“Ecce Homo” arte d’avanguardia nel maniero a San Pietro in Cerro, ma Elena non c’è Elena chissà dov’è (aprile 2005)

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Un castello nella bassa, il racconto di una mostra d’arte d’avanguardia per la quale non ho a disposizione immagini ma che, in occasione del 1° maggio, festa del lavoro, diventa l’occasione per rendere silenzioso omaggio all’ Ecce Homo, l’uomo che soffre

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Il dolore, la sofferenza di chi rimane ricordando gli oltre 1300 morti del 2007 per fatto di lavoro

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[ Cantieri, Studio Oranoe, sdz.aiap.it/notizie/8155 ]

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Placidamente assiso nella bassa, zona di pianura lontana dalle grandi arterie del vivere concitato dei nostri tempi. Il maniero di San Pietro in Cerro. Sono le terre dei Pallavicino.
Ma anche della grande apparenza di ricchezza portata dal petrolio italiano: chi ricorda la SuperCortemaggiore dell’Agip, quella del tigre nel motore?

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Qui erano i pozzi, qui era il grande stabilimento ormai inesorabilmente chiuso come è inesorabilmente tramontato, con l’esaurirsi dei pozzi e la morte di Enrico Mattei, il sogno del petrolio italiano.

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[ Arturo, la centrale nucleare di Caorso,  www.repubblica.it/…/nucleare1/nucleare1.html ]

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Come è ormai inattiva quell’enorme scatola di latta che, pochi chilometri più in là, ancora riflette i raggi del sole inclemente, visibile a lunga distanza, la centrale nucleare di Caorso. Portò l’illusione di un mondo supertecnologico che prescinde dall’uomo. Alla gente del posto portò servizi, soldi barattati in cambio del rischio assunto, prezzi delle case, degli affitti, dei ristoranti, delle gelaterie, esplosi alle stelle.

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Sì. Per fortuna esplosero i prezzi. Non la centrale come a Chernobyl.

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Comunque sono rimaste le scorie radioattive, un fiore all’occhiello destinato a durare imperituro nei secoli, per ora rifiutate da tutti gli altri Comuni in tutto il globo terracqueo.
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Li manderemo sulla Luna? Su Marte che tanto è già il pianeta rosso e morto?

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[ Aglio monticellese, www.comune.monticelli.pc.it/pagina.asp?IDpag=… ]

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Questa è la terra dell’aglio, con Monticelli d’Ongina a far da capofila. La terra delle stradine che s’aggirano ondivaghe tra campi coltivati, campi con le italiche prosperose vacche al pascolo. Ci sarebbero anche quelle che di vacca fanno il mestiere. Ma quelle sono nere e s’aggirano non nei campi ma attorno al copertone che sul far della sera accendono forse per attirare le zanzare in arrivo dal Grande Placido Fiume che scorre a poca distanza.

[ Busto in terracotta del Maestro – Villa Verdi, S.Agata (Pc) ] 

www.sintranet.it/sitidemo/turismo/galleria_te… ]

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Sono le terre del Giuseppe. Giuseppe Verdi, che Parma ha saputo far suo ma che in realtà qui, nel confine dell’austera e contadina Piacenza soffocata dal giogo delle truppe d’occupazione militari dei Farnese e della cardinalizia fustigazione ecclesiale, ha vissuto.

[ Ospedale Giuseppe Verdi, Villanova sull’Arda,  www.provincia.piacenza.it/.../noti/15534.htm ]

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Verdi, oltreché musicista, fu politico. Consigliere seduto sugli scranni dell’aula consiliare dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza. E benefattore.

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Lasciò un lascito col quale venne realizzato un ospedale a Villanova sull’Arda, un ospedale ancora oggi attivo nella storica villa ottocentesca, ospedale specializzato per il recupero e la riabilitazione fisica.

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Ebbene, prima di arrivare a Villanova, si supera Cortemaggiore.

