“Un treno per l’inferno e altri racconti”, di Giorgio Scerbanenco, I libri della domenica de ‘Il Sole 24 ore’

Scerbanenco, ovvero un maestro del genere poliziesco che è sempre un piacere leggere. Nato a Kiev nel 1911, a 16 anni si stabilisce con la mamma a Milano dove muore per arresto cardiaco nel 1969, all’apice del successo. Alla sua memoria è dedicato il più importante premio italiano per la letteratura noir e poliziesca, il Premio Scerbanenco. In effetti ogni occasione è buona per leggere i suoi romanzi e i suoi racconti che periodicamente l’editoria italiana ancora ci propone. In questo caso leggiamo tre racconti racchiusi in un centinaio di pagine che prima di tutto ci riportano all’Italia degli anni cinquanta e sessanta. In primo luogo con il racconto “L”uomo più solo del mondo, storia della fuga da casa di due ragazzi, 20 anni lui, 16 anni lei. Si preoccupano di mascherare la fuga fingendo di essere sposati e per questo acquistano due fedi. Ma non solo. Dormono in auto perché così, dice lui, meglio resiste alla tentazione di ‘rovinarla’. Era proprio così, all’epoca. Due ‘bravi ragazzi’ così dovevano fare. Oggi vien da sorridere ma è bello leggere per ricordare ‘come eravamo’. Insomma come sempre uno Scerbanenco impareggiabile. 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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