A Bobbio Roberto Pasquali torna libero e Sindaco. Invece per Massimo Castelli nasce un Comitato di sostegno a Cerignale

Roberto Pasquali (Sindaco di Bobbio) e Massimo Castelli (ex Sindaco di Cerignale)

Non lo nego: sono molto ma molto perplesso. Già lo ero quando, a febbraio, dalla nostra bella e verde Val Trebbia è giunta la notizia dello “spettacolo” dei 300 Carabinieri che si sono presentati all’uscio di casa di Sindaci, funzionari comunali, imprenditori manette alla mano per portarli alle Novate (in carcere) oppure disporre l’arresto ai domiciliari. Già allora mi chiedevo fosse il caso di una azione che neanche con i peggiori criminali viene adottata tanto da far pensare più ad una sceneggiata, utile per far dimenticare la triste vicenda della Caserma di via Caccialupo e di quei Carabinieri corrotti che hanno infangato la divisa (del resto tutto il mondo è paese e un pò d’erba grama cresce ovunque). Ora invece ecco l’Arma impegnata, dopo mesi di indagini e intercettazioni telefoniche, a nome dei cittadini tutti a colpire il (presunto) malaffare politico amministrativo con procedure d’appalto irregolari. Anche in questo caso si parlava di corruzione, addirittura di associazione a delinquere da parte di alcuni Sindaci con finalità di interessi politici personali. Tanto da ricordare la condanna per Mimmo Lucano (oltre 13 anni di reclusione, mica bruscolini!!!), il Sindaco di Riace colpevole, ha sentenziato il magistrato di Locri, di accoglienza di rifugiati politici e immigrati in genere. Sempre appunto con la finalità di benefici politici personali.

Dunque alle Novate i Sindaci di Cerignale (Massimo Castelli) e di Corte Brugnatella (Mauro Guarnieri) mentre solo arresti domiciliari per il Sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali. Poco dopo però, non appena sono arrivate le dimissioni dall’incarico prima di Guarnieri poi di Castelli, le rispettive gabbie si sono riaperte, il portone delle Novate chiuso alle loro spalle (in uscita) come però anche la porta di casa (in entrata: per loro l’arresto è rimasto trasformandosi in domiciliare). Non si era dimesso invece Pasquali che pertanto risultava semplicemente sospeso e temporaneamente sostituito dalla sua vice Simona Innocente. Pochi giorni fa però la misura degli arresti domiciliari per Pasquali è stata revocata dal gip Sonia Caravelli su richiesta del pm Matteo Centini per il venir meno delle esigenze cautelari. Ovvero si ritiene che Pasquali non possa più inquinare le ipotetiche prove (tutte da verificare). Fermo restando che il quadro indiziario che aveva portato all’arresto e alla conseguente sospensione dalla carica di Sindaco del Comune sarebbe confermato. Ma come? Così un sospettato di corruzione già oggetto di un provvedimento grave ora, pur continuando ad essere sospettato, può ritornare a rivestire il proprio ruolo? Non è dunque lecito ribadire che forse tanta spettacolarizzazione non era opportuna e che forse l’emissione di semplici avvisi di garanzia (ovvero di semplici provvedimenti informativi delle indagini in corso) erano più che sufficienti?.

Così Pasquali torna a fregiarsi della fascia tricolore mentre ormai è troppo tardi per quanto a Guarnieri e Castelli, di fatto costretti alle dimissioni per uscire dalle Novate ed avere la trasformazione del provvedimento negli arresti domiciliari. Con un risultato dai toni quasi drammatici per le due amministrazioni comunali affidate fino al 2023 ad un Commissario Straordinario che potrà attendere solo all’ordinaria amministrazione fermi restando i dubbi sull’effettiva presenza e partecipazione personale alla vita e alle necessità dei due Comuni, piuttosto distanti dal capoluogo, residenza del Commissario nominato dal Prefetto.