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[ Robert De Longe detto il Fiammingo ]

[ Cupola di S. Giovanni, particolare ]

[ (Cortemaggiore – PC, Oratorio di San Giovanni) it.wikipedia.org/wiki/Robert_De_Longe ]

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Cortemaggiore. Un nome, una parola.  Appunto, la corte più importante, dove dimorava il nobile casato dei Pallavicino. Risale a pochi mesi fa, il sereno trapasso a miglior vita dell’ultimo anziano discendente del nobile casato.

Una corte stupenda, conosciuta per il petrolio e la benzina ma in realtà, a vederla, da sogno, con parchi, chiese, dipinti, porticati, un luogo di fiaba d’atmosfere di tempi antichi dove perdersi in un pomeriggio a serenamente lentamente seguire i propri passi e i propri tranquilli pensieri.

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Magari in occasione del periodico domenicale mercato dell’antiquariato. Fuori dal logorio della vita moderna.

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E si sa mai si incontri l’Elena, che di anni ne ha meno di trenta ed è di quelle gioie che solo a rimirarle fanno belle la vita. E si sa mai, potresti anche lasciarti andare a qualche sogno che nessuno, nemmeno Berlusconi e Tremonti, nessuno può porre limiti ai sogni.

[ Il castello di San Pietro in Cerro, www.dlfbo.it/servizi/2006/museuminmotion.htm ]

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Dopo Corte, segue San Pietro in Cerro.

Superato il borgo di Cortemaggiore, giri a sinistra, per Caorso, per Cremona, giri a destra, per Villanova. Se invece parcheggi, se prosegui a piedi e vai dritto, superi il cancello in ferro battuto, percorri il viale col sentiero all’ombra di piante d’alto fusto coi sassi che scricchiolano sotto i tuoi passi.

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Ed eccoti al castello, antico maniero oggi restaurato da filantropici proprietari subentrati al nobile casato del quale ovunque ammiri gli stemmi.

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Ti riceve una dama, col viso dolce ingentilito dallo splendido sorriso e gli occhi pieni di luce. Ti prende per mano, attende che la comitiva sia folta, almeno una decina, e t’accompagna.

[ Locandina della mostra,  www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressr… ]

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La facciata, dove era il ponte levatoio, il piccolo parco, con le scuderie e gli alloggiamenti della soldataglia. Le casupole ormai distrutte dei servi e delle lavoranti.

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La torre aggiunta, quando il signore fu legittimato dall’Imperatore a tener luogo di prigionia. Con le catene a muro. Le feritorie per le alabarde, per il cannone che sparava palle di pesante ferro, per i lunghi fucili quando arrivò la polvere da sparo.

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Al piano terra, il locale di cucina, con gli attrezzi in legno, le pentole in rame, il grande camino con il paiolo per la polenta, i giochi per i bambini. Perché le cuciniere lavoravano tenendosi appresso i bambini, che giocavano sul pavimento in cotto con bambole di pezza ricavate dagli stracci degli abiti dimessi, magari pannocchie di grano rivestite.

Il locale dove mangiava la servitù, poi il locale destinato ai signori con piatti di ceramica finemente dipinti alle pareti.

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Dal piano terra s’accede alle segrete, alle cantine, ai passaggi misteriosi, ai cunicoli attraverso i quali in caso di assalto e di mal parata il signore, la consorte, la nobile prole, tutti venivano tratti in salvo dal capitano comandante, via di corsa alla luce d’una torcia fino ad una casa del contado dove sempre venivano tenute le cavalcature pronte per la fuga.

Nelle segrete, nella cantine la nuova proprietà che di questo castello vuol fare luogo d’arte, la mostra “Ecce Homo”. Arte moderna. Figure di fango. Un cane fatto di rami amalgamati col fango.

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Fotografie di lei allo specchio, di lui nudo con malinconica musica francese: Ecce Homo, l’uomo che soffre?

