“Alba su Shatila”, lirica di Francesco De Girolamo, poeta in Roma

Giacigli di fango rossastro
schiudono al primo sole
la nascosta ferita.
Una bambola rotta
intrisa di sangue
accanto ad un piccolo corpo
supino.

Mani tese, impietrite,
fendono l'orizzonte
come piccoli arbusti
riarsi.
Occhi socchiusi, senza luce,
bocche aperte in un grido
muto.

Esili gole recise;
ferite d'agnello prescelto
per un dio risvegliato.
Il fumo di Auschwitz
si rialza nel cielo,
lo stesso silenzio
di Hiroshima
nell'aria.

Un uomo alimenta
l'inceneritore;
occhi sottili
sopra il panno
calato sul viso,
mani precise
al lavoro.
Fucile a tracolla.

Pure, un tempo,
i suoi pomelli bruni
s'increspavano
in tenui sorrisi,
i suoi occhi fremevano
alla vista di un sogno.
Luccicavano di pianto.
La sua piccola mano
stringeva
un giocattolo rotto.

Ora respira morte.
Lingua di Babilonia,
fiato di Geenna.
Sparge al vento
la sua parte di cenere.

Certo non sa che semina
in ogni sua manciata
mille piccole braccia
protese dalla terra
ad impugnare
una bambola risorta.
Camp Chatila, opera del vignettista palestinese Naji al-Ali, assassinato per le sue idee politiche a Londra da un colpo di pistola esploso nell’estate del 1987 da un assassino restato sconosciuto

Sabra e Shatila erano due campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut. Furono teatro del feroce massacro di un numero di inermi arabi palestinesi, stimato tra diverse centinaia e 3500, tra cui un gran numero di bambini, perpetrato da milizie cristiane libanesi in un’area direttamente controllata dall’esercito israeliano, tra il 16 e 18 settembre del 1982.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.