Antologia d’autunno 2020, in stampa dal 5 luglio 2021, 13 mie poesie dell’autunno della rinascita post covid

Quell’autunno 2020,con le stampelle

Non ricordo come avvenne il “contatto”. Eravamo ai primi di settembre 2020, poco più di due mesi dalla dimissione dopo 88 giorni di ricovero per polmonite interstiziale, covid. Lentamente stavo cercando di salvare il salvabile. La speciale commissione INPS-ASL mi aveva dichiarato ufficialmente inabile, non autosufficiente, con gravi difficoltà di deambulazione. Fino al 31.12.2021. Camminavo aiutandomi con un deambulatore e qualche volta con due stampelle, oltre alle “molle di codevilla” per sostenere gambe e piedi. Cinque giorni su sette ero nella palestra di fisiatria a Baia del Re per il recupero della mobilità: esercizi fisici ed elettrostimolazione per i nervi dei piedi assolutamente inerti. Avevo bisogno di momenti della mia normalità, ritrovare le mie passioni, il recupero non solo fisico ma anche psicologico, quello dell’ordinaria quotidianità. Avevo timore anche solo di riprendere il lavoro al PC, il timore di non ricordare le password, con prudenza avevo ripreso l’aggiornamento quotidiano di arzyncampo, il mio blog. Stavo lentamente, con cautela, tornando alla lettura dei romanzi mentre non riuscivo a riavvicinarmi ai fumetti, da Dylan Dog a Julia chissà perchè. Intanto il libro-testimonianza pensato come omaggio di saluto post pensionamento a colleghi e colleghe non vedeva la luce, fermo da mesi in bozza finale dall’editore data la mia impossibilità fisica di sostenerlo e promuoverlo (“Nelle fauci degl’Agnelli” che alla fine sarebbe uscito dalla tipografia a novembre avanzato, poco prima del DPCM che, scherzo [ sfiga nera ] dell’epidemia di ritorno, vietava tutte le iniziative culturali in presenza e di conseguenza la possibilità di organizzare la presentazione del libro – prevista solo ora, ad effetti epidemia attenuati, in occasione della Settimana della Letteratura, a Bobbio, il 10 agosto 2021). Forse,in quel settembre 2020, vado a memoria, casualmente ho letto in facebook alcuni inviti per la partecipazione a selezioni poetiche e quello poteva essere il ritorno alla mia “normalità”, alla vita. Del resto avevo una lirica molto forte, nella quale credevo, che rappresentava i giorni del contagio, del ricovero, dell’aver vissuto tra la vita e la morte. “Terapia Intensiva”, il titolo. Un monito per chi, ascoltando il cattivo maestro che beveva mojito in spiaggia, sottovalutava o addirittura negava la pericolosità del virus. In breve mi arrivarono telefonate dalle segreterie di due case editrici magnificando la poesia, già ipotizzando la premiazione e proponendo la stampa di una silloge personale ovviamente previo mio “contributo” economico a fronte degli ampi e numerosi servizi garantiti (in concreto, molta fuffa). In pratica tutte le spese di stampa, eccellente editing, inserimento in siti di vendita, diffusione in librerie in base a loro improbabili richieste, a mio carico. Perché spesso con la poesia funziona così. Bla, bla, bla. Roboanti promesse, poi al massimo vendi ad amici e parenti oppure, se le sai organizzare, grazie alle iniziative fai-da-te (io le chiamo rap-presentazioni nelle quali si uniscono musica, poesia, racconti, storie, critica letteraria). Insomma, no grazie. Così alla fine anche la dichiarata quasi certa premiazione della poesia in entrambi i casi diventarono semplici parole al vento. Bla, bla, bla, appunto. Diverso il terzo contatto, stavolta via mail. Da Taranto, tramite un certo Giancarlo Lisi, curatore di una pagina dedicata alla poesia pubblicata nell’edizione del sabato sul quotidiano cartaceo “Buonasera Taranto”. Con tempi d’attesa normalmente, mi si diceva, medio lunghi ma vista l’estrema attualità della mia lirica, il 19 settembre era già pubblicata. Quale il mio “contributo”? 