“Morfasso”, omaggio al paese assiso tra i monti dell’appennino in Val d’Arda, di Franco Saverio Bascio

La vecchia strada, dondola tra le colline argillose, dopo il ponte sul fiume, alla rotonda appena dopo la fornace, inizia a salire, per andar su costeggiando il rigagnolo dell’Arda, e la via del cemento dà inizio alla lunga salita.
La mattina, presto, appena dopo l’alba, in primavera è uno spettacolo andar su,io e mia moglie come tutte le domeniche facevamo quel percorso, incontrando spesso la fauna tipica della zona.
Naturalmente un altro contesto per noi che siamo cresciuti in un paesino sulla riva del mare.
I cinghiali,…famiglie intere con i cinghialini al seguito in fila uno dietro all’altro per non perdere il sentiero, spesso ci costringevano a fermarci per concedere loro il passo, i caprioli che scendevano al fiume a bere, a volte si fermavano a guardare quello strano grosso mezzo che andava su. <br /> Appena dopo la cementeria Molino Teodoro, si inaspriva un po’ la salita e già appena dopo quel curvone,da lontano sulla destra si intravvedeva la grande diga: la meravigliosa vallata si illumina di bellezza nelle acque dell’invaso del Lago Mignano …
E nonostante la tortuosa strada che costeggia il monte costringesse alla prudenza nella guida del furgone,non potevo fare a meno … “io che provengo dal mare” … di restare incantato dallo splendido specchio d’acqua.
Appena dopo i due ristoranti (Valtolla e Silva), uno a destra e uno a sinistra della provinciale, li, inizia la vera salita, le curve si susseguono una dietro l’altra costringendo lo sguardo fisso alla carreggiata, e si va su in alto.
In mezzo a paesaggi da sogno la piccola chiesetta, con il grande piazzale della Grotta della Madonna di Lourdes.
E subito a destra, la stradina di campagna che porta in alto, al podere del mio amico Stefano … un ragazzo di Milano che si è trasferito con la sua famigliola su quei monti meravigliosi.
In primavera, in estate, è bello, “e molto anche” , ma le Domeniche invernali … andare su…mamma mia, era bello si, ma era una vera e propria impresa…
La stradina…la provinciale che costeggia il lago in inverno è tutto una lastra, tra neve e ghiaccio non sai mai se arrivi indenne fino alla fine,ed è cosi per tutto il tragitto con la neve ..”bella ma che fa un pò paura”, si va in alto,una curva dopo l’altra.
Poi d’un tratto,…dopo l’ultima curva in salita…lo spettacolo!…Morfasso…il gioiello di quei monti ti inonda gli occhi … quel piccolo minuscolo paesino, sembra uscito da una fiaba, si affaccia su una grande piazza, la piazza della chiesa, che lascia intravvedere la meravigliosa vallata che si estende giù… fino a perdersi alla vista .
Una caserma, una farmacia…gestita da persone in gamba e di cuore…come il dottor Zoppi, (persona sensibile ai disagi sociali e incredibilmente disponibile quando si tratta di dare una mano ai bisognosi).
Morfasso… un paio di bar, un paio di botteghe di generi alimentari … li esistono ancora … l’ufficio postale, un piccolo negozio di un ferramenta, su in alto, dopo la meravigliosa chiesetta, un benzinaio, tantissimi contadini, tanti muratori, e una casa di riposo che accoglie persone meravigliose che venivano a trovarci quando era bello.
Sono rimasto affascinato da quel posto di rara bellezza, ricordo tutti i miei clienti … persone dure, persone di montagna, persone anziane e gentili, persone aperte all’accoglienza, giovani che lavoravano giù in pianura nel Piacentino, ma che non rinunciano per niente a tornare al loro mondo la sera, al ritorno a casa, in quel piccolo e meraviglioso paese … persone che lì hanno perso dei cari affetti durante l’ultima guerra, persone emigrate in altri paesi, tanti in Inghilterra, ma che non rinunciano mai quando possono a tornare in quel posto, in quella terra di grande valore umano. Lì,esistono ancora valori umani di grande spessore morale …

Persone dure dicevo, ma con un cuore grande, rispettosi e accoglienti, ricordo il mio amico camionista, le sue battute scherzose rompevano a volte il sentore del freddo, ricordo il parroco, il vecchio e buon parroco con l’immancabile sigaretta in bocca, il mio caro amico Gianni con le sue trivelle, e la sua cara e gentile mamma, altri amici che gestiscono un agriturismo, e tanti, tantissimi altri, mi ricordo che a volte quando faceva freddo…”lì fa veramente freddo”, e la neve è tanta … e noi immancabili eravamo lì a ridosso del muro della chiesetta al freddo sotto i nostri tendoni, che riparavano parzialmente il nostro banchetto della frutta, i ragazzi del posto, contadini boscaioli muratori, in certe ricorrenze facevano le caldarroste in quella piazza, e dell’incredibile caldo e buono (Vin brulè ) in un grande pentolone di rame appeso al treppiede sopra la brace, emanava il suo dolce e aromatico profumo.
Ce l’offrivano sempre, e a volte facevamo il baratto,… è vero … perché a loro serviva la frutta da aggiungere al vino, a noi quel caldo nettare per riscaldarci un po’.
Ogni tanto qualche buon amico ci portava gentilmente e con garbo delle bevande calde, perchè si era creato un rapporto molto bello con quelle persone dei monti, un rapporto bello e unico, per noi estranei a quelle realtà montanare…si… un po’ strane e inusuali per me che vengo dal mare. Ma le persone belle e gentili sono un po’ ovunque e i posti belli e del cuore anche.
Morfasso per me è uno di quei posti,ne è la prova la bellezza del luogo e della sua gente…

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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