A Roma, a Roma, chiamavano le trombe all’adunanza generale: è nella capitale che sorge un nuovo sole, il sole dell’avvenire

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Il manifesto della mostra "Dada e surrealismo riscoperti",
 500 opere esposte al museo del Vittoriano a Roma
fino l 10 febbraio 2010

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Una voce che parla al BelPaese? Conviene abbia il megafono nella città eterna altrimenti rischia di perdersi tra le poltrone vuote di un uditorio di periferia. Nei primi anni sessanta le segreterie dello scudo crociato democristiano e del sole nascente socialista dopo lunghe estenuanti trattative trovarono il giusto equilibrio per avviare la prima esperienza di governo comune. Il diavolo e l’acqua santa. Due acerrimi nemici storici all’abbraccio, i rappresentanti della classe padrona dominante e il partito storico dei lavoratori. Un accordo siglato all’ombra di piazza Mercanti, la sede della municipalità di Piacenza, città padana al confine tra Emilia, Lombardia, Piemonte, un lembo di Liguria. Un evento storico, destinato a cambiare il volto del BelPaese. Per questo era impensabile che una simile alleanza potesse nascere in un lembo di terra sostanzialmente marginale, nodo stradale e ferroviario che univa nord e sud in quanto punto di transito obbligato ma nulla più. Intervennero le segreterie nazionali per stoppare l’ardito disegno politico: l’alleanza si sarebbe fatta ma tre anni dopo e non certo in periferia. L’accordo sarebbe stato sottoscritto a Roma e ne sarebbe nato il primo governo nazionale di centrosinistra.

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L.H.O.O.Q., di Marcel Duchamp
"Dada e surrealismo riscoperti"
Complesso del Vittoriano, via San Pietro in carcere, Roma
In mostra fino al 7 febbraio 2010
http://www.romeguide.it/mostre/dadaeilsurrealismo/dadaeilsurrealismo.html

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In quell’inizio d’estate 2007 finalmente il destino giungeva a compimento. Dieci lunghi anni di cammino nelle fila dei Democratici di sinistra erano giunti al termine. Un lungo, sofferto Congresso, il quarto ed ultimo del Partito nato dalle ceneri del vecchio e più grande Partito comunista del mondo occidentale e da una costola del disciolto Partito Socialista, quella che aveva in Valdo Spini il suo leader naturale. Una grande maggioranza aveva decretato la fine del simbolo della quercia mandato in soffitta nella prospettiva della storica alleanza con la componente cattolica, in pratica quella che era stata la corrente di sinistra della vecchia Democrazia Cristiana. “Sono nato socialista, non morirò democristiano”, avevo concluso il mio intervento all’assise provinciale di fronte ad una platea poco interessata alle mie posizioni. Qualche settimana dopo, al congresso regionale, sotto il grande tendone nel parco in periferia a Bologna ero stato tra i pochi ad applaudire con forza il compagno Franco Benaglia che, a nome della corrente, annunciava l’astensione dalla votazione degli organismi dirigenti deputati a concludere il percorso di scioglimento del Partito per avviare la costituzione del nuovo soggetto politico. A Firenze, infine, finalmente, tra le lacrime, Fabio Mussi aveva ufficializzato la rottura definitiva, il saluto ai compagni che avevano scelto di fondare il Partito Democratico: no, noi non saremmo stati della partita. Da quel momento erano passate diverse settimane e finalmente i vertici nazionali avevano dato fiato alle trombe dell’adunanza: tutti a raccolta al Palasport, all’Eur, naturalmente a Roma, nella capitale del Regno e dell’Impero, nasceva Sinistra Democratica per il socialismo europeo.

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Scolabottiglie, di Marcel Duchamp
"Dada e surrealismo riscoperti"
Complesso del Vittoriano, via San Pietro in carcere, Roma
In mostra fino al 7 febbraio 2010
http://www.romeguide.it/mostre/dadaeilsurrealismo/dadaeilsurrealismo.html

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L’EuroStar partiva dalla stazione poco dopo le sei della mattina. A Firenze salì sul treno proprio Valdo Spini, posto prenotato poco più avanti del mio, si tuffò nei fogli del discorso che avrebbe letto all’adunata, per le ultime correzioni. Parlavo al telefono con Fausto Chiesa e Ferruccio Braibanti, commentando che non riuscivo a tollerare oltre una pseudo sinistra di governo che, almeno nell’Azienda pubblica fonte del nostro stipendio, sembrava aver perso la capacità progettuale riducendosi ad una mera gestione del potere nel nome del Direttore Generale, Francesco Ripa di Meana. Era possibile immaginare una sinistra capace di essere cosa diversa dal ventre molle di quella balena bianca che era stata la Democrazia Cristiana? Sceso a Termini in quasi perfetto orario, in attesa della grande adunanza fissata per il pomeriggio, perso di vista il compagno professor Valdo Spini, afferrai al volo l’invito telefonico della compagna AnnaMaria, persa di vista dopo il suo trasferimento nell’urbe. Un incontro preliminare nella magica via Veneto, la via dei vip e dei paparazzi. Un taxi di quelli abusivi per far presto e sentire una stretta allo stomaco definito il prezzo della corsa, un cappuccino con pasticcini sprofondando nella poltrona di pelle nella hall di un bar da favola, amabilmente conversando d’arte, poesia, di sogni letterari, di un romanzo ancora nel cassetto che già lei aveva sentenziato da revisionare. E del mal di vivere, quello spleen che spingeva AnnaMaria, ormai così diversa dalla bellezza dei miei ricordi, a negarsi il cibo. Quando l’amore ormai appassito diventa una gabbia, una prigione dalla quale non riusciamo ad uscire che soffoca il nostro io. Quando l’amore passato diventa malattia che nel caso di AnnaMaria si chiamava anoressia. Una passeggiata comune nel parco di villa Borghese per raggiungere la fermata del metrò destinazione l’Eur. No, AnnaMaria non prendeva parte alla grande avventura. In quella via che non so, sotto il tiepido sole di Roma, prendendoci per mano per un saluto che forse sarà l’ultimo addio della nostra vita, lei disse, “Vai, vai a farti male, destino triste della sinistra che si divide nell’ennesimo gruppuscolo del 2%”.  Triste profeta di sventura. Sul metrò erano molti i compagni, chi solo, chi in piccoli gruppi, chi a leggere l’Unità, chi sfogliando Liberazione. Prime ore del pomeriggio. Atmosfera d’una nuova alba, un luminoso sole radioso accarezzava la capitale del Regno. Un anno dopo, alle elezioni, naufragava la Sinistra l’Arcobaleno: tutti a casa, a ricominciare da capo.

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L’isola del tesoro, di René Magritte
"Dada e surrealismo riscoperti"
Complesso del Vittoriano, via San Pietro in carcere, Roma
In mostra fino al 7 febbraio 2010
http://www.romeguide.it/mostre/dadaeilsurrealismo/dadaeilsurrealismo.html

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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