E’ tornata! Una vecchia panchina in piazzale Libertà a Piacenza. Nell’inerzia comunale, chi sia stato non si sa!

Erano sette o otto le panchine collocate nel giardino di piazzale Libertà che qualche anno fa la giunta comunale di centrosinistra aveva realizzato per sostituire due distributori di benzina e tanti parcheggi in un’area a grande traffico inquinante. Una bellissima idea sfruttatissima dagli abitanti delle case popolari e dai bambini che invero poco sedevano e molto giocavano con gli spruzzi della fontana. Poi lentamente quelle panchine, stroncate dal superuso da parte del Clan dei culi grossi (mamme, nonne, single avanti con gli anni, nonni ed io compreso) hanno ceduto il passo. Piegate a terra come elefanti o balene spiaggiate, recuperate dagli operai della manutenzione comunale, portate chissà dove per l’ultimo viaggio ma il loro ricordo non s’è perso. Oh, nostalgia canaglia! L’ultima se n’andò più d’un anno fa, da tutti rimpianta. Ma ora ecco, mano ignota ha ben pensato di portarne una nuova. Pardon, una vecchia, di legno, recuperata da chissà quale discarica o da quale magazzino dove era da tutti dimenticata. Così in piazzale Libertà una vecchia panchina è ritornata a nuova vita, sembra una giovane nel pieno della bellezza e sa far felice di nuovo il Clan dei culi grossi. Neri, gialli, verdi, bianchi, per la panchina non fa differenza, per lei tutti uguali sono e a tutti offre una pausa di sopravvivenza dal gran caldo. A proposito, non manca il richiamo al cuore: un messaggio d’eterno amore per Giuseppe, scritto chissà quando, chissà da chi, chissà per Giuseppe chi, chissà se quell’amore è sbocciato e se dura ancora, chissà se bianco, nero, giallo, se al mare, in montagna o nella bassa padana. Ed ora che dirà la giunta comunale? Arriveranno le ruspe per rancar via la vecchia panchina fuor d’ordinanza che chissà chi ha portato di tutti a disposizione?

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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