7 €, spese di spedizione incluse, per aver richiesto 3 copie del quotidiano, una per me, una per ciascuno dei miei due figli. Questo modo di procedere è credere e far poesia e non una semplice operazione commerciale mascherata o comunque a beneficio d’una parte sola (non certo il poeta scrittore che alla fine semplicemente si ritrova con qualche centinaio di copie in casa che non interessano alle librerie e al massimo hanno garantita una presenza solo formale nei siti di vendita on line) come purtroppo spesso avviene. In realtà, dopo la pubblicazione sul quotidiano tarantino, anche dal curatore della pagina mi è arrivata una proposta a nome di un “Gruppo Letterario” rappresentante delle edizioni C.G.L.: inviare 13 liriche e un curriculum per un’eventuale inserimento, previa selezione, in un’Antologia d’autunno 2020 in fase di preparazione. Un volume che doveva unire 20 poeti per 308 pagine con un prezzo di vendita per quanto mi riguarda improponibile (credo 25 €) nel senso che non riuscirei a vendere una copia nemmeno a Dalila, mia moglie (difficile pensare ad un mercato disponibile a Piacenza per sole 13 poesie “piacentine” sulle totali 260: ovviamente per l’editore tutte le speranze sono legate all’area di Taranto, dove risiedono 9 dei 20 poeti proposti). E il contributo? Naturalmente c’era: 100 € per avere 10 copie dell’antologia. Da versare solo dopo la selezione positiva. Beh, il tutto mi è parso onesto, equilibrato, corretto. Così ho inviato la mia proposta. Personalmente, lo ripeto, era il recupero delle mie passioni, della mia quotidianità, del ritorno alla normalità post covid. Con soddisfazione dopo qualche settimana, in ottobre, ho saputo d’essere stato selezionato ma la seconda ondata del contagio ha bloccato tutto, l’editore ha chiuso in un cassetto le poesie dei 20 autori selezionati (in larga maggioranza come dicevo tarantini) ed io ho messo in cassaforte i 100 € in attesa di tempi migliori. Bene. Qualche giorno fa, a fine giugno 2021, Giancarlo Lisi ha inviato una mail annunciando che, passata con l’estate l’emergenza covid, il 5 luglio l’antologia sarebbe passata alla stampa e venerdì 23 luglio verrà presentata al Castello di Falconibus a Pulsano (Ta), il castello assalito dai saraceni nel 1326 che fecero mattanza di Renzo De Falconibus e dei suoi soldati per poi catturare la giovane figlia diciottenne Angelica, imprigionarla, decapitarla, murarla nella torre e ancora oggi testimoni raccontano di aver udito urla femminili disperate nelle notti di plenilunio mentre altri sostengono di aver intravisto l’evanescente figura della giovane bionda Angelica muoversi sulle terrazze del maniero e dunque chissà che alla presentazione dell’antologia non decida anche lei, la bella Angelica, di presenziare, ascoltare, magari delicatamente applaudire. Tenendo conto che nell’occasione verrà data lettura di una poesia per ciascun poeta (indicata dallo stesso), il pubblico presente riceverà una scheda indicando la poesia preferita e per i due vincitori (un uomo, una donna) l’editore garantirà la pubblicazione gratuita di una silloge personale. Chissà chi meritera’ il voto della bella Angelica! Questo, comunque, mi pare, è fare omaggio alla poesia. Dunque, viste le bozze dell’antologia, pochi giorni fa ho fatto il bonifico con i famosi 100 € sapendo già che nessuna delle mie 10 copie sarà venduta ma saranno occasione per portare le mie poesie dedicate all’autunno 2020,un autunno di riflessioni, ripensamenti, paure, rinascita, recuperi, impegni per salvare il salvabile, nei paesi della mia provincia, i