Il 2014 del Museo della Poesia di Piacenza: dai libri artistici alle liriche di Polansky

Particolare interesse per una serie di iniziative nel "Piccolo museo della poesia", ha scritto Betty Paraboschi in un articolo pubblicato in Libertà quotidiano di Piacenza nell'edizione del 29 dicembre
Particolare interesse per una serie di iniziative nel “Piccolo museo della poesia”, ha scritto Betty Paraboschi in un articolo pubblicato in Libertà quotidiano di Piacenza nell’edizione del 29 dicembre

Sensibilizzare verso la bellezza della poesia. È questo l’obiettivo che il Piccolo Museo della Poesia “Incolmabili fenditure” si è posto con una serie di iniziative che si sono svolte nelle scorse settimane e che hanno suscitato particolare interesse nella cittadinanza.
Dopo un primo reading che ha visto esibirsi alcuni poeti piacentini nella sede museale di via Pace 5, gli spazi voluti da Massimo Silvotti hanno ospitato una suggestiva mostra di Fernanda Fedi e Gino Gini, autori di diversi libri artistici di rara bellezza.Un cammino tra sacralità e poesia, opere e libri d’artista è il titolo dell’esposizione che è stata curata da Amedeo Anelli e che ha messo sotto i riflettori degli artisti di indiscussa fama internazionale, oltre che esponenti di punta della Poesia visuale italiana: Gini e Fedi infatti dagli anni Settanta del Novecento a oggi hanno dato origine ad una serie di esperienze sul sociale e sulla verbo-visualità che li hanno portati, fra l’altro, negli anni Ottanta alla fondazione dell’Archivio Internazionale del Libro d’Artista di Milano. La mostra di Piacenza ha ripercorso alcune tra le fasi salienti di questo straordinario itinerario artistico e di fatto ha sancito l’idea di una poesia quale collante tra i differenti linguaggi dell’arte. Sempre legato all’esposizione è stato l’appuntamento che ha offerto ai piacentini l’occasione di conoscere sei numeri della collana “Le Hasard” edita dall’Archivio Libri d’Artista: a questa iniziativa hanno partecipato, oltre agli artisti e creatori delle opere Gini e Fedi, i poeti Amedeo Anelli, Guido Oldani, Alain Freixe quali autori dei testi poetici.
Infine sempre il Piccolo Museo della Poesia ha ospitato la grande poesia internazionale di Paul Polansky [ nella foto ] che ha presentato il suo ventottesimo libro Rockets, uscito per i tipi di Albeggi editore di Roma con le illustrazioni di Stephane Torossian e le traduzioni di Claudia Ambrosini: si tratta di una raccolta di poesie in inglese e in italiano sul recente conflitto fra Israele e Palestina scritta da un poeta, giornalista, scrittore e fotografo statunitense premiato con l’Human Right Award per il suo impegno a favore dei diritti dei Rom e dei diseredati in generale e invitato a Piacenza da Claudio Arzani, poeta aderente al gruppo 100Thousand Poets for Change.
Proprio quest’ultimo aveva spiegato al proposito: «Si tratta di un libro di condanna per un conflitto che non ha risparmiato niente e nessuno, neppure luoghi intoccabili come scuole dell’Onu e ospedali. Nelle sue poesie Paul Polansky prende le distanze dal Governo di Israele e dall’uso indiscriminato e cieco della forza, ricorda la necessità di andare alla fonte del conflitto, alle sue cause, che risiedono nella protratta occupazione israeliana dei territori palestinesi senza però dimenticare anche la necessità di trasformare la resistenza violenta palestinese in resistenza passiva, non violenta. La poesia che serve scava le coscienze e può esistere solo se conserva questa funzione contro tutti gli equilibri, le convenzioni e gli opportunismi».

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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