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[ Cantieri, di Thomas Armagni, sdz.aiap.it/notizie/8155 ]

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Otri. In un ampio locale privo di pavimentazione, con la sabbia intrisa dall’umido dell’acqua piovana che penetra attraverso la terra e le pareti, con le fondamenta puntellate. Otri dai quali emergono esseri dalle esperessioni sofferenti fatti di fango.

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Collage di immagini. Intervallate da frasi di rivolta, in spagnolo. Scene di traffico cittadino nella scarsa illuminazione della sera. Una pistola.  Drappi. Con frasi in francese.

[  Nudo, thecatswillknowgallery.splinder.com/…/2007-04 ]

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Non ho capito nulla, non ho capito il senso, mi denuncio ignorante d’arte. D’arte moderna, d’arte d’avanguardia. Oppure forse servirebbe un’audioguida. Un traduttore.

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Ma è arte vera, quell’arte che necessita di interprete? L’arte misteriosa, l’arte che meno si fa capire ai sempliciotti e più è arte.  Come le messe in latino.

[ Cantieri, di anTonella TiTomanLio, sdz.aiap.it/notizie/8155 ]

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Com’erano belle, dice l’ultraconservatore oscurantista Lefebvre con tutta la Chiesa pre-conciliare, la Chiesa dei nostalgici del potere sul popolo bue, com’erano belle quelle messe con un linguaggio per cui Dio era Dio e l’uomo piccolo ed ignorante.

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Com’era bello, quando ogni prete con la sua svolazzante veste nera, rappresentava e gestiva il potere, quello con la p maiuscola, quello dell’oscurantismo medioevale, quello della Santa Inquisizione. Ascoltare e non commentare. Capire ancora meno.

 [ mondoeconomico.blogosfere.it/imprese_e_lavoro/ ]

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Ubbidire. Sottostare. Reverenziare.

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Per fortuna si risale. Dai sotterranei si ritorna al piano terra, si sale al piano superiore. Dove s’ammira la biblioteca, il salone dei ricevimenti, la sala di conversazione, in un tripudio di affreschi, di mobili d’epoca, di quadri, di dipinti.

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La dama che c’accompagna per mano non saprebbe dirmi se quel quadro che rappresenta truppe piemontesi a cavallo sia di Fattori.

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Bisognerebbe risalire alla famiglia nobile che qualche anno fa ha venduto il castello con annessi e connessi per bisogno di contanti, per sopravvivere ai tempi moderni, tempi ben poco condiscendenti con l’antico esser nobili.

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In fondo, a dire il vero, la splendida dama col sorriso negli occhi, lei è una dama di castello, la Regione Emilia Romagna, assessorato ai beni culturali, paga perché studi ed esponga di storia e d’architettura, se ne rammarica, ma non sa molto di arte.

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No, non conosce Fattori, non sa di Macchiaioli. Quel quadro fa forse parte del patrimonio sconosciuto di questo nostro Paese così bello così ricco e che spesso ignoriamo. Oppure non è altro che una modesta patacca.

La nuova proprietà è più attenta all’arte moderna. Quella d’avanguardia della mostra allestita nell’occasione, “Ecce Homo”. Quella contemporanea dedicata agli artisti del piacentino, mostra permanente riferita agli anni tra i cinquanta e l’attualità, allestita in quattro stanze al secondo piano superiore del castello, poco prima dell’ultimo piano dove un tempo stazionavano le truppe combattenti per la difesa degli spalti durante gli assalti e che oggi, a spalti coperti, chiuse le feritoie utilizzate per il rilascio della pece bollente, oggi sono riservati ai proprietari, per quando sono al castello.

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Così si conclude un tranquillo pomeriggio d’arte e di storia di pianura padana.

Si ripercorre il viale alberato, si supera la cancellata in ferro, si ritorna in sul far della sera verso Cortemaggiore. Con breve sosta al bar dei nobili per un necessario ristoro.

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Tra arazzi alle pareti di richiamo ai tempi andati ma di moderna fattura. Col cuore aperto alla speranza. Ma Elena, l’Elena di Cortemaggiore, non c’è. Elena chissà dov’è.

