Ciao, compagno Francesco, ti saluto. Ancora e sempre a pugno chiuso

Francesco Cacciatore

Così anche Francesco ci ha lasciati. Giovane, 63 anni, in pensione da poco dopo una vita al servizio della gente in Amministrazione Provinciale, già VIceSindaco cittadino. Non era una conoscenza approfondita, diciamo che entrambi muovevamo passi nell’area di sinistra, sia pure in spazi ed ambiti per lo più diversi. L’avevo incrociato negli anni settanta, quando entrambi frequentavamo la biblioteca comunale per reciproca necessità di studio. In quell’epoca il luogo di studio era nell’ala diciamo storica al primo piano con accesso attraverso una stanzetta destinata poi alle pause e alle conseguenti chiacchiere. Sì, avevamo un confronto d’idee abbastanza intenso sia pur occasionale. Io su posizioni di socialismo libertario col mito dell’autogestione, lui abbastanza in linea con il comunismo berlingueriano sia pur con qualche posizione diciamo … eretica, diciamo moderatamente “fuori linea” rispetto all’ortodossia di via Chiapponi allora sede del P.C.I. piacentino, all’epoca – a mio parere -, espressione di un comunismo piuttosto “bulgaro“. No, di questo non posso dire di Francesco, piuttosto attento al confronto con i compagni che maturavano scelte diciamo movimentiste schierati ad esempio con D.P., M.L.S. o con i radicali di Marco Pannella oppure, come nel mio caso, con la sinistra socialista che teorizzava l’alternativa di sinistra in antitesi al compromesso storico di Enrico Berlinguer. Comunque, passato il tempo della biblioteca, ci siamo un pò persi di vista, lui impegnato con la politica amministrativa nelle istituzioni come consigliere comunale prima e assessore poi, io nella politica di strada almeno fino all’abbandono negli anni ’90 del Partito socialista ormai egemonizzato dal craxismo. Salvo, alla fine di quegli anni’ 90 e dei primi anni dele terzo millennio, il tempo comune dei Democratici di Sinistra, punto di approdo dopo la mia militanza laburista: entrambi nella direzione provinciale tuttavia le posizioni restavano sostanzialmente diverse. No, non conflittuali ma appunto sostanzialmente diverse. Del resto, giunti al Congresso del 2007 lui seguì l’indicazione di Valter Veltroni di concludere l’esperienza del partito orientato verso l’approdo socialista per arrivare allo storico incontro con le masse cattoliche e la conseguente nascita del Partito Democratico. Un’esperienza che lo avrebbe ulteriormente impegnato nel percorso politico amministrativo con l’approdo alla nomina quale ViceSindaco appunto con il P.D. sostanzialmente egemonizzato dalla componente cattolica rappresentata in particolare dal cattolico Roberto Reggi di provenienza e cultura democristiana (e, non lo nego, resto impressionato e stupito leggendo sul quotidiano locale della profonda intesa tra Francesco e l’allora Sindaco, appunto quel Reggi di cultura cattolica, moderato con pennellata di timido orientamento progressista, che negava ai cittadini le porte aperte del suo ufficio di piazza Mercanti, trasformato in un bunker inespugnabile). Ma non finì lì, i nostri incontri sia pure occasionalmente sono proseguiti in particolare quando lui ha lasciato il P.D. del democristiano conservatore Matteo Renzi seguendo Pierluigi Bersani nella nuova esperienza di Articolo 1 – Liberi e Uguali. Un’esperienza politica – vista da osservatore esterno – interessante, per molti aspetti condivisibile anche perché, per quanto mi riguarda, era conclusa l’esperienza con Sinistra Democratica. Così ho partecipato – come osservatore – alla prima riunione costitutiva, ho ascoltato con attenzione l’intervento di Francesco, ho rivisto con gioia tanti compagni che avevo perso di vista dopo il 2007 (non avevo mai capito la loro adesione al P.D. che avrebbe espresso personaggi come Matteo Renzi, assolutamente estraneo alla cultura e alla tradizione socialista e di sinistra). I tempi per il ricongiungimento comunque non erano e non sono maturi, difficile distinguere e scegliere – per quanto mi riguarda – tra Art. 1 e Sinistra Italiana formazione nella quale si riconoscono altri miei compagni storici, socialisti, tuttavia non ho fatto mancare il mio sostegno per esempio in occasione delle ultime elezioni amministrative comunali quando Francesco indicava la necessità di votare quale candidata alla poltrona di Sindaco Sandra Ponzini. No, non mi sono candidato direttamente a sostegno, ho caldeggiato però la candidatura di Dalila (mia moglie e compagna di vita) anche perché l’esperienza di Articolo 1 o di Liberi e Uguali era ancora tutta da valutare. Ricordo poi di aver incrociato Francesco in una manifestazione con assembramento di fronte alla Questura. Nell’occasione mi ha diciamo “ripreso” con l’accusa e il rimprovero d’essere pigro, di non impegnarmi in prima persona. Chissà, forse aveva ragione. Diciamo che mi ha strappato un sorriso, della serie “convincimi, toglimi i dubbi e forse ti seguirò”. Anche se analoga insistenza, a parte Articolo 1, viene dai compagni di Sinistra Italiana. Chissà, magari aspettavo il tempo della pensione, la conclusione dell’esperienza lavorativa in Asl (che, vista la mia posizione dirigenziale, grazie al ministro berlusconiano Renato Brunetta poneva molti limiti alle mie possibilità di partecipazione politica diretta). Poi il Covid ha posticipato il tutto, per quanto mi riguarda ma chissà, Francesco se avesse voluto in un futuro prossimo venturo poteva riuscire a coinvolgermi in un impegno politico diretto. Diciamo così: era un politico sostanzialmente dalla parte giusta, la parte della gente, oserei dire prescindendo dal passato berlingueriano “un compagno socialista” (chissà se lui, comunista prima e post comunista poi, m’avrebbe perdonato quest’affermazione). Per questo mi mancherà la possibilità di riprendere un giorno quel confronto iniziato ai tempi di quella stanzetta della biblioteca comunale con panca di legno e il nobil uomo Manfredi a vigilare che nessuno fumasse. Che, lo confesso, da ieri, quando ho saputo della partenza di Francesco per il Regno dell’Altr/Ove, mi mancano ancora di più.

Ciao, compagno Francesco, ti saluto, ora e sempre a pugno chiuso.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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