“Il fuoco della violenza”, il nuovo libro di Renza Dealberti, domenica 22 all’auditorium S.Ilario a Piacenza

Il fuoco sottrae la materia all’esistenza, come la violenza fa con la vita. Protagonista di quest’opera è una donna, vittima di abusi da parte del compagno. Paralizzata nella disfatta totale di giorni tutti uguali e anonimi, davanti al camino sempre acceso, che è al contempo nido di serenità e carcere della sua paura. Rassicurata dal fuoco, la donna decide di vendicarsi sottraendo la materia del suo corpo alle grinfie del carnefice. Questo coraggio sarà per lei una rivincita verso il male.

Domenica 22 alle ore 11.00 presso l’Auditorium S.Ilario in via Garibaldi 17, a Piacenza, nell’ambito dei giorni di Pulcheria, il Cantiere Simon Weil presenta il nuovo libro di Renza Dealberti. Romanzo sociale e psicologico, monologo intenso che denuncia la violenza contro le donne e affonda nel profondo della tematica della paura che paralizza la vittima a un immobilismo assoluto. Incapace di esondare le mura dell’opposizione, la protagonista riscatterà la propria dignità con il giusto coraggio che è espressione di amore per la vita.

Saranno presenti l’autrice e l’avvocato Lucia Capelli.

Renza Dealberti è nata a Broni – nell’Oltrepò Pavese – il 19 settembre 1967. Ha conseguito la maturità ed ha frequentato la scuola Infermieri dell’Ospedale Civile di Piacenza dove, nel 1991, si è diplomata con profitto. Ha frequentato l’Università di Parma, facoltà di Lettere e Filosofia, sostenendo esami di Filosofia. Gli studi universitari hanno acceso ancor più la passione per la filosofia stessa, e per la poesia che ha continuato a coltivare negli anni. “Il fuoco della violenza” è la sua seconda esperienza letteraria dopo il precedente “Senza tregua”

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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