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Di certo a vivere i suoi splendidi anni, in viaggio sull’acque del mare, per l’incontro con Menelao mentre dal Peloponneso già strugge per i suoi occhi belli il cuor impavido di Paride.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

2 Risposte a ““Ecce Homo” arte d’avanguardia nel maniero a San Pietro in Cerro, ma Elena non c’è Elena chissà dov’è (aprile 2005)”

  1. Devono essere interessanti queste cose che scrivi. Purtroppo navigo da cel e non ho tempo per leggere tutto ma ho salvato la pagina di modo che me la leggerò con calma quando sarò off. Ciao.

  2. Vi e’ un blog di una sfacciata camorrista assassina ( non esagero affatto e capirete presto, forese, il perche’) affiliata al clan dei Casalesi, ovviamente poiliticamente nazifascita lercia, tale Morosita, suo sito Hitlerian/Cutoliano http://www.morosita.it, che ora vi spiego che fa’. Come citavo, codesta e’ una criminalissima, anzi criminalona ( siccome sa’ quanto male ella se non essa, sta’ facendo in giro, per soffocare la vergogna e l’ansia che per tutto qs prova, mangia sempre piu’ ed e’ ormai giunta a pesare 110 chili; la sua perversa passione, poi, per le masturbazioni compulsive via “sex machines” essendo che fa’ schifo a qualsiasi uomo, primo per come e’dentro, e poi anche per come e’ fuori, pure, ovviamente, la porta a ingozzarsi, e allargarsi sempre piu’) che lavora per detti camorristi di stampo nazifascistissimo: i noti Casalesi stessi ( guarda caso vicinissimi a Marcello “Macello” Dell’Utri e che volevano portare via la Lazio, a Lotito, a botte di minaccie e violenza “strategica”, varia). Sta’ tutto il giorno al computer girando tutti i principali blogs. Appena legge di veementi anti Berluscones, se non pure Berlusconazistones o Berlusxuxluxclones, subito si finge anti Berlusconiana lei pure e chatta con codesti. Gli scrive che si e’ innamorata di loro e che desidererebbe e mailare privately con gli stessi. Il blogger sentendo ( falsissima) aria di conquista, spesso, ci sta’ subito. Gia’ dallo scambio delle prime e mails, detta nazimafiosa campana subito scrive ” voglio fare sesso con te, mettermi con te ( a dir la verita’ picchia molto piu’ giu’ duro, posso anche mandare qui le sue e mails: scrive, dopo un po’, cose tipo “ti apro le mie co…e” e iamm bell), dai, dammi i tuoi dati personali, indirizzo, telefono, tipo e targa d’auto, e vediamoci subito, vengo immediatamente a trovarti. Se sei ciuccio e abbocchi, arrivano dal suo “Casolare”, invece i “Casalesi”, e la tua auto, tre giorni dopo ( di appostamenti), va’ in fiamme, o un altra auto, ti mette sotto o ti accoltellano, sparano and that’s it. Qs e’ una storia verissima, tanto di denuncie son gia’ state stra fatte, da gente che per via di qs Mata Hari fasciocamorrista si e’ fatta molto male. Ha tentato anche con me, ho tanto di prove, e quindi son fiero di dare una mano a un mio prossimo, perche’ non abbocchi. A me, fesso, non mi ha fatto, ma a qcun altro potrebbe, quindi….. Che c’entra cio’ con la pedofilia? Girate per il suo sito ( vecchi posts, ad esempio “figure Barbie ne”) e lo vedrete. Chi la paga e la manda in giro oltre ai noti pluri assassini di Caserta? Un naziciarolo ladrunlardun corrotto e eversivo puzzone, Giuliano Ferrara: per rendere il mondo dei blogs meno democratico, piu’ denso di ignobile puzzona strategia della tensione e quindi anche piu’ Berlusxuxluxcloniano. Fate tutti i vs checks e mi direte Dati ulteriori a proposito di qs spia putrida velenosa