Così i dubbi, le perplessità, aumentano in modo esponenziale dal punto di vista dell’interesse dei cittadini che da un’amministrazione comunale e dal Sindaco da loro scelto come rappresentante, sperano di ottenere benefici, tutela dei loro interessi. Fatto tanto più vero per quanto a paesi come Cerignale, che si trova in Alta Valle, a 750 metri s.l.m., pochi abitanti per lo più anziani (128 all’anagrafe, circa una sessantina quando arriva l’inverno). Ebbene Massimo, conducendo una battaglia a favore delle piccole comunità, è riuscito a rivitalizzarlo, a trasformarlo, ad attirare l’attenzione addirittura nazionale su quelle case (mi perdonino i residenti) altrimenti “dimenticate da Dio e dagli uomini” con questo ottenendo finanziamenti per opere di pubblica utilità e quindi insperati servizi a favore dei residenti. Così d’estate il paese si riempie di turisti, ha aperto una bottega alimentare dove puoi trovare il quotidiano locale, un artista di fama internazionale (Giorgio Milani) ha realizzato la facciata del Municipio scrivendo poesie (“Poesie in Comune“, ovvero un’installazione di luce e poesie che riveste la facciata dell’edificio comunale), è la prima realtà ‘carbonio free’ e nelle viuzze dell’antico borgo pavimentate in sassi sono stati realizzati dei canaletti in cui scorre l’acqua dell’acquedotto per produrre energia pulita tramite una piccola centrale idroelettrica visitabile. La sera i faretti all’interno dei canali illuminano le strade e creano un’atmosfera suggestiva. Nel paese si trovano tanti fontanili, una fontana è stata dedicata a “San Francesco ed alla Laudato sii”, ed è ancora funzionante un mulino a doppia ruota. Ma sono solo alcune delle tante realizzazioni di Massimo, il “Sindaco di un milione di alberi(clicca qui per leggere l’articolo sul Corrierone).

Certo, può essere sia stata commessa qualche leggerezza amministrativa negli appalti ma, ne sono certo, non per interesse personale ma solo ed esclusivamente nell’interesse pubblico dei residenti in queste zone lontane dall’apparente e facile benessere delle pianure – dove vivono Carabinieri e magistrati inquirenti -. Zone che, essendo comunità piccole, finiscono con l’essere marginali, appunto dimenticate da tutti. Con l’aggiunta che, non avendo una struttura amministrativa adeguata pur dovendo applicare le stesse norme valide per le metropoli, l’immobilismo è forse la via più facile e più garantista per non correre rischi derivanti dall’agire.

Ecco, io dico questo ai signori che vestono le toghe nere con il bianco pelo d’ermellino al collo: il diritto e le norme e il conseguente agire di chi è chiamato ad operare nel senso della realizzazione, devono sempre essere lette, interpretate, applicate nell’interesse pubblico e questo interesse non è in un formale rispetto di quelle norme ma nel saperle utilizzare per ottenere risultati. E qui, fermo restando che credo, visti i risultati, che non abbiano avuto interessi personali nell’agire tanto Pasquali quanto Castelli (non conosco Guarnieri ma sono certo che lo stesso valga anche per lui), se anche si sia evidenziata qualche difformità rispetto alla lettera di norme scritte per realtà di ben diverse possibilità, ricchezze, organizzazioni, il vero interesse pubblico, ovvero il risultato a favore di chi vive lassù tra le montagne del nostro appennino fosse e sia l’unico elemento da valutare e tutelare.

Per tutto questo, appreso della costituzione di un Comitato pro Massimo Castelli da parte dei residenti nel borgo, non ho esitato ad inviare una mail ([email protected]) proponendo la mia adesione. “Da subito, dopo lo shock di quella mattina, ci siamo ritrovati spontaneamente in tanti“, sono le parole della Presidentessa Fausta Pizzaghi, parole peraltro riportate dal quotidiano locale Libertà in un articolo a firma Elisa Malacalza. “Eravamo semplicemente amici di Massimo, ci siamo guardati in faccia, ci siamo detti subito di dover ribadire quanto Castelli avesse fatto per il paese. Allo stesso tempo crediamo sia necessario sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vita di sopravvivenza dei piccoli Comuni. Vogliamo portare avanti le sue battaglie, quelle contro al non sense, quelle per lo snellimento della burocrazia. I Sindaci vivono uno stato di emergenza quotidiana, senza poter contare sui battaglioni di ingegneri, avvocati, geometri delle città“.

Bene, quindi amici di Cerignale e di Massimo, contate senza esitazione sul mio assoluto sostegno.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “A Bobbio Roberto Pasquali torna libero e Sindaco. Invece per Massimo Castelli nasce un Comitato di sostegno a Cerignale”

  1. Ok. Bravo sindaco. Le indagini non riguardano la sua bravura, ma i suoi “contatti ” . Perché mai avrebbe richiesto all’impresa Grilli come e chi votare? I Grilli non votano nel suo comune, ma hanno inviato la foto del voto col nome. Quello di mio marito. Che sia stato l’aspirante altro sindaco a chiederglielo? E perché??

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