Alcune emozionate riflessioni a margine della presentazione di “Il soffio del vento” (lo si vede nella foto, sul leggio) avvenuta a Bobbio il 29 luglio nell’ambito della settimana della letteratura promossa da Pontegobbo edizioni e dalla Municipalità nel contesto suggestivo del Monastero di San Colombano in piazza Santa Fara.
Da un lato i legami personali con la Val Trebbia, a partire dai lontanissimi ricordi di escursioni in divisa scout alla Pietra Parcellara, passando attraverso gli incontri a Rivergaro con Giuliana che risiedeva in zona, agli anni passati in campeggio con Dalila e i bambini a Marsaglia prima e a Ponte Barberino poi, aggiungendo alcuni anni di lavoro presso l’ospedale bobbiese, arrivando alla scelta di Fabrizio, diventato adulto, di unirsi in matrimonio con Elettra nel Municipio di Bobbio.
Ma aggiungerei i legami letterari: la partecipazione nel lontano settembre 2004 al corso di poesia organizzato da Antonio Bellocchio (fratello del regista Marco). Ricordo che, mentre gli oratori fornivano informazioni, raccomandazioni e indicazioni metodologiche, scrivevo “Sigfrido assurge al Paradiso”, poesia sull’inutilità della morte in guerra con la quale, due mesi dopo, avrei vinto un concorso nazionale a Napoli Secondigliano. Quando l’organizzazione mandò il libro con le poesie partecipanti organizzai una presentazione alla Libreria Fahrenheit di piazza Duomo a Piacenza con recitazione della poesia. Nella primavera dell’anno dopo, realizzato un piccolo pamphlet con diverse liriche presentazione delle stesse con il patrocinio del Comune, la presenza del Sindaco Roberto Pasquali e la lettura di “Sigfrido” da parte di Gianni (Gabrieli) Schicchi, attore ‘feticcio’ di Marco Bellocchio. Con lo stesso pamphlet nei mesi estivi mi sarei presentato nella Biblioteca di Castel San Giovanni e infine finalmente, a settembre 2005, vide la luce la mia prima raccolta poetica “E’ severamente proibito servirsi della toilette durante la fermata in stazione” (edizioni Vicolo del Pavone) che portai in omaggio ad Alberto Bellocchio e a Vivian Lamarque alla seconda (e ultima) edizione del corso di poesia a Bobbio.
Insomma: Bobbio maramaldo nel farmi muovere i miei primi passi che formalizzavano il mio impegno nei campi della prosa e dei versi. Anzi, per la precisione dei ‘racconti in versi’ in base allo stile alla Bellocchio e ancora alla Bertolucci padre: così, nel 2009, sarebbe nato “Vietato attraversare i binari servirsi del sottopassaggio” (ancora edizioni Vicolo del Pavone) appunto con sottotitolo ‘Racconti in versi e in prosa’. Anche in questo caso diversi i riferimenti alla Val Trebbia con appunto racconti legati a Travo, alla Pietra Perduca, al Monte Capra, a Bobbio, a Perino, ai monti della Val Boreca.
Sono state molte le rap-presentazioni dei miei libri: bisogna citare le antologie ‘Limite acque sicure’ editore Noubs di Chieti (2009), ‘100 Thousand poets for change’ editore Albeggi di Roma (2013), “Piacenza poesia” data alle stampe da Scritture edizioni nel 2014, ‘Scendea fischiando feroce sorella morte editore Scritture (2015). Piacenza, Pontenure, Castel San Giovanni, Gropparello, Mortizza, Carpaneto, Castell’Arquato, Milano, Alessandria, Borgonovo, per un totale di non meno di 40 esibizioni ma in Val Trebbia non più, inviti nessuno.
Niente di particolare: per organizzare un evento devi avere una ‘sponda’, una conoscenza che ti faccia da ‘testa di ponte’. Un assessore, un Sindaco, un Presidente di associazione che conosci o semplicemente un amico (tuo) che sia nel contempo introdotto presso l’assessore, il Sindaco, il Presidente di associazione. Semplicemente in Val Trebbia (per esempio a Rivergaro, a Travo, nella stessa Bobbio) mi mancavano l’aggancio giusto e la convinzione di poter essere elemento attraente per il pubblico eventuale. Quindi, niente da fare.
Poi, ecco. Intanto la pubblicazione del libro: la proposta è stata inviata a febbraio a cinque case editrici nella convinzione che alla fine mi sarei rivolto ad una sesta a pagamento. Sono state quattro, le risposte. Tre di ringraziamenti ma di diniego. Una di interesse dichiarato (peraltro senza contributi, da vera casa editrice) e quell’una è casa editrice nata e con sede in Bobbio (anche se ora con una seconda sede a Modena): Pontegobbo edizioni, per l’appunto.
Al primo contatto ha fatto seguito il lavoro per arricchire l’opera, gli incontri con persone stupende ognuna delle quale mi ha regalato storie vissute nella Storia, la scelta delle fotografie, i suggerimenti per alcune pagine da inserire (come la rassegna stampa di quel maggio 1986), la stampa del libro e infine l’inserimento nel programma della settimana della letteratura nel padiglione del Monastero di piazza Santa Fara. Praticamente, un tuffo nella Storia, “adottato” dalla Val Trebbia. Lascio a questo punto all’immaginazione di chi legge capire il livello di emozioni vissuto prima, durante e tuttora. Cosa per la quale non posso che ringraziare di cuore e di rendere onore per la correttezza, la professionalità e l’impegno organizzativo le due editrici straordinarie che ho avuto la fortuna di incontrare e di conoscere. Bruna Boccaccia e Daniela Gentili con la loro Pontegobbo edizioni.