“Giornalista che fui”. Storia di una decadenza per colpevole inadempienza

Tutte le favole giungono a conclusione. Talvolta lieta, talvolta inattesa, talvolta sgradita ma tutte le favole (come tutte le cose, all things must pass) giungono a conclusione. Sognavo di fare il giornalista e, in quel mondo, sono entrato dallo spioncino. Collaborazioni col quotidiano locale (Libertà, quotidiano di Piacenza), poi con mensili politici locali (L’Opinione socialista di Piacenza, Cronache Padane), un’attività organica con il settimanale Corriere Padano per un anno circa, una corrispondenza per l’Avanti! edizione nazionale con la punta di diamante della pubblicazione di una pagina intera dedicata alla centrale nucleare di Caorso, una collaborazione occasionale per Italia Oggi. Correvano gli anni ’80 e, più o meno nel 1987, finalmente ottenevo l’iscrizione all’albo dei giornalisti sezione pubblicisti. Con il decennio successivo maturavo scelte professionali diverse che dallo spioncino del mondo della carta stampata mi allontanavano ma alla tessera non ho mai rinunciato e, grazie a questo, sono rimasto direttore responsabile del periodico ricreativo culturale Il Pellicano. Fino al 2014 quando le pubblicazioni sono cessate causa il venir meno del contratto di spedizione agevolata con le poste italiane a seguito di quella maledetta nuova legge che imponeva un adempimento burocratico all’editore purtroppo trascurato. E così, nel 2016, ho ‘scoperto’ che, a seguito di un’altra nuova legge, avrei dovuto aprire un indirizzo di posta PEC e soprattutto acquisire nel triennio precedente un certo numero di crediti ECM a seguito di formazione (e non bastava cumulare tutti i punti nel solo 2016). Colpevole disattenzione. Così, con il 31 dicembre 2016, dopo 30 anni giusti giusti la favola è finita, l’iscrizione all’albo è giunta al capolinea. Deleded, cancellato. Non lo nego: mi spiace, ma all things must pass. Restano bei ricordi. Eppoi, come mi ha detto un’amica, più che giornalista, tra blog e libri vari, sono ormai scrittore consolidato (sia pur nel limite della mia realtà territoriale). Vabbè, facciamo come la volpe famosa: quella tessera era (ancora) verde (e poco importa che lo sia sempre stata, non stiamo a sottilizzare). Però, però, però … quel sogno ora è definitivamente finito e i sogni finiti lasciano comunque sempre un vuoto, fatto di ricordi, speranze, gratificazioni, delusioni cioè la vita che è stata, che poteva essere ma non è stata, che, che, che … Amen. R.I.P.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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