“Il Covid era un duro ma i nostri sogni lo erano di più”. Domani, in via Roma al 163, le mie poesie dall’Antologia d’Autunno 2020 lette da Dalila, le ballate di Francesco, il ritorno al futuro

Il libro pubblicato da G.C.L. editore in Taranto con 20 poeti e 13 mie poesie della stagione del mio ritorno al futuro dopo gli 88 giorni di ricovero per la bestia, il Covid

Non ricordo come avvenne il “contatto”. Eravamo ai primi di settembre 2020, poco più di due mesi dalla dimissione dopo 88 giorni di ricovero per polmonite interstiziale, Covid-19, il mostro, la belva che stava divorando i nostri polmoni (purtroppo il virus, sia pure con intensità e conseguenze diverse, aveva infierito con tutti noi tre: io, Dalila, Francesco). Per quanto mi riguardava, lentamente stavo cercando di salvare il salvabile. La speciale commissione INPS-ASL mi aveva dichiarato ufficialmente inabile, non autosufficiente, con gravi difficoltà di deambulazione. Fino al 31.12.2021, salva rivedibilità (che alla fine sarebbe stata una ‘conferma a vita‘). Avevo bisogno di momenti della mia normalità, ritrovare le mie passioni, il recupero non solo fisico ma anche psicologico, quello dell’ordinaria quotidianità. Avevo timore anche solo di riprendere il lavoro al PC, il timore di non ricordare le password, con prudenza avevo ripreso l’aggiornamento quotidiano di arzyncampo.altervista.org, il mio blog. Stavo lentamente, con cautela, tornando alla lettura dei romanzi. Forse, in quel settembre 2020, vado a memoria, casualmente ho letto in facebook alcuni inviti per la partecipazione a selezioni poetiche e quello poteva essere il ritorno alla mia “normalità”, alla vita. Del resto avevo una lirica molto forte, nella quale credevo, che rappresentava i giorni del contagio, del ricovero, dell’aver vissuto tra la vita e la morte. “Terapia Intensiva”, il titolo. In breve mi arrivarono telefonate da diverse case editrici magnificando la poesia, già ipotizzando la premiazione e proponendo la stampa di una silloge personale. Ovviamente previo mio “contributo” economico a fronte degli ampi e numerosi servizi garantiti (in concreto, molta fuffa). Perché spesso con la poesia funziona così. Bla, bla, bla. Roboanti promesse, poi al massimo vendi a qualche amico e a mamma e papà dopo aver contribuito con un paio di migliaia di euro per una raccolta che in buona parte resta su uno scaffale in cantina. Insomma, no grazie. Diverso il terzo contatto, stavolta via mail. Da Taranto, tramite Giancarlo Lisi, curatore di una pagina dedicata alla poesia pubblicata nell’edizione del sabato sul quotidiano cartaceo “Buonasera Taranto”. Possibile pubblicazione, mi diceva, con tempi d’attesa normalmente medio lunghi (qualche settimana) ma vista l’estrema attualità della mia lirica, il 19 settembre era già pubblicata. Questo modo di procedere è credere e far poesia e non una semplice operazione commerciale mascherata o comunque a beneficio d’una parte sola (non certo il poeta scrittore). In realtà, dopo la pubblicazione sul quotidiano tarantino, mi è arrivata una proposta dalle edizioni C.G.L. di Taranto: inviare 13 liriche e un curriculum per un eventuale inserimento, previa selezione, in un’Antologia d’Autunno 2020 in fase di preparazione.  Un volume che doveva unire 20 poeti e 260 liriche per 308 pagine. E il contributo? Naturalmente c’era: 100 € (da versare solo dopo l’eventuale selezione positiva) per avere 10 copie dell’antologia con prezzo di vendita previsto in 25 €. Beh, il tutto mi è parso abbastanza onesto, equilibrato, corretto. Così ho inviato la mia proposta. Con soddisfazione dopo qualche settimana, in ottobre 2020, ho saputo d’essere stato selezionato ma la seconda ondata del contagio ha bloccato tutto, l’editore ha chiuso in un cassetto le poesie dei 20 autori selezionati ed io ho messo in cassaforte i 100 € in attesa di tempi migliori.

