ArtInsieme, Claudio, Dalila, Francesco, Fausto, Carmelo, Pace, musica, colori, poesia, un gruppo Naif

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. L’intervento di Ferruccio Braibanti introduttivo della rap-presentazione poetica del 25 giugno a Gropparello .

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Ringraziamenti alla Società Operaia di Mutuo Soccorso che ospita e a Raffaele Maggi che ci ha permesso di essere qui.

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Questo gruppo, con alcune integrazioni e con qualche modifica, è la seconda volta che fa tappa a Gropparello. La prima fu in occasione della presentazione del primo libro di Claudio Arzani “E’ severamente vietato servirsi della toilette durante le fermate in stazione”. Questa sera Claudio ci presenterà il suo secondo libro dal titolo sempre di sapore ferroviario.

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Ma vediamo chi è il gruppo che l’accompagna:

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la prima, per doveri di cavalleria, è Dalila Ciavattini, arrivata nel gruppo un po’ per caso, chiamata a sostituire Emanuela Schiaffonati impegnata col lavoro. Dalila è moglie di Claudio e madre di Fabrizio ed Edoardo, due figli d’arte perchè Fabrizio è ben avviato nella realizzazione cinematografica, ed Edoardo si cimenta con successo nel disegno di fumetti originali e di pregio.

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Ho voluto citare tutta la famiglia perché mi sembra una famiglia modello: una famiglia borghese che non ha tradito le proprie origini proletarie; una famiglia un po’ patriarcale (Claudio è un punto di riferimento certo); una famiglia fortemente unita anche dagli interessi culturali; una famiglia decisamente estroversa senza correre il rischio dell’esibizionismo.

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Sono certo che Dalila sarà bravissima nel leggere gli scritti di Claudio perché con lui condivide le stesse emozioni che ne hanno guidato la penna. Dalila ci guiderà nel mondo che Claudio ci descrive con delicatezza, ma anche con un entusiasmo che non riesce a nascondere fino in fondo la malinconia che ammanta i suoi pensieri.

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Fausto Chiesa, mio ex collega (ex perché ormai sono in pensione) è uno studioso di storia ed un appassionato di letteratura. Lo voglio menzionare per l’importante libro su Alfonso Testa, illustre filosofo di Borgonovo vissuto tra la fine del 1700 e la metà del 1800.

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Il libro di Fausto è frutto di una ricerca storica che lo ha impegnato per più di 40 anni e che gli ha consentito di tracciare non solo un approfondito ritratto del “pretazzuolo di Borgonovo” ma di entrate con acutezza nel pensiero di un filosofo un po’ contro il pensiero prevalente soprattutto nei grandi temi dell’etica.

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A Fausto il compito di inquadrare gli scritti di Claudio nel contesto letterario italiano e di affrontare un’analisi che cerca di stabilire un parallelo tra la poesia di Claudio, espressa in versi e in prosa, e importanti autori del Novecento.

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Francesco Bonomini è un fiorenzuolano del sasso: la sua famiglia è fortemente radicata nella storia di Fiorenzuola e si è distinta per un forte impegno antifascista nella guerra di Liberazione e nell’Italia liberata.

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Di lui non dirò molto perché di lui parla la musica che fa sentire. Ricordo solo che è un musicista autodidatta, innamorato del suo organetto diatonico con cui interpreta musiche nord europee con una qualche fuga verso ballate più contemporanee come quelle di De Andrè.

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Carmelo Sciascia non può essere con noi questa sera perché sta assistendo la madre vittima (fortunatamente non grave) di un incidente. Come tradisce il cognome, Carmelo è un siciliano trapiantato nella valle del Po di cui si è innamorato. Esprime il suo amore per la terra padana con i colori ed i tratti tipici del temperamento siciliano.

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I suoi quadri ci propongono una visione soggettiva e suggestiva d’un territorio urografico impreziosito dai residui d’una cultura contadina che ha dovuto cedere spazio all’invasione industriale e ai misfatti dell’antropizzazione.

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Infine Claudio Arzani, ottima penna. Il suo modo di scrivere è ovattato quanto è ovattata una serata d’autunno avvolta nella nebbia.

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La Poesia per Claudio è un fatto istintivo, un mezzo di comunicazione del suo sentire, uno strumento immediato per condividere emozioni ma anche ansie desideri sogni aspettative ed aspirazioni.

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Claudio ha scelto il treno come metafora d’una vita giocata fra ricordi e speranze. Ha scelto il treno perché il treno lo ha accompagnato fin dall’infanzia vissuta con il padre ferroviere. E sul treno su cui è salito fin da bambino sta percorrendo il viaggio della sua vita, in un territorio che ricerca, forse vanamente, quegli ideali di Giustizia e di Libertà a cui Claudio è fortemente ancorato.

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Un legame che però gli produce inevitabili delusioni quando pare rendersi conto di essere circondato da un mondo sempre meno affezionato ai valori della giustizia e sempre troppo pronto a dimenticare i valori della libertà sacrificati sull’altare dell’interesse economico

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Il treno di Claudio va lento sui suoi binari. Non è la FrecciaRossa, il nuovo TOTEM della civiltà della fretta. E’ un Accelerato che se va senza fretta e si ferma in molte stazioni. E’ un treno che va piano, ignorando i ritmi di manager aggressivi e di yuppies rampanti. Il treno lascia a Claudio il tempo che gli serve per calarsi nei paesaggi che attraversa, per conoscere la gente che incontra, per amare tanto platonicamente quanto intensamente.

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Infine una considerazione sul gruppo.

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Ho pensato a lungo ad una parola che potesse definirlo e l’unica che mi è venuta alla mente è NAIF

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Sì, un gruppo NAIF, se per Naif intendiamo quella forma artistica che si esprime istintivamente rappresentando la realtà quotidiana in modo immediato e carico di grandi suggestioni.

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. Le foto che illustrano la serata (comprese quelle pubblicate il 3 e il 4 luglio sono di Fabrizio Arzani .

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