Roma (con la sua gente, lungo 50anni), immortalata nelle fotografie di Elliot Erwitt, a palazzo Braschi fino al 31 gennaio




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Roma, poliziotto a piazzale Venezia

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Un’occasione per ammirare i grandi dipinti del Museo di Roma, a palazzo Braschi, alle spalle di piazza Navona e nel contempo gli scatti di Elliot Erwitt dedicati alla città eterna, immortalata tra la fine degli anni cinquanta e il 2009 appena concluso.

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Invero non è facile proporre qualcosa di nuovo, sono sicuramente migliaia le immagini di Roma stampate su carta patinata e praticamente già tutto si è visto. Inutile attendersi dunque elementi di novità: Erwitt ci propone semplicemente la sua visione di una città vissuta dai suoi protagonisti, la gente.

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Nessuna particolare pretesa. Potremmo sostenere semplicemente poesia, visione poetica ricercata e rappresentata dallo scatto del fotografo, dalla lettura personalizzata della realtà.

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Nessuno scandalo, niente ricerca del torbido, del sensazionalismo, della denuncia, del degrado, dei difetti della città e della sua gente. Forse un omaggio, un atto d’amore, una suonata di violino che mostra una città in lenta trasformazione verso un divenire da attendere. Senza negarsi un pizzico, un dito d’ironia.

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Quaranta scatti in bianco e nero che volentieri porterei a casa per conservarli in uno scaffale della libreria, simbolo dei miei tanti viaggi nella capitale e dell’amore che ho imparato a portarle. Ma se Roma è bella non sono da meno i romani: il bookshop? Oh, mi risponde gentile una maschera, se è aperto è nel cortile.

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Invece di uscire dal palazzo bisogna girare a sinistra, entrare nel cortile. Dove sta una grande vetrina che permette di osservare i molti libri ordinati sugli scaffali. Oltre la porta chiusa con tanto di grande cartello in buona vista, torno subito. Aspetta e spera che già l’ora s’avvicina. L’ora della rinuncia, l’ora della resa, naturalmente. Venti minuti di vana attesa senza alcuna prospettiva di un ritorno definito sono un buon motivo per rinunciare al catalogo.

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Rientro nel traffico cittadino, un ragazzo di colore mi avvicina, vende libri di poesie sudafricane. In alternativa accetta offerte per poter mangiare. Al limite anche solo per un caffè. Affretto il passo verso il largo di Torre Argentina, prendo al volo il 60, destinazione Termini per l’acquisto del biglietto di ritorno.

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A Termini nessun problema di aver a che fare con la presenza incerta ed aleatoria dei romani addetti al servizio: in ogni caso sono a disposizione le macchinette per il fai da te. Questa è Sempre Roma. Seleziono la stazione di partenza, quindi la destinazione. Bologna centrale. Ancora una volta, arrivederci, Roma.

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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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