Pasquetta in Italia, le tradizioni del lunedì dell’Angelo e a Piacenza al latt in pe’

Al latt in pe’, dolce tipico della tradizione piacentina

Pasqua: le famiglie di tutta Italia sono pronte a rendere onore ad una delle festività religiose più importanti dell’anno. Pranzi in famiglia, uova di cioccolato e tanta voglia di condividere un momento di gioia. Ma dopo la Pasqua arriva la altrettanto attesa Pasquetta. Il lunedì dell’Angelo, conosciuto da tutti come Pasquetta, è il giorno che segue la domenica di Pasqua.

COME NASCE PAQUETTA

Il nome è legato ad un episodio evangelico. Il lunedì dell’Angelo ricorda il giorno in cui le donne giunte al sepolcro di Gesù incontrarono gli angeli intenti ad annunciare la resurrezione di Cristo. La festa, però, non ha un carattere puramente religioso. In Italia, Pasquetta viene considerata una festività civile e fu introdotta nel Dopoguerra per allungare il periodo di riposo legato alla Santa Pasqua. 

Il Lunedì in Albis o di Pasquetta è il giorno della gita fuoriporta, della scampagnata sia che si viva in città sia al mare che in montagna. 

Cosa si fa a Pasquetta?

“Pasqua con i tuoi, Pasquetta con chi vuoi”. Questo famoso detto italiano suggerisce come tradizionalmente viene festeggiata la Pasquetta in Italia. Se Pasqua è una festa sacra, da passare in famiglia o con i propri cari, il lunedì dell’Angelo è solitamente dedicato agli amici e alle gite fuori porta. Ogni anno, milioni di ragazzi e famiglie si danno appuntamento per andare in montagna, in campagna o al mare per fare picnic all’aria aperta. Oltre ad essere un’occasione per stare insieme, è il modo migliore per godersi le prime giornate primaverili, lontano dal caos. Molte città d’Italia sono ricche di parchi pubblici e aree verdi dove poter trascorrere la Pasquetta in compagnia. Tra le usanze di questa giornata vi è la grigliata, un pranzo a base di carne cotta su barbecue o su brace. Tra i cibi, non manca mai la torta pasqualina, tipica torta salata del periodo di Pasqua, perfetta per accompagnare la carne. Ogni regione ha i propri piatti pasquali della tradizione. Per esempio, in Campania abbiamo il famoso “casatiello napoletano”, squisito rustico ripieno di salumi e formaggi. Di solito, gli avanzi della domenica di Pasqua vengono condivisi con gli amici il giorno successivo. Insomma, la Pasquetta è una grande occasione per condividere momenti di gioia con i propri amici e scacciare i pensieri negativi. Ci sono alcuni ingredienti importanti che non devono assolutamente mancare: amici o familiari, divertimento, relax, cibo e vino!

L’Uovo di Cioccolato, protagonista anche della Pasquetta nasce a Torino

La tradizione pasquale più amata dai bambini, ma anche dagli adulti, sono le uova di cioccolato pasquali. Si tratta di una storia antica che passa attraverso la simbologia della vita e l’amore per il lusso.
Una delle tradizioni della Pasqua più gradita ai bambini è quella delle uova di cioccolato: fondenti o al latte, sono attese anche per le sorprese che contengono!
L’usanza di scambiarsi uova di gallina come regalo risale all’epoca pagana: si celebrava così l’arrivo della primavera, con il ritorno alla natura rigogliosa e il miglioramento del clima. Con il Cristianesimo, l’uovo, sinonimo di vita, diventò simbolo della resurrezione di Cristo e della Pasqua.
Nel Medioevo si usava regalare uova sode decorate. Poi si diffuse l’abitudine di ricreare le uova in porcellana e di abbellirle con pietre preziose, oro e argento per donarle alle famiglie nobili.
Si dice che fu Luigi XIV a far realizzare le prime uova di cioccolato, ai primi del ‘700: fu lui, del resto, a concedere a David Chaillou, il primo chocolatier francese, il diritto esclusivo di vendere cioccolato a Parigi.
Nel 1819 Francois Louis Cailler fondò il primo stabilimento svizzero per la produzione di cioccolato: un particolare macchinario trasformava il cacao in pasta manipolabile. La prima produzione industriale avvenne grazie a John Cadbury, nel 1875.
Il massimo della raffinatezza fu raggiunto nel 1887: Peter Carl Fabergè, orafo alla corte russa dei Romanov, ideò le celebri uova con smalti, platino e pietre preziose contenenti un gioiello.
Quando arrivò in Italia? Nel 1725 la vedova Giambone, titolare di una bottega nell’attuale via Roma in Turin, ebbe l’idea di riempire i gusci vuoti delle uova di gallina con della cioccolata. Negli anni venti, a Torino nasceva l’uovo di Pasqua italiano, quando la Casa Sartorio di Torino brevettò un sistema per modellare con il cioccolato le forme vuote. La sorpresa venne aggiunta nel 1925 e nel 1927 le uova di Pasqua di cioccolato a Torino divennero famose, e da allora il loro successo non si è più fermato, fino al boom del Secondo Dopoguerra.

E a Piacenza?

A PIACENZA SI PREPARA AL LATT IN PE’ PER FESTEGGIARE L’INVERNO ORMAI FINITO

Al latt in pe’ o latte in piedi è, in un certo senso, un antenato del nostro creme caramel. Veniva preparato per Pasqua e per il Corpus Domini, cioè nelle feste di primavera, quando in campagna c’è abbondanza di uova. In queste occasioni il dolce  veniva regalato dai contadini al proprio padrone.
Il latte in piedi si trova un po’ in tutta l’Emilia, ma in particolare nella zona di Piacenza dove viene realizzato senza il caramello (tipico del crème caramel), bensì con cacao in polvere e amaretti.
La difficoltà per fare questo dolce è media. La soddisfazione? Massima.

Ingredienti
1 l di latte bollito, 100 g di amaretti, 12 uova (otto tuorli e quattro albumi), 14 cucchiai di zucchero, limone grattugiato, 100 g di cioccolato in polvere, quattro fogli di colla di pesce.

Preparazione
Per prima cosa bisogna sbattere bene le uova con lo zucchero.
Tritare gli amaretti e unirli alle uova.
A questo punto aggiungere il cioccolato in polvere, il limone ed i 4 fogli di colla di pesce, diluiti in un po’ di latte caldo e, per ultimo, i 4 albumi d’uovo montato a neve.
Prendere lo zucchero e metterlo in uno stampo di rame (o di un altro materiale) sopra il fuoco, in modo che lo zucchero si sciolga e copra bene lo stampo, caramellandolo.
Per mezzo di un colino scolare nello stampo tutto il preparato e cuocere a bagnomaria per circa 1 ora e un quarto. Fare particolare attenzione a che, durante la cottura, non entri dell’acqua, altrimenti il dolce sarà rovinato.
Alla fine lasciar raffreddare nella sua acqua e poi metterlo in un luogo fresco.
Il dolce va servito in un piatto rotondo e fondo e consumato un giorno o due dopo averlo preparato.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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