“Costituzione, speriamo che ce la caviamo”, intervento di Vittorio Melandri

Sì è vero, tre Commissioni parlamentari istituite per cambiare la Costituzione non hanno prodotto risultati, ma con il 138 il titolo V si è modificato alla grande, peccato che si sia fatta una porcata.
E ancora con il 138 su suggerimento di “saggi” che puzzavano anche solo a guardarli da lontano, la Costituzione si era riscritta per metà, per fortuna che il ‘Popolo sovrano’, quando ancora era assistito da un partito già sofferente, ma ante Renzi, ha posto rimedio alla porcata.

E che dire della cancellazione della norma transitoria che vietava ai maschi di Casa Savoia di soggiornare in Italia; cancellata.
Quindi non mi pare si possa dire che la Costituzione non si sia cambiata.
Il punto semmai resta, perché si deve cambiare?, per dire che così la si è ammodernata, anche quando si è peggiorata?
C’erano due punti su cui nel paese e pure fra le forze politiche emergeva una larga convergenza:
a) riduzione del numero dei parlamentari
b) abolizione del bicameralismo perfetto (che non significa un assertivo quanto anonimo monocameralismo)
400 deputati e 150 senatori; si poteva fare raccogliendo solo applausi.
Un Camera che vota la fiducia ed un Senato che opera ruoli opportuni di controllo; (detto a spanne da cittadino semplice, non certo da costituzionalista) si poteva fare, raccogliendo solo applausi.
Ma nel chiuso del Nazareno, da cui il Bullo di Firenze se ne è uscito annunciando urbi et orbi una “piena sintonia con il delinquente pregiudicato”, si sono messi dei paletti che hanno poi condizionato un percorso che ha condotto ad un nulla che poco ha a che fare con i due “semplici” e condivisi enunciati, ed oggi siamo addirittura alla chiamata al redde rationem … o con me o contro di me, la Costituzione sono me.
Roba da “bulli”, purtroppo non del quartierino, ma da un Bullo sostenuto a Palazzo Chigi dal PD… R
Speriamo che ce la caviamo, non resta che affidarci al jolly che ogni tanto il Popolo italiano riesce a pescare dal mazzo, contro ogni evidenza contraria.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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