di Vicolo della Polvere Rossa a Shangai. Dai tempi della conquista del potere e della Rivoluzione Culturale, dagli studenti inviati ai lavori nei campi affiancando i contadini più poveri alle ronde delle Guardie Rosse per denunciare i ‘revisionisti’ e così fino ai giorni nostri, i tempi del socialismo alla cinese dove la dittatura del proletariato vien sostituita da una sorta di economia capitalista monitorata dallo Stato. L’autore, Qiu, dopo i fatti di Tienanmen ha deciso di emigrare negli Stati Uniti per cui il romanzo risente forse di un punto di vista soggettivo ‘di parte’, ma resta sicuramente una finestra interessante da aprire sul grande universo cinese del quale in realtà ben poco conosciamo. Come del resto per quanto ai tanti immigrati che oggi vivono nel nostro paese gestendo attività produttive o di servizi. Quanti sono i bar, i negozi da parrucchiere, l’offerta di massaggi, i bazar dove trovi di tutto a prezzi irrisori, i ristoranti dove un piatto di spaghetti (di soia) non supera i 3 euro contro i 9 degli spaghetti italiani? Tutti fuggiti dalla dittatura? Macchè. Non uno, tra chi accetta di risponderti, che ti parli male di Mao e degli altri capi, salvo quelli che lo stesso Partito ha posto al margine. Eppure i cambiamenti sono stati epocali ma, ti rispondono, niente di strano, il tempo cammina al fianco dei cambiamenti, nulla deve sempre essere uguale. Non so se questo stia scritto nel famoso libretto rosso di Mao o se l’abbia detto Confucio, sta di fatto che la Cina non è più vicina, la Cina è ormai tra noi, conoscere i cinesi è diventata una necessità ed è per questo che leggere i racconti di Vicolo della Polvere Rossa non può che aiutarci rivelandosi talvolta curioso, talvolta interessante, talvolta emozionante.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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