Dunque a maggio arriva l’Ape (anticipo pensionistico). Ovvero se io ho 63 anni e supponiamo 40 anni di anzianità con tutti i contributi versati, mi dimetto. Mi calcolano la pensione che mi spetterebbe in base a quei contributi. Ma non me la paga l’INPS in base ai miei contributi. Me li paga, di fatto, una banca praticamente a titolo di prestito ivi compresa copertura assicurativa che garantisca la mia vita. A 67 anni invece finalmente passo sotto gestione INPS ma attenzione: per 20 anni devo pagare una rata mensile per restituire il prestito della banca! E se il destino vuole che muoia prima? Nessun problema, l’assicuratore risarcisce la banca. Del resto io avevo pagato il premio assicurativo vedendomi diminuito quanto percepito nei 3 anni di Ape! Insomma, tra una storia e l’altra, il 30% della mia pensione per la quale avevo pagato contributi per tutti gli anni di lavoro, prende il volo. Insomma pago due volte per un mio diritto. Il ministro Giuliano Poletti dice che va tutto bene è giusto così. Ma da dove li tiran fuori questi autorevoli esponenti del PD? Una volta si diceva “dal Tide” per significar cosa di poco conto.