“Apro il giornale e leggo che di giusti al mondo non ce n’è… ogni atomica una boccia e i birilli son l’umanità / il capriccio di un capoccia e il mondo in aria salterà…“, cantava Adriano Celentano negli anni ’70 mentre le bombe americane al Napalm bruciavano le genti nei villaggi vietnamiti. Beh, io nel mio piccolo non apro i giornaloni tutti dalla parte dei signori delle armi, mi sono limitato ad aprire il pc leggendo un post in facebook. Dell’amico (e compagno) Giuseppe D’Orazio che il 14 febbraio, giorno del mio 70°, aveva partecipato alla ‘prima’ del mio nuovissimo “70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesie” e, quando in conclusione di serata, Francesco ha iniziato a suonare con l’organetto diatonico “Bella Ciao“, Giuseppe come gli altri nella sala di via Roma al 163 ha iniziato a cantare (se guardate il video in fondo al post nell’ultimo fotogramma di fianco all’unica sedia vuota a destra canta il compagno Giuseppe). Che c’entrava la canzone che rappresenta la Resistenza? C’entrava, c’entrava. Intanto perché le gocce di cioccolata che in copertina colano sul bordo torta formano proprio le note della canzone eppoi perché oggi come ieri vale sempre il nostro vecchio slogan di tanti anni fa, “la Resistenza è ancora viva, Sinistra unita per l’Alternativa“. Ma non solo: perché poi l’ultima delle 70 poesie o racconti in versi che dir si voglia, raccontando che il “Tram linea 2, attraversa Milano, dal centro ai Navigi” con “Chi legge il giornale, chi lo sguardo perso / chi non vede la fine mese, / chi suda nell’afa, chi teme lo sfratto, / incombe il mutuo, é la crisi del Paese …” e all’ultima strofa racconta “Continua la corsa sulla linea 2 / certa la direzione segnata dai binari, / vecchio tram che attraversa Milano, / s’alza un grido VIVA L’ITALIA ANTIFASCISTA“. Così quella sera in via Roma tutti a cantare, certi della parte da cui stare, dalla parte degli ultimi, di chi lavora, di chi a fatica tira la fine del mese, con l’assessore alla cultura Christian Fiazza in prima fila ed ora ecco Giuseppe che scrive “Il compagno ed amico (nel senso autentico e non solo tecnologico del termine) Claudio Arzani , ha voluto regalarsi e regalarci, per questo importante compleanno “70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia” (Lir), una bella raccolta di ricordi e poesie, passando anche per i giorni nel “casco” a causa del Covid da quale s’è salvato con una sperimentazione clinica (w la sanità pubblica, ndr) ma sempre con quella espressione meravigliata di un ragazzino ancora pieno di entusiasmo e speranze. E siccome edita un libro all’ anno…cento di questi libri caro Compagno!“. Inutile tacerlo: son momenti emozionanti, gratificazioni, preziosi riconoscimenti di un percorso di vita iniziato negli anni ’70, arrivato agli odierni 70 anni, con 70 racconti in versi nel nome della giustizia, dell’equità, della pace, della poesia (con qualche inevitabile puntata nel mondo degli amori, quelli sognati, quelli voluti, quelli vissuti, quelli passati). Grazie dunque compagno Giuseppe, i tempi sono cambiati e per me è difficile fisicamente (long Covid tuttora imperando) tornare a girare di notte per affiggere manifesti sui cartelloni elettorali o per volantinare ai banchetti sotto i portici della piazza ma, come dici bene tu, lo spirito e gli ideali son sempre quelli: a pugno chiuso, sempre dalla parte del socialismo e della libertà.