Fontamara, romanzo di Ignazio Silone, Oscar Mondadori,2006

Primo romanzo di Ignazio Silone, pubblicato nel 1933 e scritto tra il 1929 e il 1931 in Svizzera dove l’autore era emigrato per sfuggire alle persecuzioni del regime fascista. Ambientato nell’Abruzzo marsicano in un villaggio immaginario, racconta di un proletariato contadino oppresso e sfruttato, i “cafoni” tenuti in ignoranza secolare da una classe dominante rapace e parassitaria. La storia inizia con il taglio dell’elettricità, conseguenza del mancato pagamento delle bollette considerato lo scarso andamento dell’annata agricola. Nessun problema, dichiara un funzionario arrivato dal paese vicino, il granduca della milizia cavalier Pelino: basta che ogni contadino firmi una petizione bell’e pronta che, in realtà, si rivelerà l’autorizzazione per deviare l’acqua dell’unico rivo fondamentale per l’irrigazione. Ma i cafoni di Fontamara sono analfabeti, non sanno né leggere né scrivere, sono ingenui, hanno fiducia nell’autorità. Che, da poco tempo, è rappresentata da un imprenditore legato al regime che già ha ottenuto la carica di podestà e che grazie alla petizione potrà beneficiare della deviazione del corso d’acqua. A ribellarsi di fronte all’imbroglio saranno le donne di Fontamara ma mal gliene coglie: il regime organizzerà le solite squadracce che, in un tardo pomeriggio, mentre gli uomini ancora non sono tornati dal lavoro, arrivano in piazza in camion, raccolgono tutte le donne nella corte e poi aspettano i contadini, uno ad uno, in modo che non possano organizzare resistenza alcuna. UN racconto triste ma illuminante dei metodi violenti degli uomini in camicia nera e di un regime dalla parte dei potenti che non tollera protesta o ribellione alcuna.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.