“Fate nere, fate le streghe”, silloge poetica, si piazza ad un concorso per la pubblicazione. Non senza contributo. Parliamone.

Torni a casa e, nella buca delle lettere, trovi quel che non t’aspetti. Un concorso poetico a Pulsano (Taranto), nella lontana Puglia del quale avevo perso la memoria risalendo la partecipazione a parecchi mesi fa.

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Tante scuse da parte dell’organizzazione, il “Gruppo culturale letterario”, per il tempo passato ma i partecipanti (oltre 400), scrivono,  hanno fatto saltare tutti i conti. Risultato finale? Eccomi tra i 20 segnalati per la silloge inviata, “Fate nere, fate le streghe”, titolo tutto dedicato alla cara Senza, amica del web, giovanissima di Venezia. 30 poesie in buona parte pubblicate sul sito www.ozblogoz.it e selezionate in base ai giudizi e ai suggerimenti degli amici e delle amiche via web.
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Con annesso contratto di pubblicazione: per un libercolo pargol del cor di 56 pagine, tiratura 500 copie delle quali 150 per l’autore, bollino Siae, 50 copie gratuite per scopi promozionali distribuite dall’Editore, percentuali sulle vendite delle residue 300 copie variabili dal 50 al 25%, prezzo di copertina fissato a 7,50 euro, per tutto questo “Lisi editore” di Taranto propone un contratto di edizione con contributo per parziale copertura dei costi di 1.200,00 euro da versare in tre rate mensili.
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Credo si tratti di una buona offerta: altri editori (Ilfilo di Roma, ad esempio), “viaggiano” su cifre ben più alte e, curiosando nel sito della giovane casa editrice pugliese protagonista dell’offerta arrivata, scopro una distribuzione in libreria potenzialmente capillare tanto da garantire la presenza addirittura in diverse librerie della mia città, nonostante la ragguardevole distanza chilometrica (dovrei però verificare la presenza effettiva sugli scaffali, dei titoli pubblicati, ma non è il momento per cercare il pelo nell’uovo).
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Non accetto, naturalmente.

L’esperienza del mio primo libro poetico pargol del cor pubblicato con “Vicolo del Pavone”, la piccola casa editrice in forma cooperativa di zona emiliana, ovvero di casa mia, mi sembra possa garantirmi una distribuzione e un supporto finalizzati alle mie potenzialità concrete che sono locali, provinciali (salvo pochi “sprazzi” nel resto del BelPaese).
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Non vedo come lo stesso supporto potrei avere da chi si trova a centinaia di chilometri di distanza e, nello stesso tempo, non vedo (nel contratto) alcuna prospettiva di organizzazione di eventi in alcune grandi città tipo Roma, Bologna, Firenze, Milano, Torino, Genova (punto debole, questo, anche della piccola casa editrice in forma cooperativa di area emiliana).
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Dunque non vedo in concreto la possibilità di un rientro dal “contributo” e io, fermo restando che pubblicare poesia a spese dell’editore è pressoché impossibile o comunque rarissimo, se io investo, considerato che poi alle spese editoriali si aggiungono spese di promozione e organizzazione eventi, vorrei almeno recuperare appunto il “contributo” alla stampa, come è successo con il primo libro poetico pargol del cor.
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Ma questa è la mia esperienza e la mia situazione. Anzi, questa è la mia valutazione in base alla mia esperienza.
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Resta invece il fatto che le condizioni mi sembrano “oneste” per cui, per chi volesse partecipare al premio “la folle stagione” (l’edizione 2007 scadrà il 29 settembre) può scrivere per informazioni al Gruppo culturale letterario in via Piave, 49 a Pulsano di Taranto (cap 74026) tenendo peraltro conto del non secondario dettaglio che per i vincitori primi delle diverse sezioni, la pubblicazione avviene senza contributo alcuno.
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Per quanto mi riguarda non accetto, dicevo, ma mi considero gratificato per la segnalazione ottenuta, un momento di comunque buona soddisfazione artistica.

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Concludo infine con un’altra piccola novità di questi giorni: dopo dieci anni il fato ha voluto mi ritrovassi a pranzo con Stefania, 34 anni circa, assistente sociale al Comune di Gossolengo e, naturalmente, ho avuto il piacere di darle copia del libro poetico pargol del cor, quello stampato: dopo poche ore con un sms ha esternato il piacere di riscoprire, attraverso i miei versi, affinità che il tempo aveva portato a dimenticare.

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Niente da fare, la poesia supera e spazza via la polvere del tempo.
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Morale? Provarci sempre, mollare mai e presto o tardi vedrai ce la fai [naturalmente riferito all’idea di pubblicare, non di certo ad altri fatti e men che meno a Stefania, Dio me ne guardi, cara Dalila, vigilante moglie mia attenta sentinella che con lo schioppo puntato sta].

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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