Andrea Costa (1851 – 1910), aderente all’Internazionale anarchica prima, al P.S.I. poi, primo socialista eletto in Parlamento

Andrea Antonio Baldassarre Costa (1851 – 1910) è stato tra i fondatori del socialismo in Italia, primo deputato socialista della storia d’Italia. Aderì nel 1872 all’Internazionale anarchica di Bakunin. Incarcerato nel 1874 e condannato a due anni di prigione per un progettato piano di insurrezione, nel 1879 si tasferì in Svizzera a Lugano con Anna Kuliscioff. Qui, probabilmente influenzato dalle discussioni politiche con la sua compagna, scrisse la lettera intitolata Ai miei amici di Romagna, in cui indicava la necessità di una svolta tattica del socialismo, che doveva passare dalla “propaganda per mezzo dei fatti” a un lavoro di diffusione di principii, che non avrebbe presentato risultati immediati, ma avrebbe ripagato sul medio periodo. La presa di posizione di Costa determinò nel movimento socialista italiano una prima separazione dei socialisti dagli anarchici, che fu definitivamente sancita nel 1892 a Genova al Congresso di fondazione del Partito dei Lavoratori Italiani (che poi divenne il Partito Socialista Italiano). Inizialmente Costa mantenne autonomo il suo movimento, ma poi, a seguito della sconfitta del suo Partito Socialista Rivoluzionario Italiano alle elezioni del novembre 1892, confluì l’anno seguente nel Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), che, nel Congresso di Parma del 1895, mutò definitivamente il suo nome in Partito Socialista Italiano.

Costa collaborò a periodici e riviste di carattere politico, tra cui “Fascio operaio“, “La plebe“, “Il martello“. Il primo maggio del 1880 fondò con i socialisti de “La plebe” la “Rivista internazionale del socialismo“, la cui pubblicazione fu interrotta dopo pochi mesi; nell’aprile del 1881 fondò ad Imola il settimanale socialista “Avanti!…“, la cui redazione venne trasferita a Roma nel 1884.

Nel 1882 Costa fu candidato alla Camera dal suo partito, in alleanza con il Partito Operaio Italiano, nei collegi di Imola e di Ravenna. Fu eletto in quest’ultima città, diventando così il primo deputato di idee socialiste nel parlamento italiano. Dopo quella prima elezione, venne sempre riconfermato, a partire dal 1895 nelle file del Partito Socialista Italiano, fino alla sua morte nel 1910.

Nel febbraio del 1887, nel corso del vivace dibattito parlamentare seguito al massacro di Dogali, coniò la parola d’ordine “né un uomo né un soldo” per l’impresa africana.

Il 5 aprile 1889 il Tribunale di Roma lo condannò a tre anni di reclusione per “ribellione alla forza pubblica”, a seguito dei disordini scoppiati durante una manifestazione in memoria di Guglielmo Oberdan.

Nel marzo 1890 fu nuovamente condannato per “ribellione”, avendo partecipato a Roma alle agitazioni degli operai edili.

Nel 1898 fu coinvolto nei moti di Milano, repressi a cannonate dal generale Bava Beccaris; arrestato con altri esponenti socialisti, ma la Camera dei deputati negò l’autorizzazione a procedere e venne liberato.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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