paesi che sono il mio mondo, alla maniera dei trovatori di un’epoca lontana. Con un solo rammarico: troppo lontana Taranto, non sarò al Castello di Falconibus, con sincero rammarico. Non potrò incontrare la dolce Angelica aggirandomi tra gli austeri corridoi dell’antico maniero. Ma ora spazio alla prefazione di Maria Teresa Infante di San Severo (FG), poeta, vicepresidente dell’associazione l’Oceano nell’anima, Presidente di un premio contro la violenza di genere e sui minori,che così scrive a commento delle mie poesie: “poetica aderente all’essenzialita’ contemporanea, ritmica, incalzante senza tregua. (…) Versi che non lasciano respiro, prendono, innestano radici e sentimenti (…) accarezzano, invadono, s’infiltrano nei meandri delle coscienze, scavano tra la sofferenza solchi lunghi un’esistenza (…). Poesia che rimane, non passa come le cose andate e dimenticate ma resta come ciò che è nostro e non va scordato”. Ma veniamo alle poesie, anticipandone almeno alcuni significativi frammenti. Come dicevo l’insieme nel suo complesso rappresenta il tempo della rinascita post covid e contemporaneamente la consapevolezza del cambiamento, della nuova fase di vita, a 66 anni appunto l’inizio dell’autunno della vita: “mi sento in armonia / con la gente, con me stesso / con lei che amo, / anche se ieri si dissentiva”. Tempo di serenità, di passeggiate in riva al grande placido fiume ad ammirare “le barche dall’onde accarezzate / e quelle antiche, ormai dimenticate, / fra l’acqua d’argento / e l’immenso cielo” . Purtroppo non mancano i dolori:” Ore 19.10 / dalla prima stella / un angelo sorridente / ti porgeva le mani, / ora di andare, ora di partire, / foglia ancora verde / strappata dai rami.Naturalmente i ricordi del passato recente, l’epidemia: “mi sembra di aver freddo / dopo l’ultima iniezione, / una nebbia umida come / nella pianura d’autunno / lenta entra nella stanza”, il ricordo dei tanti che non ce l’hanno fatta, “sulla banchina del reparto di degenza / l’ultimo saluto di medici e infermieri, / ingresso vietato parenti e visitatori”. Fino al tempo delle mascherine, quando tutti impariamo a parlare tramite loro, “gli occhi, sottobraccio all’anima”. Epidemia, passato, seconda ondata, futuro incerto. “Dietro la porta un’ombra ti aspetta / mano sinistra un fiore colorato, / mano destra il manganello” e il tuo domani rischia d’essere “nebbia custode di palpitanti cuori, / avvolti elfi, maghi, streghe, / in agguato nascosto mago Merlino, / dal fosso salta il Bianconiglio“. Ancora, la ballata del fuoco (forse la mia preferita) , “il fuoco che consuma / il fuoco che muore / il buio, il buio che nasconde, / nella radura il lupo s’avvicina” e per concludere ecco “un uomo, la pelle scura / cammina, cammina / ignoto il futuro, passato transitato / il presente avvolto nel silenzio” (che sarà la poesia letta alla presentazione dell’Antologia il 23 luglio a Taranto). Infine, immancabile, l’emergere dei ricordi di tempi ed emozioni passate: “un caffè / e tre cioccolatini, / un incontro, importante / e fiori profumati in piazza”, di amori impossibili, “quel giorno, guardando i miei occhi, / decisa hai detto io parto, / ho il biglietto, ma se vuoi resto / ma io vivevo altro presente, altro futuro” e in chiusura un sorriso a quegli anni settanta, a quel caldo ottobre, “brillava quel sole rosso vermiglio, / serene emozioni interiori, / sentieri di rock, la batteria pulsava, / due aironi fuori dallo stormo”. Frammenti di poesie, frammenti di vita vissuta, frammenti d’un autunno, l’autunno dell’anno 2020. In stampa, causa epidemia, nel luglio 2021.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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