“Giorni contati (forse) per il nucleare svizzero ma nel resto del mondo …”, ne parlano domani a Rivergaro Claudio Arzani e Diana Lucia Medri

Le 5 centrali in Svizzera: il 27 novembre i cittadini sono chiamati a scegliere i tempi di dismissione. Se ne parla venerdì a rivergaro alla presentazione del libro “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo” (Pontegobbo edizioni) di Claudio Arzani presenti Diana Lucia Medri e Dalila Ciavattini

In Svizzera l’energia nucleare potrebbe avere i giorni contati. Nel 2011, dopo l’incidente di Fukushima, la Svizzera era stata uno dei primi paesi a riorientare la propria politica energetica prevedendo l’abbandono del nucleare (senza tuttavia fissarne la data) e lo sviluppo di fonti rinnovabili.

Il 27 novembre il popolo svizzero è però chiamato ad esprimersi sull’iniziativa che chiede di spegnere tutti gli impianti al più tardi 45 anni dopo la loro messa in esercizio. In pratica i tre reattori di Mühleberg, Beznau I e Beznau II (tra i più vecchi al mondo) dovrebbero quindi essere disattivati già l’anno prossimo, Gösgen nel 2024 e Leibstadt nel 2029. 

I promotori ambientalisti dell’iniziativa puntano il dito sulla sicurezza della popolazione. Le centrali si trovano in regioni densamente popolate e, in caso di incidente, buona parte del territorio nazionale non sarebbe più abitabile.

Finora però, nonostante le catastrofi di Chernobyl e Fukushima, solo pochi paesi hanno chiuso completamente il capitolo dell’atomo. Austria, Cuba e le Filippine hanno rinunciato a impianti già costruiti o in fase di costruzione. L’Italia ha spento negli anni ’80-90 i suoi 4 reattori, già in attività. Il Kazakistan ha disattivato nel 1999 la sua vecchia centrale di origine sovietica, ma sta ora preparando un nuovo progetto. Su pressione dell’UE, la Lituania ha chiuso nel 2004-2009 i suoi due impianti, pure relitti dell’era sovietica. Entro un decennio dovrebbero essere spenti i reattori nucleari anche in Germania e Belgio.

Nonostante queste iniziative, a livello globale l’era dell’atomo è tutt’altro che finita. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), oggi sono in funzione 450 reattori, in 31 paesi, che producono quasi l’11% dell’elettricità consumata in tutto il mondo. Secondo i dati ufficiali il numero degli impianti è però in continuo aumento. Nell’ultimo decennio 38 reattori sono stati spenti, mentre 49 sono stati messi in esercizio. Quest’anno entrano in funzione 10 impianti, mentre solo 1 viene disattivato. Dei paesi che producono energia atomica, quasi la metà vogliono sviluppare ulteriormente il loro parco di centrali nucleari. Attualmente sono infatti in fase di costruzione 60 reattori.

Invito sulla pagina facebook di Biblioteca di Gragnano Trebbiense: continuiamo a seguire Claudio e Diana Lucia nelle loro presentazioni, perché ogni volta si scopre un tassello in più di una storia che troppi continuano a dimenticare

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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