Eran ragazzi che come me amavano i Rolling Stones: “360° The Beatles Antologico (a fumetti)”

360° The Beatles Antologico (il mondo dei Beatles a 360°), a cura di Matteo Gerber & Alessandro Ferri, edito da Associazione Culturale Bookmaker Comics, 57021 Venturina (LI)

I Fab Four, i magnifici quattro, i Beatles. Occasione d’incontro un volumetto a fumetti, 120 pagine, Associazione Culturale Bookmakers Comics editore, 11 racconti a fumetti che ripercorrono le fasi peculiari della storia di quattro ragazzi che hanno accompagnato il cambiamento del mondo. Parliamone, dunque, di quei ragazzi lasciandoci andare all’onda dei ricordi. Tantopiù dopo aver seguito (con la curiosità e la sufficienza critica di chi quei giorni ha vissuto) il percorso delle tavole disegnate, aver letto con attenzione e un pizzico di prevenzione i dialoghi nelle nuvolette, aver in via conclusiva per qualche istante rivissuto le storie, le emozioni di quei giorni ormai lontani.

Non è facile parlare di un fenomeno che, in realtà, per quanto riguarda buona parte di un’intera generazione, è stato un fatto prima di tutto personale, il fenomeno della gioventù. Quella generazione che negli anni sessanta si affacciava al viver civile e voleva farsi protagonista, soprattutto cambiando il mondo, sognando un mondo migliore basato sull’equità, sulla solidarietà, sulla giustizia, sulla convivenza, sulla pace. Difficile, per chi è venuto dopo, percepire il mondo di allora e soprattutto immaginare, capire quell’Italia provinciale che forse non parlava più in dialetto, che aveva superato l’analfabetismo ma certo, escludendo poche elites, di altre lingue masticava ben poco.

George dimostra a Paul e John le sue capacità…, disegno di Eva Scognamiglio

Trionfava, a livello musicale e di costume, San Remo cui faceva da contraltare il festival della canzone napoletana e le nostre avanguardie erano Jimmy Fontana, Peppino di Capri, Vianello con le sue pinne, fucili ed occhiali o gli altissimi negri Watussi che vivevano alle falde del Kilimangiaro. Adriano Celentano e Little Tony osavano un richiamo al rock ‘n roll d’oltreoceano ed io che compravo i dischi di questi Beatles, dei Monkies e dei Rolling Stones venivo guardato con sospetto dagli amici: “ma perchè compri dischi in inglese che non si capisce niente quando ci sono tante belle canzoni italiane?”. Claudio Villa, Domenico Modugno salvo l’affacciarsi sulla scena dei Giganti, dell’Equipe 84, Dik Dik, tutti a fare il verso ai grandi complessi d’oltremanica o d’oltreoceano rimaneggiando le loro canzoni rigorosamente tradotte in italiano per il pubblico acquistante del BelPaese. Erano spesso le stesse canzoni ma tradotte in quell’Italia ancora bigotta e provincialoide avevano comunque un fascino, un sapore, un sentire diverso. Quelle canzoni e quei ragazzi così diversi dalle nostre abitudini sapevano parlare al cuore, entravano nell’anima di quella generazione. Avevano capelli lunghetti (senza esagerare), vestivano in modo meno formale, cantando sul palco non stavano fermi. Facevano anche delle idiozie. Come John Lennon quando, per celia, fece il verso dell’handicappato e del resto, a prescindere dalla musica, come persone non erano del tutto esenti da debolezze e, quanto alle ipotetiche grandezze, in qualche caso erano conseguenti o comunque facilitate dalle grandi disponibilità economiche (facile schierarsi contro la guerra mettendosi comodamente in un letto d’albergo a 5 stelle e convocare compiacenti giornalisti mentre chi scendeva in piazza si scontrava contro la dura polizia americana). Ma alla fine possiamo tranquilizzare George Harrison che, in quarta di copertina del volumetto disponibile nelle fumetterie specializzate, auspicava “mi piace pensare che i nostri vecchi fans siano cresciuti, si siano sposati ed abbiano avuto bambini, ma tengono comunque un posto per noi nel loro cuore“. Così è anche se a Natale è stato inevitabile l’acquisto di Grrr!, antologica dei 50 anni di musica dei Rolling Stones, ormai dinosauri del rock ma ancora vivi con noi. Insomma, ammettiamolo. Quella triste fine, la fine di una lunga e tortuosa strada percorsa insieme, ha lasciato un vuoto, uno strascico di nostalgia.

Fine. Disegno di Lorenzo Nuti da 360° The Beatles Antologico

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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