“I misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere”, un percorso segreto nel Duomo fino al 15 luglio

L’emozione di un percorso all’interno della cattedrale piacentina che riporta ai tempi del medioevo sullo stile del ‘Nome della Rosa’, il romanzo di Umberto Eco che ha ispirato il film diretto da Jean-Jacques Annaud.

‘Segui il monaco’, il suggestivo invito che ti porta alle spalle del Duomo, all’ingresso autonomo da via Prevostura, che permette di accedere, per la prima volta, dai giardini sul retro delle absidi della Cattedrale.

Dopo il passaggio nella sala delle sculture, quella degli argenti e quella delle suppellettili lignee il percorso verso la cupola. Nell’anticamera delle sagrestie superiori, un video, con un’intervista a Valerio Massimo Manfredi, introduce alle cinque sezioni della mostra dei codici.

La visita porta nelle sagrestie superiori dove si possono ammirare gli antichi libri provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana, dall’archivio capitolare della Cattedrale, di Sant’Antonino, dall’archivio storico diocesano di Piacenza e Bobbio, dall’Archivio di Stato e dalla Biblioteca Passerini Landi.

Sono straordinari capolavori dal IX al XV secolo, che raccontano la storia civile e religiosa del territorio con particolare accento su Piacenza e Bobbio con il suo Scriptorium, secondo solo a Montecassino.

A seguire eccoci in una sala multimediale dove vengono presentate con grandi immagini le pagine più preziose.

Lungo il percorso di salita, l’ultima sezione interamente dedicata al Libro del Maestro, un totum liturgico che dal XII secolo è stato modello e tesoro per la liturgia e che costituisce una summa culturale, secondo la concezione medievale. Studiato in tutto il mondo, il Libro del Maestro è un raro esempio di documento paleografico che riporta indicazioni sul costume e sulla liturgia ed è indicativo dell’arte e della musica dei secoli successivi all’anno Mille, oltre a comprendere informazioni sulla sacra rappresentazione.

Per facilitare la comprensione di questo testo e illustrare le sezioni di cui è composto, segue un video di Gionata Xerra che consente di sfogliarlo in modalità virtuale e ascoltare la riproduzione audio di antifone e sequenze.

Da qui riprende il percorso di salita ai sottotetti della Cattedrale passando dai matronei del presbiterio ove sono allestite opere di artisti contemporanei.

Raggiunta la cupola, siamo invitati ad indossare cuffie wi-fi e a entrare nel loggiato. Dopo lo show di luci creato da Davide Groppi, si potrà procedere lungo tutto il perimetro della cupola, opportunamente messo in protezione, ammirando da vicino il ciclo affrescato dal Guercino, composto dai sei scomparti con le immagini dei profeti Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia, e dalle lunette in cui si alternano episodi dell’infanzia di Gesù – Annuncio ai Pastori, Adorazione dei pastori, Presentazione al Tempio e Fuga in Egitto – a otto affascinanti Sibille e il fregio del tamburo, cui si aggiungono i due spicchi della cupola che raffigurano i profeti Davide e Isaia, dipinti da Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone.

Ridiscendendo sul lato nord, nel matroneo s’incontra la sezione relativa ai lavori promossi alla fine dell’800 con esposizione dei reperti allora smantellati tra cui torcieri, sculture, lapidi, parti di altari.

Si arriva infine all’interno del campanile per poterne ammirare dal basso l’imponente struttura lignea e accedere a una stanza segreta dove sono ancora conservati gli ingranaggi dell’orologio anticamente posto in facciata.

Una visita dunque assolutamente imperdibile con la speranza che, giunti al termine i giorni della mostra, la diocesi possa trovare il modo per permettere anche in futuro di vivere l’emozione dell’ingresso nei misteriosi affascinanti percorsi segreti della Cattedrale che domina Piacenza.

 

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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