Ed ecco, i miei “70 racconti in versi” ora giunti anche alla libreria Fahrenheit di via Legnano da Sonia Galli. Così continua il sogno di giustizia, equità, pace, poesia

Sonia Galli della libreria Fahrenheit

E il viaggio continua: “70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia” ora si trova anche alla libreria Fahrenheit di via Legnano, da Sonia Galli con i miei ricordi di quegli anni ’70 quando scrivevo le mie prime liriche, con la celebrazione del raggiunto traguardo dei 70 anni all’anagrafe, con 70 ‘racconti in versi’ (o poesie che dir si voglia) a celebrare amori passati, amori vissuti, amori di ieri e l’amor dell’oggi, a ricordare i giorni della ribellione, quelli dell’ironia necessaria per contrastare la prepotenza del potere, delle stazioni senza più il bigliettario perché questi sono i tempi dell’automazione.

I ricordi di una città in espansione negli anni ’60, quando “vivevo oltre il Vallo“, a Sant’Antonio prima, tra i tanti campi oggi cementati e il bar cooperativa, e poi in via IV Novembre tra bande di ragazzini col moccio al naso e niente calzini, mentre sembravano spegnersi i raggi del Sol dell’Avvenire sotto i ponti gementi di Praga.

Ed eccolo, “70 anni di sogni, illusioni, speranze, poesia” in esposizione nella sezione “Piacenza e le sue valli”

I giorni del Congresso del Partito a Firenze, 2007, dove il ‘nostro‘ rosso sbiancava in tonaca nera tra la tristezza delle donne di sinistra e i compagni con le lunghe barbe a nascondere di pancia abbondanza. Tanti versi per ribadire che ogni guerra è inutile, insensata e oscura, che mai le armi fanno pace, solo morti e distruzione eppure “C’è chi dice della guerra giusta” chiuso in una stanza dorata lontana dal fronte. I camion, le ruspe, i signori della morte giunti ai cancelli per abbattere la più bella pianta della foresta per costruire un’autostrada.

Le lacrime di Lorena perché il gentile ingegnere della grande fabbrica per l’assunzione “voleva il tuo sedere“, la gente con accento calabrese di via Artom a Torino, caseggiato di edilizia popolare, dal terzo piano una contessa con i suoi gatti ormai decaduta con molto rimmel e troppi ricordi da conservare. Accenno di rivoluzione, via via la nuova polizia, passamontagna sciarpa sul viso, erano gli anni settanta, erano grandi, grandi illusioni.

L’autore … alla vetrina in inevitabile ammirazione

E vennero gli anni della terapia intensiva, quando gli spiriti cantavano la canzone della paura, la morte sudata s’aggirava in canottiera nella stanza ventitré e quell’anima iniziava il cammino sull’arcobaleno mentre nella città delle vie deserte, chiusi i portoni, chiuse le finestre, “un gatto, pelo grigio, attraversava la piazza, si stendeva tranquillo sull’asfalto”.

Era il tempo della pandemia, del virus, del contagio, dell’ultimo saluto ma ora basta, anno 2024, “quest’anno ho deciso che voglio essere felice“, anno nuovo, ammesso sognare, “tutti i poveri saran sfamati, tutti i ricchi a mani vuote“.

Tutto questo è il mio libro che, come ha sentenziato l’amica Kella Tribi, come da copertina può titolarsi semplicemente “70”: effettivamente, c’est plus facile. Ora dopo le librerie Postumia di Sant’Antonio e Romagnosi dell’omonima via anche alla Fahrenheit di via Legnano e, non dimentichiamolo, disponibile anche in internet nel sito Libreria Universitaria/Unilibro per cui… buona lettura.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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