15 maggio 1916, gli austro-ungarici passano all’attacco fra la val d’Adige e la Valsugana

La Strafexpedition, il grande attacco austroungarico del maggio 1916, un bagno si sangue e migliaia di morti: alla fine della battaglia sono fuori combattimento 147mila italiani e 82mila austroungarici. Nella foto: un cannone da 87B

Il 15 maggio, appena il tempo lo permise, scattò la cosiddetta Strafexpedition (“spedizione punitiva”): l’11ª Armata austro-ungarica passò all’attacco fra la val d’Adige e la Valsugana in Trentino, spalleggiata dalla 3ª Armata destinata allo sfruttamento del successo. Se l’offensiva non fu una sorpresa per Cadorna, lo fu per l’opinione pubblica: improvvisamente l’Italia scoprì, dopo un anno di sole offensive, di trovarsi in grave pericolo. L’avanzata austro-ungarica travolse il fronte italiano per una lunghezza di 20 chilometri, avanzando a fondo nella zona dell’Altopiano dei Sette Comuni; il 27 maggio gli austro-ungarici presero Arsiero, seguita da Asiago il 28. Cadorna arrivò a ventilare al governo Salandra la possibilità di ritirare l’esercito dell’Isonzo di tutta fretta e abbandonare il Veneto, pur di evitarne l’accerchiamento, ma l’offensiva austro-ungarica andò progressivamente rallentando: gli uomini erano esausti e i rifornimenti carenti, ma soprattutto Conrad si ostinò con la tattica tradizionale di avanzare parallelamente tanto nei fondovalle che sulle cime in quota, una manovra che in definitiva non fece che rallentare lo sviluppo dell’attacco.

Quello che rimane della vegetazione alpina dopo un assalto sull’Altopiano di Asiago
Cadorna reagì con rapidità all’attacco austro-ungarico, richiamando divisioni di riserva dal fronte dell’Isonzo e costituendo una 5ª Armata che riuscì a frenare, e quindi arrestare concretamente, l’offensiva sugli Altopiani. Dopo un appello personale del re Vittorio Emanuele allo zar, i russi anticiparono la loro offensiva al 4 giugno: l’offensiva Brusilov ottenne un successo di vaste proporzioni contro il debole fronte austro-ungarico a est, facendolo arretrare di 75 chilometri, portando alla cattura di circa 200.000 prigionieri e 700 cannoni nel giro di una settimana. Dopo un ultimo tentativo di offesa verso Monte Lemerle e Val Magnaboschi, il 16 giugno Conrad sospese l’operazione: a partire dal 25 giugno le forze imperiali iniziarono una ordinata ritirata verso nuove posizioni difensive, abbandonando le semidistrutte Arsiero e Asiago ma attestandosi saldamente nella porzione settentrionale dell’Altopiano, dove respinsero una serie di frettolosi contrattacchi italiani; l’azione andò poi spegnendosi per il 27 luglio.
Il monumento alla Beata Giovanna Maria Bonomo tra le rovine di Asiago, città completamente rasa al suolo.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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