Confesso: mai letto nulla di Hemingway. A parte averne sempre sentito parlare come di un grande della letteratura. Poi ci sarebbe la famosa frase che avrebbe pronunciato, “oggi ho attraversato la valle più bella del mondo” riferendosi alla Val Trebbia (ma qualcuno ipotizza la Val d’Aveto, rintuzzato da chi sostiene che per l’americano le due valli erano continuazione l’una dell’altra). In effetti ricercando in internet si trovano tracce di possibili fugaci e veloci “attraversamenti” della Val Trebbia nel 48 e nel 49 con la quarta moglie. Nel 1945 invece Hemingway, corrispondente di guerra americano, partito da Chiavari e diretto a Piacenza, passò per la Val d’Aveto, e secondo alcune fonti fu proprio dopo il passaggio in quella meravigliosa valle che scrisse sul suo diario la celebre frase. Addirittura pare che lo scrittore rimase bloccato nella valle per più settimane, a causa del crollo di un ponte fatto saltare dai partigiani. Sicuramente nell’occasione si dedicò a grandi passeggiate, forse addirittura alla pesca alla trota ma, per quanto alla frase tanto spesso ripresa dai valligiani, stando alla ‘confessione‘ del giornalista Ennio Concarotti fu un’invenzione dello stesso utile come accompagno ad un articolo scritto negli anni sessanta. Comunque scusandomi per questa disgressione che nulla c’azzecca con il libretto uscito come inserto domenicale de Ilsole24ore, troviamo quattro racconti tratti da ‘Storie della guerra di Spagna – La Quinta Colonna‘, Oscar Mondadori. Ernest, corrispondente di guerra americano, racconta i giorni della Madrid circondata dai fascisti, bombardata dagli aerei tedesci ed italiani. Ritrovo tra combattenti di diverse nazionalità da Pedro Chicote, barman straordinario, sempre amabile, sempre allegro. Un locale nel quale non si parla di politica, nel quale la sera fanno una capatina le più belle ragazze della città. Ma bisogna parlare al passato. Qui i rifornimenti cominciano a mancare, per un buon gin tonic di acqua tonica resta una sola cassa e anche l’ottimo whisky scozzese comincia a scarseggiare. La clientela è ridotta a soldati, aviatori, carristi sfiduciati, consapevoli che l’indomani per loro può essere il giorno della morte. Hemingway ascolta, parla, si confronta, racconta. Storie di uomini che lottano per un ideale e che sono travolti da qualcosa d’orrendo: la guerra. Ecco, una lettura, poche pagine ma chiare: mai più guerre, mai più odio di un popolo contro l’altro, tutti i popoli, ogni singolo uomo ha diritto al rispetto, a vivere in pace. Questo è l’Hemingway che ho incontrato, che ho conosciuto.
Ne è valsa la pena.