A fine giugno 2021, ecco una mail, annuncia che, passata con l’estate l’emergenza covid, il 5 luglio l’Antologia sarebbe passata alla stampa e venerdì 23 luglio se ne prevedeva la presentazione al Castello de Falconibus a Pulsano (Ta), il castello assalito dai saraceni nel 1326 che fecero mattanza di Renzo De Falconibus e dei suoi soldati per poi catturare la giovane figlia diciottenne Angelica, imprigionarla, decapitarla, murarla nella torre e ancora oggi si racconta di lamenti femminili disperati nelle notti di plenilunio e di un’evanescente figura che si muove sulle terrazze del maniero. Chissà che, ho pensato, alla presentazione dell’Antologia non decida anche lei, la bella Angelica, di presenziare, ascoltare, magari delicatamente applaudire ma, per me, era troppo lontana Taranto. avevo lasciato il deambulatore e le stampelle ma ancora proseguiva la lunga fase della riabilitazione, impensabile il lungo viaggio in treno e ancor meno in auto quindi niente incontro con la dolce Angelica aggirandomi tra gli austeri corridoi dell’antico maniero.

Ma veniamo alle poesie, anticipandone almeno alcuni frammenti delle più significative. Come dicevo l’insieme nel suo complesso rappresenta il tempo della rinascita post covid e contemporaneamente la consapevolezza del cambiamento, della nuova fase di vita, a 66 anni appunto l’inizio dell’autunno della vita ma che, in questo caso, nel mio caso, era un autunno di rinascita, di recupero della vita e del futuro: “mi sento in armonia/ con la gente, con me stesso/ con lei che amo,/ anche se ieri si dissentiva”. Tempo di serenità, di passeggiate in riva al grande placido fiume ad ammirare “le barche dall’onde accarezzate/ e quelle antiche, ormai dimenticate/ fra l’acqua d’argento/ e l’immenso cielo”. Naturalmente i ricordi del passato recente, l’epidemia: “mi sembra di aver freddo/ dopo l’ultima iniezione/ una nebbia umida come/ nella pianura d’autunno/ lenta entra nella stanza” e il domani che rischia d’essere avvinto da quella “nebbia custode di palpitanti cuori/ avvolti elfi, maghi, streghe/ in agguato nascosto mago Merlino/ dal fosso salta il Bianconiglio”. Ancora, la ballata del fuoco (forse la mia preferita) che invita a non abbassare la guardia, “il fuoco che consuma/ il fuoco che muore/ il buio, il buio che nasconde/ nella radura il lupo s’avvicina”. Infine, immancabile, l’emergere dei ricordi di tempi ed emozioni passate perché, quando t’avvicini al momento della fine rivivi gli episodi della vita passata, frammenti di poesie, frammenti di giorni vissuti, quelli felici, quelli in un letto ospedaliero a un passo dal mondo dell’Altr/Ove e, nonostante il Covid, alla fine “i sogni ritornano” e si realizzano. La vita riprende, continua.

Dalila, “lettora” in una rappresentazione a Gragnano nel 2016 (al suo fianco Diana Lucia Medri)

Ebbene, domani, alla Scuola Azzurra di via Roma 163, su iniziativa dell’associazione Fabbrica&Nuvole, quelle poesie si presentano a Piacenza. Siamo tre, tre sopravvissuti al contagio, io con le mie poesie, Dalila che ritorna nelle sue vesti di “lettora“, Francesco che torna a proporre le sue ballate.

Francesco: eravamo a Caorso, gennaio 2016

Ne sono certo: ve ne andrete, alla fine, gratificati, avvolti dalla magia della poesia, della musica, della speranza, del futuro che ritorna. A domani, ore 18.30 in via Roma al 163.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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