626 volte 626 per Arzyncampo, con un piazzamento di tutto rispetto in Shinystat nella categoria Cultura e società-Letteratura





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Val Trebbia, Pietra Parcellara

The long and winding road

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E’ un periodo, confesso, di molte tensioni. La fortuna di avere ‘vecchi’ genitori e suoceri esibizione vivente dell’allungamento dei tempi di vita, in quattro oltre i limiti medi di aspettativa di vita, limiti fermi d’attorno agli ottantanni: un piacere averli ancora, i miei ‘vecchi’ ultrottantenni, 80vogliadivivere, ma il tempo qualche conto in termini di salute, lo presenta e a saltar di qua e di là tocca ora ai figli. Dare, avere. Una ruota che gira, lentamente gira e per chi molto ha dato di sè,  giunge l’ora di avere mentre chi fino a ieri ha solo avuto ora giustamente deve dare. Gira, la ruota gira, l’importante è che la barca va e finchè va, tutto va. Orietta Berti docet. La fortuna di avere figli in gamba con una forte propensione artistica ed una conseguente inevitabile situazione fluttuante da ‘diversamente occupati’ con soddisfazioni morali, molte incertezze, prospettive incerte e pochi dinè ma un ricco futuro carico di sogni e speranze. Un lavoro, mio, che in fondo mi diverte ed una busta paga che mi soddisfa, ma quanti grattacapi, tensioni, contraddizioni! Con l’imperativo spesso di dover deludere speranze ed aspettative altrui. Il volto arcigno del dovere. Soddisfazioni letterarie, ma quanta fatica per trovare spazi! Amici ed amiche che posso definire davvero tali, di fianco ad altri ed altre che rappresentano vere cocenti delusioni. Come definire quell’amico che, a trentanni di distanza, confessa con una punta di soddisfazione di essere uscito con quella che allora era la ragazza che vantava il mio cuore? Così va la vita. Poi, quell’amico presunto tale si domanda del perchè mi sia negato alle ultime rimpatriate.  Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io. Rapporti al limite degli amorevoli sensi ed una moglie con la quale da 26 anni si porta avanti un’impresa di tutto rispetto e di grande impegno, l’impresa famiglia. Luci. Ombre. Ombre. Luci. Una punta di rammarico per quei due amici che, all’alba dei 55 anni, hanno deciso, a quanto si sa di buon accordo, di dividere le loro strade. Amor che viene, amore che va. Luci, colori, effetti speciali e improvvisi cali di tensione. Ivi inclusa la stanchezza di inventare ogni giorno, ad ogni sera, Arzyncampo e, confesso, ad ormai quasi quattro anni dopo l’inizio spesso faticosamente s’arranca. Si fa fatica, ci si perde. Serate tirate per i capelli e pezzi che garantiscono soddisfazione ed orgoglio. Come il fatto di scrivere, esprimersi in versi o in racconti. Lunghissimi silenzi, mente e penna che girano a vuoto attorno ad un’idea o anche semplicemente nel vuoto assoluto. Talvolta, improvvisi, inattesi, basta uno stimolo impensato e nascono, sgorgano, come una cascata, un fiume d’acqua azzurra. Talaltra domina di nuovo sovrano, urlante, il silenzio. Magari per settimane. Mesi. Poi un elemento minimale, imprevisto, e la mente, il cuore, l’anima, si scatena. Mesi d’attesa poi in una pausa al bar la ricerca affannosa di un biglietto usato del metrò per buttar giù quella poesia che rende gloria ad una carezza al cuore di magari un anno prima. Impossibile ragionare di programmato, atteso, preordinato. Ogni giorno un pezzo. Provare per capire la complessità, la drammaticità degli istanti di vuoto. Con mille ringraziamenti a quanti all’ultimo istante fanno pervenire un contributo, un pezzo, una lirica, un’immagine, un qualcosa di sè. Sì, l’impegno porta alle gratificazioni. Martedi 12 di gennaio, per la prima volta, il blog ha tagliato quota 600. La carica dei seicento di Arzyncampo. Anzi, 626, sei due sei! Seicentoventisei accessi al blog nell’arco delle 24 ore. Con un paio di anticipi premonitori: sabato e domenica, sia pur con un numero di accessi attestato sui 550, il blog in Shinystat ha conquistato posizioni tra i primi 15 classificati nella top della categoria ‘Cultura e Società/Letteratura’, con un piazzamento addirittura all’11° posto sabato scorso. Lunedì retrocessione a quota 16 ma, con le 626 visualizzazioni ecco il ritorno a quota 11 in classifica. Non sono passati due anni da quando, con sorpresa e soddisfazione, registravo il fatto straordinario ed eccezionale dei 100 contatti quotidiani! Poi, con l’avvio della collaborazione di Enlis e a seguire quella di Marie Florence dalla lontana Argentina, la crescita costante. Oggi Marie Florence, costretta dalla gelosia del marito, si è persa e la vena di Enlis pare esaurita. Il gradimento del blog no. Gratificazioni. Riconoscimento dell’impegno. Sono invece sempre rare le interlocuzioni. Molte visioni ma poche comunicazioni. Eccezione in occasione dei magnifici 626: uno di questi ha voluto lasciare un commento ad un post del 2008, regalandomi la sua opinione, dandomi dell’imbecille su una questione di daini scannati dai lupi nell’appennino. Gratificazioni ed umiliazioni. Tempo addietro una mano misteriosa, un hacker nascosto nell’ombra riuscì ad infettare oltre 200 post costringendomi ad una intera giornata di ‘pulizia’, post per post. Nonostante sia un periodo di molte tensioni, di tristezze ecco che a quelli si affiancano momenti di delicatessen. A fine anno un caro amico e collega ha formalizzato la domanda di pensione e il suo esser vecchio diventa un pò il mio non esser più giovanissimo. Ragazzino eterno. Ma solo nell’interiore interno. A Capodanno, rompendo una tradizione ormai consolidata, non ho impazzato come di consueto con l’invio di sms augurali. Inviati alcuni, un numero limitatissimo, segnale evidente di scarso entusiasmo, di un sottile stato di spleen che avvolge l’anima. Ieri, curiosando nel cellulare nuovo, ho scoperto in ritardo l’sms mandato da una donna che, inviandomi una nave d’auguri, ha saputo sussurrare al mio cuore. Oggi l’ho ringraziata, ho atteso di vederla con il cuore in gola come succedeva tanti anni fa, a quindici anni. Ah, sì, certo, quel messaggio, mi ha risposto con non chalance, m’è costato un sacco, l’ho mandato a tutti. Vette elevate e fossa delle Marianne, si scende, si sale, il mondo è fatto a scale, ora si sale poi si scende. Così del resto è la vita. Chiari. Scuri. Domani accompagno mamma ad un esame in gastroenterologia, occorre indagare su quel senso di nausea che da qualche tempo la tormenta. Esclusa per ovvi motivi una gravidanza che sarebbe da guinnes, speriamo siano calcoli, vocazione tardiva per una forma di matematica intestinale. Chiari. Scuri. Ombre. Luci. Per una notte in sala, dove sta il computer, s’è acceso un lampadario con 626 lampadine. E non basta. 24 ore dopo, per l’esattezza proprio ora mentre scrivo, ecco altre 641 lampadine legate al rendiconto del giorno 13 di gennaio. Corna e bicorna: sperando non debba seguire un black-out o un terribile corto circuito!

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Val Trebbia, Pietra Perduca, 13 agosto 2009

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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