Morosita, sito nazicamorristissimo http://www.morosita.it : dice di chiamarsi Carla ( ma e’disonesta da vomito, oltre che mezza pazza perversa, se non pazza e perversa interissima; potrebbero quindi benissimo essere menzogne, quelle su qs suo presunto nome) ha (o aveva) come numero di telefono 333.4080422; ha 45 anni, e non la vuole nessuno; il suo boyfrined e’ un vecchio mattarello, che non usa per impastare, ma come dicevo per sua deprementissima passione per le masturbazioni via strumenti di qs tipo. Ha infatti la casa piena di sex machines, ella se non essa. Rappresentano una sua mania debosciantissima, come se classica fallita. Tende ultimamente sempre piu’ al lesbismo, essendo che a qualsiasi maschio ( normale, e non dico necessariamente per bene, schifa. Sua amante lesbica, talvolta e’ la altrettanto serpe filomafiosa Simona Premoli, una attrice porno, che abita e ha una casa di produzioni cinematografiche ( niente popo’ di meno), cosidette “porn..naziste” in via Friuli a Milano. Detta attrice porno, nazista, quindi attrice pornazista similkiller Simona Premoli, sta’ ora preparando un film intitolantesi “ Max Mosley acchiappanmi”, e detto qs…. Attenzione di nuovo al “verme femmina” Morosita, http://www.morosita.it. Biscia, e non solo verme, anzi bisciona di Canale 5 e della mafia dei Berluscones varii, delinquenzialissima: cerca di fotterti, carpendoti infos, per farti ammazzare dai suoi nazifascicamorristi Casalesi sotato stessi, ma se la scopri, subito si finge vittima ( topa di fogna cadardissima di tipo striscante) e va’ a frignare dal naziciarolo Giuliano Ferrara, come anche in massonerie fascie e da poliziotti Berlusconiani, ovviamente, interessati, poi, a dar ragione solo a lei ( si sa’: una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia, specie se qualche cash filomafioso intanto…), e non a chi, qs assassina, cerca di far far fuori. Fa’ schifo a tutti, e ultimamente, Ombretta Colli, stratappandosi il naso, su ordine del neopiduista ricchion..azista Giuliano Ferrara ( come da libro di Pino Nicotri, un suo ex nemico, ora da lui stresso corrottissimo) prima citato, l’ha presa a moderare il suo blog. Tutta lercia mafia Arcor..leoniana. Presto in rete la prove di che sto’ dicendo, via scan. Attenzione alla puzzona fascista putrida Morosita, suo blog mafiosissimo http://www.morosita.it o vecchio sito morosetup, e’ una strega maf..ascia assassina lercia. Si accompagna spesso anche al Pio Pompina.o Marco Brotto di Centrosim, una specie di naziskin, che addirittura uccise un senza tetto in un caso, come per sua ammissione, e che spesso e’ andato a letto con Giulio Tremonti, che in cambio, appunto lo ha messo nella notissima Sim fascistissima Centrosim, non per niente nota a tutti come Centromaf..ascistsim E non credete alla sua difesa messa sul suo blog, scrittagli da un assoluto verme Berlusconicchio, Stefano Ventura del blog di Paolo Liguori. Un ebreo, pero’ con fortissime simpatie naziste. Ossia uno che rinnega il suo sangue, i suoi avi torturati e liquefattti ad Auschwitz, che schifo impestato. La difesa citata stessa, presto gliela smontero’ , e in pubblico, pezzo per pezzo. E tanto meno credete a qs nazibiscia se vi scrivera’ chiedendo, se non mafiando, affinche’ cancelliate tutto, e qs, ovviamente, perche’ qs assoluta verita’ la imbarazza. Occhio, se gli darete il vs dito mignolo, vi inghiottira’ in un secondo qs assassina nazifasciocamorrista lercia. Salvatore Abbrasciaglia Cernobbio Italy

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