La mostra in corso a Piacenza in via Santa Franca fino al 10 gennaio, propone tra le oltre 150 opere di arte contemporanea presenti, una lunga barca di sei metri fatta di centinaia di scarpe assemblate tra loro. L’autore, Sislej Xhafa, riflette sul tema della migrazione forzata, dello spostamento e della conseguente perdita di identità. Inevitabile, per il visitatore, immedesimarsi nei grandi esodi di massa che caratterizzano i nostri tempi, riflettendo sull’emergenza legata alle decine di sbarchi che coinvolgono le coste europee e sulle troppe tragedie del mare che viviamo, da spettatori, di fronte agli schermi televisivi. Con la memoria che, per quanto vissuto personalmente, mi riporta ad un’altra tragica “raccolta” di scarpe: quella in vetrina ad Auschwitz Birkenau, con le calzature (e le valigie) dei tanti deportati ebrei che non ritornarono a casa.
Sislej Xhafa nasce nel 1970 a Peja, in Kosovo. Dopo una parentesi italiana negli anni ’90 – ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze – si trasferisce negli Stati Uniti. Attualmente vive e lavora a New York. Le sue performance, i video e le installazioni affrontano tematiche sociali e politiche con irriverenza e ironia. Attraverso una pratica di matrice concettuale, Xhafa riflette sul viaggio, sull’appartenenza e sui diritti umani.