Piacenza: sabato 16, un giorno per i diritti e contro l’odio verso l’orientamento sessuale, il sesso, la disabilità, a favore del DDL Zan

Ritrovo, sabato 16 pomeriggio, a inizio Facsal (in prossimità del Liceo), a sostegno del disegno di legge Zan, contro i crimini d’odio dettati dall’orientamento sessuale, al genere, al sesso, all’identità di genere e alla disabilità delle vittime.

Sul Facsal, secondo il quotidiano Libertà, più di 250 manifestanti. Per il quotidiano on line PiacenzaSera ridotti ad un centinaio. Non pervenuto il rapporto di Pubblica Sicurezza ma, secondo voci autorevoli, darrebbe atto di totali due partecipanti, io e Dalila. Oltre, naturalmente, ai numerosi ben noti ‘ragazzi’ della Digos in borghese, ai Carabinieri in divisa, un poliziotto e qualche vigile urbano.

In realtà, tra cartelloni, striscioni e bandiere arcobaleno giuro eravamo di più, non solo noi due. Vecchi habitué di tutte le presenze in piazza. Michele Rizzitiello, Paolo Prandini (il Sindaco di Cà Blatta), Stefania Pisaroni col gruppo CGIL ed altri ancora come Enrico Girardi o Rita Mura (già Presidente dell’Associazione Agedo Milano) e Giulia Piroli nota esponente del P.D. piacentino.

Ma, a prescindere dai numeri e dai conoscenti diretti, tanti ragazzi, giovani, studenti, mamme con figli. Perché quando si parla di diritti civili, non ci sono dubbi: vale ancora la pena partecipare. Sostenere chi, in Parlamento, nei diritti delle persone ci crede e lotta per questi.

Certo se la legge (già approvata alla Camera e bloccata al Senato per la dura opposizione di quel tale, come si chiama non ricordo, so che un noto giornalista lo chiama ‘Cazzaro verde’, e della sua consorella, la fruttarola de’ Trastevere), se la legge venisse approvata si porrebbe un grande problema di libertà.

Nessuno potrebbe più abbandonarsi impunemente a discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e disabilità (ricordate i tanti casi di cronaca di criminali idioti che non esitano a bruciare vivi barboni di strada, picchiare a sangue ragazzi colpevoli di bacio, spingere disabili attraverso il dileggio a togliersi la vita.

Attualmente l’articolo 604-bis del codice penale punisce “chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico” e chi “istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi“. Punisce anche chi, per gli stessi motivi, “istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza” e chi partecipa, presta assistenza, promuove o dirige organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che incitano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Il ddl Zan semplicemente aggiunge, come si diceva ad inizio, ai motivi già previsti da questo articolo del codice la discriminazione fondata sul sesso, il genere, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e la disabilità. Nessuna limitazione della libertà individuale, dunque, come invece sostiene quell’altro tale, quello noto per le televisioni possedute e per la passione per le donne specie se escort di lusso o nipoti di Mubarak. 

Si ribadisce infatti che sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti. Quindi io posso dire in piena libertà che ho scelto di non essere omosessuale, una scelta che sono convinto non farò mai. Posso anche dire che non ho mai dimenticato di celebrare la Festa della Mamma, finché l’avevo presente e che mi sarebbe parso strano l’aver pensato di chiamare mamma il papà. Ma, questa, è libertà di opinione e di espressione dell’opinione che, se non fa male a nessuno, è libera e garantita. Per me, per tutti, per ogni opinione e per il suo contrario. Anche col DDL Zan.

Dunque un’associazione potrà continuare a fare una campagna contro l’equiparazione dei diritti delle coppie dello stesso sesso rispetto ai diritti della cosiddetta famiglia tradizionale. La novità del DDL consiste allora non nella limitazione della libertà (se espressa nei limiti della legittimità) ma nell’intervento sul piano della responsabilità penale se ad esempio un’associazione istigasse i suoi seguaci a molestare o linciare una coppia non eterosessuale in quanto appunto non eterosessuale.

Solo e soltanto in questi casi, con una specifica aggravante per quanto alla pena stabilita dal Codice Penale, interverrebbero le nuove disposizioni della legge Zan una volta approvata. Invece non si parla di affitto dell’utero (già di per sé vietato in Italia), non si parla di diffondere la cultura gender nelle scuole, non si parla neanche di vietare la Festa della Mamma, semplicemente aggiunge diritti alle persone, non vieta la libertà d’espressione, introduce solo un’aggravante per chi istiga la violenza nei confronti delle persone LGBT+ e, questo, mi sembra assolutamente dovuto, in una società di uguali diritti.

Quindi, concludendo, un bel sabato, una ancor più bella pacifica manifestazione, con tanti giovani e diversi agenti Digos in borghese sostanzialmente senza nulla da fare e, a questo punto, non resta che aspettare il voto parlamentare. Con urgenza perché, questa, è una battaglia di giustizia e di civiltà.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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