“Gli amori tra prostitute e clienti nelle Case di Tolleranza”, ovvero l’amore ai tempi dei nostri nonni a cura di Davide Scarpa

Immagine dal Museo delle Case di Tolleranza di Davide Scarpa

Nonostante il forte pregiudizio sociale e la ferrea rigidità morale dell’epoca, gli amori tra prostitute e clienti erano molto più frequenti di quanto ci si potesse mai immaginare, e spesso accadevano come un fulmine a ciel sereno con una certa sconcertante meraviglia e scandalo per tutti (parenti, amici, ambito lavorativo e sociale…), specialmente dopo una “certa età”. Tra le classi meno abbienti in stato di “vedovanza” (persone che ormai non avevano più niente da perdere…), spesso si formavano profondi legami consolidati da anni di frequentazione, solidarietà, confidenza, tenerezza, complicità e fiducia, che rarissime volte si potevano paragonare ai formali, distaccati e “freddi” legami matrimoniali dell’epoca dove tra marito e moglie ci si dava del “voi” e che ad esempio mai e poi mai l’uomo avrebbe potuto vedere la propria consorte integralmente nuda alla luce del giorno o in un momento “sconveniente” (come quello del parto in casa).

Bisogna ricordare che in buona parte dell’Italia dei primi del ‘900, la stragrande maggioranza dei matrimoni erano combinati tra famiglie, senza il consenso e alla totale insaputa dei futuri sposi che erano “obbligati” ad obbedire ciecamente alle rispettive famiglie di provenienza, in cui il fidanzamento serviva a provare e consolidare i rapporti d’affari patrimoniali più che la conoscenza dei futuri novelli sposi e moltissimi matrimoni furono concordati e pianificati dalle rispettive famiglie persino per “PROCURA” specialmente con gli emigranti d’oltreoceano, senza nemmeno mai essersi scritti o addirittura visti per fotografia e chi non obbediva se era uomo restava diseredato, e se era donna restava senza dote, quindi per sempre compromesso nella propria onorabilità e rispettabilità, emarginato e condannato a morire da solo ed in miseria.

Al “genere speciale” di vedovi e vedove che si erano conosciuti e frequentati nella Casa di Tolleranza poi divenuti novelli sposi, attendeva una vita sociale per niente “facile”, additati al pubblico ludibrio per tutta la vita, spesso emarginati e il più delle volte costretti dallo scandalo sociale a trasferirsi o addirittura emigrare, con un immenso “lavoro” per appianare le tensioni esterne ed interne all’intera famiglia, MA DOTATI DI UN AMORE CHE SMUOVEVA LE MONTAGNE! DI UNA SOLIDITÀ GRANITICA, ANCHE NELLA MALATTIA E NELLA MISERIA PIÙ NERA. Sì, erano felici, duravano nel tempo ed erano a prova di BOMBA!

Dunque, nonostante tutte le infinite paternali “precauzioni” della Tenutaria, le continue fraterne “raccomandazioni” delle compagne di lavoro più anziane, e le proprie “esperienze” fatte in prima persona su tutte le “confidenze” subite tra cliente e prostituta, nonostante tutto questo vissuto quotidiano, fosse, per forza di cose, scoppiata un’irrefrenabile passione reciprocamente condivisa? La TENUTARIA era obbligata ad intervenire subito mettendo, per quanto umanamente possibile, ai “ripari” la delicata “situazione”, sapendo benissimo, dopo tanti anni di esperienza, come agire, ma sopratutto COSA NON FARE MAI! Dato che, ostacolare un amore, appena sbocciato, nel massimo impeto della più fulgida passione travolgente, significava “a volte” preparare per bene il “terreno buono” per UN DISASTRO D’IMMANI PROPORZIONI! Perché niente al mondo come le comuni avversità da affrontare insieme CEMENTIFICANO IN MODO INDISSOLUBILE I RAPPORTI! ANZI SONO UNA RISORSA DELLA COPPIA CHE TUTTO SCUSA, TUTTO SOPPORTA ED APPIANA RECIPROCAMENTE; e fanno crescere a “DISMISURA”, le aspettative del FORSE POSSIBILE, DI UN IPOTETICO AMORE PERFETTO, ESCLUSIVO E TOTALIZZANTE, ( … e se il mondo fosse diverso? …e se io fossi più forte? … e se non avessimo tutti contro?…e se io potessi essere diverso da come sono ora?… ) TRASFORMANDO A VOLTE UNA SEMPLICE INFATUAZIONE PASSEGGERA, IN OSSESSIONE RECIPROCA, specialmente se nata e vissuta nella completa clandestinità di una “casa di tolleranza”, CHE TUTTO AMPLIFICA, come unico rifugio “PROTETTO” di scelte, a dir poco, alquanto “compromettenti”, in una società TOTALMENTE IPOCRITA, INTOLLERANTE E STRACOLMA DI TABÙ, in cui ognuno era obbligato a recitare la propria “PARTE” di un rigorosissimo copione… (l’uomo marito irreprensibile, archetipo del “PATER FAMILIA”, la donna “L’ANGELO DEL FOCOLARE” regina della casa ma come un “angelo” completamente asessuato o quasi…) fatto di un austero assoluto, e controllatissimo contegno, in cui tutto, ma proprio tutto era programmato e controllato, SPECIALMENTE, ED IN MODO OPPRIMENTE, NELLE CLASSI SOCIALI PIÙ ELEVATE!… Dove la dimensione individuale NON ESISTEVA, ED ERA TOTALMENTE ANNULLATA DALLA FAMIGLIA, istruzione, formazione, educazione, professione, matrimonio, erano decisi e “COMBINATI” dalla famiglia…anche non volendo TUTTO ERA MIRATO A DISTRUGGERE L’EROS… che di per se non AMMETTE REGOLE SOCIALI!…MA SI CIBA DI CREATIVITÀ, DI AMORE E PASSIONE SMISURATA PER LA VITA, DA ASSAPORARE CON IL MASSIMO DEL PIACERE SFRENATO SENZA INIBIZIONI DI SORTA, METTENDO A NUDO L’ANIMA DAVANTI ALLA PERSONA CHE DICHIARA SPUDORATAMENTE DI AMARCI, SENZA CONDIZIONI DI SORTA, TOTALMENTE!…Una canzone che esprime pienamente il senso di “libertà” che si respirava in questo genere di rapporti, di amore impossibile sbocciato tra cliente e prostituta, lo descrive in maniera magistrale il maestro Gino Paoli con il suo capolavoro “IL CIELO IN UNA STANZA”.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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